D'un tratto nel folto bosco

Non c’era nessuno in tutto il paese che potesse insegnare ai bambini che la realtà non è soltanto quello che l’occhio vede e l’orecchio ode e la mano può toccare, bensì anche quel che sta nascosto alla vista e al tatto, e si svela ogni tanto, solo per un momento, a chi lo cerca con gli occhi della mente e a chi sa ascoltare e udire con le orecchie dell’animo e toccare con le dita del pensiero.
Amos Oz


martedì 9 ottobre 2012

Terremoto Emilia: i soldi raccolti con gli SMS non sono mai arrivati ai terremotati - di Vincenzo Borriello


Ricordate il terremoto che ha sconvolto parte dell’Emilia Romagna alla fine dello scorso maggio? Ricordate la raccolta di denaro attraverso gli sms da 2,00 euro? Ebbene, furono raccolti poco più di 15 milioni. Una bella sommetta da destinare ai Comuni colpiti dal sisma. Una somma raccolta grazie alla generosità degli italiani che, nonostante siano ampiamente tassati, nonostante i meriti della ricostruzione se la prenda sempre il Governo in carica non mancando mai di ricordarci che per quella tale ricostruzione sono stati versati tot milioni, il denaro degli sms non è mai giunto a destinazione. Il motivo? Questioni burocratiche! Una lunga burocrazia che,però, dovrebbe garantire anche trasparenza. Su questo aspetto, però, meglio non metterci la mano sul fuoco, non si sa mai. Franco Gabrielli, capo della Protezione Civile, prova a dare una spiegazione attraverso le pagine del Corriere:
«Purtroppo l’iter non si può comprimere più di tanto, se si vuole assicurare trasparenza. Innanzitutto una precisazione sulla cifra, i 15 milioni non sono versamenti ma promesse di versamento. La differenza è sottile ma decisiva. Nel senso che i vari gestori (Tim, Vodafone, Wind eccetera) prima di versare alla Tesoreria dello Stato l’importo corrispondente agli sms, devono effettivamente incassare la cifra. Io posso anche inviare un messaggio ma se poi per qualche ragione non lo pago, il gestore non versa».
Non si capisce perché questo paese è sempre in ritardo su tutto. E pensare che quando si tratta di trasferire denaro ai gruppi parlamentari, l’iter è più che rapido. Non vogliamo comunque scadere nel qualunquismo ma solo far notare che in italia è difficile anche fare beneficenza a chi davvero ne ha bisogno. la prossima volta, sperando non ce ne sia bisogno, forse sarebbe il caso di trovare un sistea alternativo per inviare denaro a chi ne ha bisogno ed evitare di tenere i soldi a deposito sui conti di grandi gruppi commerciali come Tim, Vodafone e Wind.

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