D'un tratto nel folto bosco

Non c’era nessuno in tutto il paese che potesse insegnare ai bambini che la realtà non è soltanto quello che l’occhio vede e l’orecchio ode e la mano può toccare, bensì anche quel che sta nascosto alla vista e al tatto, e si svela ogni tanto, solo per un momento, a chi lo cerca con gli occhi della mente e a chi sa ascoltare e udire con le orecchie dell’animo e toccare con le dita del pensiero.
Amos Oz


venerdì 30 novembre 2012

La guerra ambientale è in atto - Intervento de Gen. Fabio Mini

Inchiesta di Videolina sulle scie chimiche

Napolitano si alza lo stipendio. Uno schiaffo agli Italiani



Nel settore pubblico Re Giorgio è l’unico ad aver salvato lo stipendio dalla spending review: nel 2013 ai 239.192 euro che prende, ne aggiungerà altri 8.835. Pure per le toghe zero tagli.
“Il bel gesto evidentemente non è arrivato. Dopo anni di tagli ai costi della politica, la rabbia popolare e la scure calata anche dal governo di Mario Monti, l’unico a non avere tirato la cinghia nelle istituzioni italiane è Giorgio Napolitano. Certo, nessuno ha osato toccare lo stipendio personale del presidente della Repubblica, aspettando quel bel gesto che non è arrivato. Ma fa impressione scoprire che lo stipendio di Napolitano sarà l’unico in tutto il comparto pubblico ad aumentare nel 2013.

La notizia è nascosta fra i trasferimenti del ministero dell’Economia sui costi della politica raccontati dalla tabella 2 allegata alla legge di stabilità”, spiga il vicedirettore di Libero, Franco Bechis, sul quotidiano di venerdì 30 novembre. Dal Quirinale arriva uno schiaffo agli italiani: Napolitano si alza lo stipendio. Nel comparto pubblico, Re Giorgio è l’unico ad aver salvato la paga dalla spending review: nel 2013 ai 239.192 euro che già prende, ne aggiungerà altri 8.835. L’inquilino del Colle ignora la rabbia dei cittadini tartassati e non si cura nemmeno della spending review che investe gli organi dello Stato. E anche le toghe sfuggono ai tagli: Csm, ermellini, Tar e Corte dei Conti potranno spendere di più.

Memorandum di uno Smemorato: L'Uomo ha perso. Ha vinto la farfalla.

Memorandum di uno Smemorato: L'Uomo ha perso. Ha vinto la farfalla.: di Francesco Salistrari. L'umanità è stata sconfitta. Sconfitta da sé stessa e dalla propria incapacità a comprendere quanto grand...

giovedì 29 novembre 2012

H.A.A.R.P un arma di distruzione di massa!


“Un improvviso sconvolgimento climatico portera’ ad una catastrofe globale di monumentali proporzioni, …portando intere nazioni a scomparire sotto il mare ed i pochi sopravvissuti a combattere per le scarseggianti risorse di cibo, acqua ed energia”. (Da un rapporto “segreto” del Pentagono).


C’E’ QUALCUNO CHE GIOCA CON I NUMERI?
Forse le date – 26 Dicembre 2002 (Ciclone Zoe in Polinesia), 26 Dicembre 2003 (terremoto in Iran), 26 Dicembre 2004, onda tsunami nelll’Oceano Indiano – sono solo una coincidenza.  Forse non è vero – al di là delle date -  che lo tsunami del Dicembre 2004, come suggeriscono alcuni siti di “cospirazionismo”,  è stato provocato da un esperimento tecnologico segreto (altri dicono addirittura “voluto”), ma questo non basta certo a scartare del tutto l’idea che con il controllo dell’atmosfera gli uomini non abbiano mai pensato di giocare. Anzi. Gli stessi sospetti dei “paranoici” riguardo al recente tsunami probabilmente non sarebbero mai potuti nascere, se le premesse, almeno generiche, per una tale follia non fossero esistite in primo luogo (la fantasia ha sempre bisogno di un appiglio reale, per poter dare i suoi frutti migliori).

