D'un tratto nel folto bosco
Non c’era nessuno in tutto il paese che potesse insegnare ai bambini che la realtà non è soltanto quello che l’occhio vede e l’orecchio ode e la mano può toccare, bensì anche quel che sta nascosto alla vista e al tatto, e si svela ogni tanto, solo per un momento, a chi lo cerca con gli occhi della mente e a chi sa ascoltare e udire con le orecchie dell’animo e toccare con le dita del pensiero.
Amos Ozgiovedì 23 maggio 2013
Svezia, la rivolta degli immigrati. In fiamme la periferia di Stoccolma
STOCCOLMA - La rabbia, la violenza e la crisi economica arrivano fino alla 'Svezia felix' dell'integrazione e del welfare state. E da quattro notti lo spettro delle banlieue parigine si aggira nei quartieri periferici di Stoccolma. Dove centinaia di giovani, immigrati e disoccupati sfogano con furia il loro malessere e sfidano le autorità. Decine di auto e cassonetti dati alle fiamme, sassaiole contro gli agenti e i vigili del fuoco, assalti ai negozi, finestre e vetrine distrutte. Uno scenario di guerriglia urbana a cui la capitale scandinava non era abituata.
Ieri notte a nord e sud della città per un effetto domino della violenza, nonostante gli appelli alla calma, i tumulti sono scoppiati ovunque. La cronaca è una sequenza di distruzioni: nel quartiere di Hagsastra è stata attaccata una pattuglia della polizia e tre agenti sono rimasti feriti. A Skogas un incendio ha distrutto un ristorante, mentre a Ragsved è stata data alle fiamme una stazione di polizia. Senza contare le decine di roghi appiccati nei vari quartieri epicentro della rivolta che nemmeno i vigili del fuoco sono riusciti a tenere sotto controllo. La polizia ha arrestato cinque vandali, mentre altre sei persone sono state rilasciate dopo un interrogatorio.
Tutto è iniziato una settimana fa nel sobborgo povero di Husby, dove l'80% degli undicimila abitanti sono immigrati e il tasso di disoccupazione è altissimo tra i giovani, quando la polizia ha ucciso un anziano di 69 anni armato di coltello: una reazione giudicata eccessiva dagli abitanti del quartiere che sono scesi in piazza per protestare. Nella prima notte di disordini, secondo gli attivisti locali, la polizia si sarebbe rivolta contro i manifestanti con toni razzisti chiamandoli "barboni, scimmie e negri", esasperando gli animi. L'incendio, così si è improvvisamente diffuso nelle altre aree periferiche della città, quelle dove lo scontento e il sentimento di esclusione sociale è più forte.
"Ma Stoccolma non sta bruciando", assicura il vice capo della polizia della capitale Ulf Johansson. Tuttavia in Svezia ci si interroga sulle ragioni dei tumulti. E sono in molti a riconoscere che il modello scandinavo con il suo generoso stato sociale non è riusicto a integrare alcune fasce della popolazione: il tasso di disoccupazione giovanile supera di poco il 20%, ma secondo i dati dell' Economist solo il 51% degli extraeuropei ha un lavoro, contro l'84% degli svedesi.
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