D'un tratto nel folto bosco

Non c’era nessuno in tutto il paese che potesse insegnare ai bambini che la realtà non è soltanto quello che l’occhio vede e l’orecchio ode e la mano può toccare, bensì anche quel che sta nascosto alla vista e al tatto, e si svela ogni tanto, solo per un momento, a chi lo cerca con gli occhi della mente e a chi sa ascoltare e udire con le orecchie dell’animo e toccare con le dita del pensiero.
Amos Oz


mercoledì 16 maggio 2012

Ci risiamo con la “strategia della tensione”

di Lucilio Santoni

16 mag 2012



Le prime pagine dei giornali sono da giorni riempite dalle annotazioni sull’attentato compiuto a Genova al dirigente dell’Ansaldo Roberto Adinolfi. Pare per mano degli anarchici o, secondo un termine più moderno, anarco-insurrezionalisti.
Ecco, si ricomincia, ci risiamo, siamo alle solite! Sfruttando l’ignoranza, la corta memoria e l’indifferenza degli italiani, il potere mette in scena il solito, vecchio, espediente – puzzolente di muffa –  della “strategia della tensione”. E gli italiani tornano a “terrorizzarsi”. Il potere torna a intimare: “Vedete chi sono i veri nemici della democrazia? Non le banche, non i governanti, non certo la finanza; i veri nemici sono i terroristi; dovete unirvi a noi per combatterli; amateci e venerateci e sarete ripagati dall’ordine e dalla sicurezza; vi chiediamo anche una piccola cosa: dateci mandato per fare leggi speciali contro gli assassini e i loro fiancheggiatori; vi assicuriamo che non dovrete più avere paura di niente, vi garantiamo una giustizia infinita”. Tutto qui il messaggio. Molto semplice, comprensibile da tutti.
Soprattutto comprensibile dagli ignoranti che non conoscono la storia, dai giovani rincoglioniti dalla tv spazzatura, nonché dai poveri di spirito, indifferenti e furbetti di ogni tipo di quartierino. Il potere, ogni volta che vede crollare le proprie fondamenta marce e incancrenite, ricorre a tali espedienti per rafforzarsi, per riprendere vita, per continuare a garantirsi privilegi, impunità e arbitrio. E la gente, ogni volta che avrebbe l’occasione di emanciparsi e dare una scossa al sistema del quale è succube, è felice di concedere quei privilegi in cambio dei rassicuranti resti del banchetto, delle briciole e delle ossa che rimangono sulla tovaglia.

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