D'un tratto nel folto bosco

Non c’era nessuno in tutto il paese che potesse insegnare ai bambini che la realtà non è soltanto quello che l’occhio vede e l’orecchio ode e la mano può toccare, bensì anche quel che sta nascosto alla vista e al tatto, e si svela ogni tanto, solo per un momento, a chi lo cerca con gli occhi della mente e a chi sa ascoltare e udire con le orecchie dell’animo e toccare con le dita del pensiero.
Amos Oz


martedì 9 ottobre 2012

Malattie autoimmuni


    
Malattie autoimmuni, la nuova epidemia
Lupus eritematoso
Sclerosi multiplaartrite reumatoidelupuseritematosopsoriasitiroidite di Hashimotomiastenia gravecolite ulcerosaspondiloartrite anchilosantemorbo di Crohnmorbo celiaco,diabete tipo 1 sono solo alcuni nomi di una categoria di patologie, le malattie autoimmuni, di cui anche chi non è medico ha senz' altro sentito parlare qualche volta, dato l' incremento della diffusione che hanno subìto nella loro storia più recente.      
Queste malattie, infatti, non sono sempre esistite, o quantomeno la loro incidenza non è mai stata paragonabile a quella dei giorni nostri. Per esempio, l'artrite reumatoide ha cominciato a diffondersi solo intorno a metà '800, mentre la sclerosi multipla e la colite ulcerosa sono persino più recenti. Esse sono forse l' esempio più emblematico del nostro progressivo distacco dalla natura e le sue eterne leggi. E' un iter che si esprime in innumerevoli modi, ma che si focalizza (non a caso) sul nostro unico baluardo nei confronti dell' ambiente, il sistema immunitario, che va incontro così, come prima tappa, a un generale indebolimento (maggiore facilità di raffreddori, influenza e infezioni), per poi progredire verso una imprecisione nelle sue risposte a vari fattori ambientali (allergie), ed infine, quando la totale confusione si è fatta strada in questi complessi meccanismi, all' incapacità di riconoscere ciò che è proprio da ciò che è estraneo, che è appunto ciò che si verifica nelle malattie autoimmuni.      
Da questo particolare si può capire quanto questa condizione sia più grave di una semplice allergia.      
Questa progressione tuttavia è più che altro concettuale, in quanto i passaggi da uno stadio a quello successivo possono non essere netti ed evidenti. Con questo voglio dire che, per motivi costituzionali e altri fattori, si può sviluppare una malattia autoimmune senza necessariamente aver manifestato in precedenza particolari episodi allergici, o problemi attribuibili ad uno stato debilitativo del sistema immunitario. Al contempo le malattie autoimmuni ci fanno anche capire l' assoluta inadeguatezza di una medicina, quella ufficiale, che sembra particolarmente riluttante a capire il significato di certi fenomeni di massa, e ad individuarne le vere cause, concentrata, com'è, unicamente a combatterne i sintomi ad ogni costo.  Essa, come si sa, utilizza farmaci soppressivi che, effetti collaterali indesiderati a parte (già di per sè tutt' altro che trascurabili), non agiscono sul terreno che ha prodotto quei sintomi (che invece vanno considerati come un campanello d' allarme di una condizione che richiede di essere modificata), e così il paziente non potrà mai considerarsi davvero guarito.     
 E' come se, mentre la vostra casa è in preda ad un incendio, vi preoccupaste di disinserire i sensori antifumo solo per non essere allarmati dai loro segnali di pericolo. Ovviamente anche coi sensori spenti l' incendio proseguirà.

