D'un tratto nel folto bosco
Non c’era nessuno in tutto il paese che potesse insegnare ai bambini che la realtà non è soltanto quello che l’occhio vede e l’orecchio ode e la mano può toccare, bensì anche quel che sta nascosto alla vista e al tatto, e si svela ogni tanto, solo per un momento, a chi lo cerca con gli occhi della mente e a chi sa ascoltare e udire con le orecchie dell’animo e toccare con le dita del pensiero.
Amos Ozlunedì 2 luglio 2012
Egitto: traffico di organi rubati a profughi da Eritrea, Etiopia, Sudan
Per i disperati che fuggono da guerra e fame c’è ora un nuovo orrendo pericolo: trafficanti d’organi che si presentano loro come “passatori” che dovrebbero far arrivare fino ad Israele.
Ci sono due tribù beduine che controllano e si contendono questi traffici. Per rendersi conto degli interessi in gioco basta pensare che un fegato è “quotato” fra i 15 e 25.000 dollari, cifra che ha abbondantemente giustificato la nascita di un’orrenda attività criminale organizzata con ambulanze e perfino con una rudimentale clinica per l’espianto. Secondo testimoni e ong per i diritti umani sono decine gli immigrati africani a cui questo orrore è costato la vita Quelli che sono riusciti a sopravvivere sono stati trovati accecati, con gli arti amputati, alcune donne violentate, hanno raccontato fonti mediche e della sicurezza. Il presidente dell’associazione dei diritti dell’uomo nel Sinai Hamdi el Azzawi ha affermato che corpi sono stati ritrovati senza cuore, reni e denti. Un’altra fonte ha aggiunto che gli immigrati vengono uccisi con un colpo alla testa. Per chiudere la questione, la tribù di Al Tayah ha organizzato un attacco con armi automatiche in cui Soliman el Nakhlawi e il fratello, responsabili del traffico, sono stati uccisi. Ma alcune fonti fanno notare che l’uomo non era l’unico a trafficare in organi umani nella regione.
fonte: corriere canadese
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