Malattie autoimmuni, la nuova epidemia
Artrite reumatoide
       Ma per capire questo fenomeno relativamente nuovo è opportuno partire da una visione più ampia e completa di quella che ci viene proposta dalla medicina ufficiale, che prenda in considerazione la fisiologia delle varie componenti del sistema immunitario in relazione a tutti quei fattori in grado di deviarla. E' opportuno quindi, a questo punto, precisare che tutto il nostro modo di vivere moderno, caratterizzato da eccessive comodità e dalla costante preoccupazione d'isolarci dall' ambiente (trascorrere la maggior parte del tempo in locali chiusi, riscaldati in inverno e refrigerati in estate), come pure da un ambiente sempre più artificiale e asettico, stress e scarsa attività fisica, contribuisce ad indebolire lentamente, ma inesorabilmente, il nostro sistema immunitario, favorendo ogni genere di problemi ad esso legati. Molto importante poi ricordare quanto sia deleterio, anche da questo punto di vista, l' uso di droghe, com'è ampiamente risaputo, vista la loro preoccupante diffusione soprattutto fra i giovani, mentre quello di farmaci e vaccini non è ufficialmente riconosciuto.      
A parte però queste premesse generali, ci sono molti fattori che agiscono in modo specifico, e che si possono considerare direttamente responsabili di un cattivo funzionamento dell'apparato immunitario, anche se è estremamente improbabile che ne sentiate parlare da un medico "ortodosso" (ammesso che ne sia a sua volta a conoscenza, eventualità anche questa assai remota).
 
Malattie autoimmuni, la nuova epidemia
Psoriasi
       E' accertato che i grassi saturi, contenuti nei cibi animali, rallentano la maturazione dei globuli bianchi (o leucociti, ossia l' insieme dei vari tipi di cellule specializzate nella difesa dell' organismo), ne abbreviano la vita e ne riducono l' efficacia.     In particolare sembra che grassi saturi e colesterolo (ma anche i grassi in genere, se in eccesso) tendano a depositarsi sulla superficie dei linfociti T e a modificare così la struttura dei recettori per gli antigeni, ostacolandone in parte la funzione.  I latticini poi sembrano avere un ruolo particolarmente sfavorevole, a causa della loro facilità nel produrre muco anomalo ed eccessivo, che intasa e sovraccarica il sistema linfatico, riducendone il margine di tolleranza per eventuali sostanze estranee che si trova a gestire.  Anche lo zucchero, il cui consumo nel mondo, per dare un' idea, è aumentato del750% (!!!) dal 1900 al 1980, secondo i dati ISTAT (ma solo per fermarsi a questa data), inibisce, in modo ancora più marcato, la maturazione dei leucociti, li rende più deboli ed inefficienti, ma di questo ho già parlato in un articolo, "Zucchero: quando il dolce ha un finale... amaro", al quale rimando. Una menzione va fatta anche a proposito del ruolo fondamentale degli acidi grassi polinsaturi essenziali, notoriamente carenti nelle diete comuni moderne, e al rapporto omega 3/omega 6, che, sempre in queste ultime, è molto lontano da quello ideale (per l' eccessiva presenza degli omega 6 e la carenza di omega 3), favorendo così stati infiammatori e reazioni anomale come leallergie.      E infine per la salute del sistema immunitario sono da ricordare gli oligoelementi(in particolare lo zinco), anch' essi da tempo latitanti nei cibi raffinati e nel cibo-spazzatura che regnano indisturbati nelle abitudini di massa.      Il passo successivo al suddetto indebolimento generico dell' apparato immunitario, dovuto al protrarsi nel tempo di questa situazione, consiste in una imprecisione di funzionamento da parte dei linfociti T , che finiscono coll' impartire ordini ai linfociti B di produrre anticorpi verso sostanze comuni ed innocue.      Ecco dunque come nasce un' allergia, ma è solo quando il disordine si estende ai linfociti B che si pongono le basi per una malattia autoimmune. In questo caso i suddetti linfociti perdono la memoria immunitaria, che permette loro di riconoscere le caratteristiche proprie dell' organismo di cui sono parte, e iniziano a produrre anticorpi che andranno ad aggredire paradossalmente le proprie strutture, innescando così infiammazioni croniche, con manifestazioni diverse a seconda del bersaglio.      Nella maggior parte dei casi tuttavia, e per fortuna, questa evenienza (la più grave) non si verifica, e l' origine della malattia autoimmune va ricercata in una condizione oggigiorno divenuta ormai comune: l' iperpermeabilità intestinale.   Con questa definizione s' intende un' anomalia della parete intestinale che consente il passaggio attraverso di essa, e quindi l' assorbimento, di molecole e strutture relativamente grandi, prima di essere adeguatamente digerite. Questo è dovuto essenzialmente ad uno stato infiammatorio, spesso subclinico e aspecifico, che modifica la struttura dei tessuti, allentando i legami delle cellule della mucosa che tappezza la parete intestinale. Le cellule, divenute meno coese, danno origine così a delle fenditure, trasformando l' intestino in una specie di colabrodo, per la presenza di varchi che permetteranno appunto a molecole ancora indigerite di attraversare la parete, passando nel sangue della grande circolazione. A monte di questo stato infiammatorio può esserci un' infezione latente, un disordine della flora intestinale, ma più spesso si tratta di depositi di rifiuti tossici che si annidano sulla parete intestinale, accumulatisi in seguito a cattive abitudini alimentari, che danno luogo a piccoli focolai infiammatori silenziosi.

A completare l'opera ci pensa poi il regolare consumo di cibi e bevande ad effetto fortemente espansivo, come zucchero, dolciumi, alcolici, bevande industriali, frutta e verdure di origine tropicale, succhi di frutta ecc. A questo punto, come si può immaginare, il sistema immunitario, riconoscendo queste sostanze come estranee, le attaccherà con anticorpi specifici, dando luogo alle ben note reazioni anomale oggi tanto diffuse, che costituiscono la maggior parte delle allergie e delle intolleranze alimentari. Succede però talvolta che gli antigeni di queste sostanze (particolari chimico-strutturali che caratterizzano l' identità di una sostanza contro la quale l' organismo ospite produce specifici anticorpi) presentino delle somiglianze con caratteristiche di cellule o molecole proprie dell' organismo in questione (un fenomeno chiamato "mimetismo molecolare"), e così gli anticorpi prodotti verso ciò che viene percepito come un invasore finiranno per aggredire anche queste ultime. Per esempio, è stato accertato che l' albumina del latte vaccino ha notevoli somiglianze con il collagene delle articolazioni, e così gli anticorpi indirizzati alla proteina del latte colpiranno anche le strutture articolari, dando luogo all' artrite reumatoide. Anche il diabete tipo 1 (quello cosiddetto giovanile) sembra avere a che fare con alcune proteine dellatte per motivi analoghi: in questo caso il bersaglio sono le cellule pancreatiche delle isole di Langherans che producono insulina. Il quadro eziologico di queste gravi patologie non sarebbe però completo senza citare almeno il ruolo dei metalli pesanti con cui veniamo in qualche modo a contatto, a causa dell' ormai ubiquitario inquinamento ambientale (anche di questo ho parlato nell' articolo "I metalli pesanti nell' ambiente e nel cibo più diffusi di quanto si pensi").

Si pensi che dal 1900 fino ad oggi sono state immesse nell' ambiente più di 80.000 sostanze chimiche, di cui però solo 550 sono state testate. Della loro correlazione con le malattie autoimmuni se ne parla estesamente, fra l' altro, in un libro forse unico nel suo genere, "The Autoimmune Epidemic" di Donna Jackson Nakazawa. Ma per sapere tutto sui pericoli ambientali cui siamo esposti anche senza saperlo, sui pericoli e le frodi che si nascondono nei cibi, e non solo, che acquistiamo, consiglio l' ottimo ebook dell' amico Amos Boilini "L' Inganno del Cibo". Intanto ecco alcuni riferimenti bibliografici a sostegno delle affermazioni da me fatte in questo articolo: - "Plasma lipids and lipoprotein in vegetarians and controls", New England Journal of Medicine, 292: 1148-51, 1975;
- "Summary of lessons from the Framingham Heart Study", Framingham, Mass., sept. 1983;
- "Antibody responses to gut bacteria in ankilosing spondylitis, rheumatoid arthritis, Crohn' s disease and ulcerative colitis", Rheumatol. Int, 1997, 17 (1), pag. 11-16;
- The mechanism of autoantibody formation to cartilage in rheumatoid arthritis: possible cross-reaction of antibodies to dietary collagens with analogous type II collagen", Clin. Immunol. Immunopatol., 1996, 79, pag. 142-54;
-"Cow's milk consumption, disease-associated autoantibodies and type 1diabetes mellitus", Diabet. Med., 1998, 15, pag. 730-738. Michele Nardella

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