IL PROGETTO H.A.A.R.P.
Nel corso dei secoli, i mutamenti climatici hanno rappresentato uno dei più potenti catalizzatori dei pensieri dell’uomo, influenzandone le credenze e le azioni, gli umori e le decisioni, sempre in un modo apparentemente casuale, ma in realtà guidati dalla ferrea logica della natura.
Tuttavia dalla rivoluzione industriale ad oggi qualche ferita abbiamo incominciato ad infliggergliela, e la Terra oggi non è certo più quella dei giorni antichi, dove tutto era in perfetto equilibrio bio-ambientale.
Ma mentre i più visibili sembrerebbero gli allarmi della comunità scientifica sul surriscaldamento globale, il rischio maggiore è forse quello, praticamente ignorato dai mass-media, di un mutamento climatico a scopi militari.
Esiste infatti dal 1992 un progetto del Dipartimento della Difesa Statunitense, coordinato dalla Marina e dall’Aviazione, denominato HAARP (High-Frequency Active Auroral Research Program). E’ il cuore vero e proprio del più vasto – e ben più noto – programma di “Guerre Stellari”, avviato nei primi anni Ottanta sotto le amministrazioni Reagan-Bush, che ora sta accelerando la sua corsa drogato da una spesa militare mai vista in precedenza, giustificata dal solito bipensiero orwelliano: “La guerra è pace”.
La base principale di HAARP occupa un’estesa area a Gakona, in Alaska, sul cui terreno è installata una serie di 180 piloni d’alluminio alti 23 metri, su ognuno dei quali si trovano una coppia di antenne per la banda bassa ed una per la banda alta, in grado di trasmettere onde ad alta frequenza fino ad una distanza di 350 km. Queste onde sarebbero indirizzabili verso zone strategiche del pianeta, sia terrestri che atmosferiche.
Come spesso succede, la facciata dell’operazione ha nobili scopi: lo studio accademico della ionosfera e lo sviluppo di nuove tecniche radar, che permettano agevoli comunicazioni con i sottomarini e rendano possibili radiografie di terreni, in modo da rilevare armi od attrezzature a decine di km di profondità; a conferma di ciò, è online il sito del progetto, che dipinge l’immagine di un’innocua stazione scientifica, con tanto di webcam. (1)
La realtà, come sempre, va cercata oltre la superficie.
DA TESTLA A EASTLUND
Negli anni Ottanta Bernard J. Eastlund, fisico texano del MIT di Boston, ispirandosi alle scoperte di Nikola Tesla, registrò negli Stati Uniti il brevetto n° 4.686.605 denominato “Metodo ed attrezzatura per modificare una regione dell’atmosfera, magnetosfera e ionosfera terrestre”, a cui ne fece seguire altri undici. In uno di questi era descritta la proprietà riflessiva della ionosfera per utilizzi come “sistemi di raggi energetici”, “esplosioni nucleari graduali senza radiazioni”, “sistemi di rilevamento e distruzione di missili nucleari” e “sistemi radar spaziali”.
Alcune di queste invenzioni furono acquisite dalla ARCO, proprietaria di ampie riserve di gas naturale in Alaska, le quali potevano in questo modo essere riconvertite in energia elettrica redistribuibile tramite la ionosfera ai propri clienti in tutto il mondo: la visione di Tesla di distribuire energia senza fili e gratis nelle case di tutto il mondo stava in parte per realizzarsi, seppur concettualmente distorta da forti interessi economici. (Su Nikola Tesla, un genio tanto ignoto alla storia quanto è grande il debito dell’umanità nei suoi confronti, è in preparazione una apposita scheda).
Inoltre, queste invenzioni rendevano possibile manipolare il clima, quindi creare pioggia quando necessario per favorire l’agricoltura o neutralizzare fenomeni distruttivi quali tornado ed uragani.
A questo punto entrò in scena il governo, e la storia si fece più complicata.
Tutti i brevetti di Eastlund vennero dapprima sigillati sotto un ordine di massima segretezza, per poi passare alla E-Systems, una delle maggiori fornitrici di tecnologie avanzate ai servizi segreti di molte potenze mondiali, assorbita poi dalla Raytheon, una delle quattro maggiori fornitrici della difesa Usa, produttrice dei missili Tomahawk, Stinger (questi spesso finiti nelle mani di paesi “canaglia” e gruppi terroristici”), e dei famigerati Bunker Buster. Le connessioni con il potere sono riassumibili nella figura di Richard Armitage, oggi Vicesegretario di Stato e Viceministro degli Esteri nell’amministrazione Bush. Armitage, già consulente, membro del consiglio d’amministrazione, firmatario e convinto sostenitore del PNAC, risulta anche implicato in molte operazioni segrete della CIA dal Vietnam ad oggi.
Secondo le scoperte di Eastlund, dirigere la potenza di HAARP verso uno specifico punto della ionosfera la farebbe riscaldare al punto da innalzarla fisicamente, in modo da creare un rigonfiamento altamente riflettente, definito da lui “effetto lente”, in grado di convogliare i raggi sulla terra con effetti devastanti: la potenza di tali onde sarebbe tale da provocare modificazioni molecolari dell’atmosfera, causando – a seconda delle diverse frequenze – cambiamenti climatici, la possibile disgregazione di processi mentali umani, e forse anche, appunto, effetti sui movimenti tettonici di magnitudine imprecisata.
STRATEGIE GLOBALI
Gli avvenimenti geopolitici attuali potevano essere intuiti già anni fa, leggendo profetici libri come la Grande Scacchiera di Zbygniew Brzezinsky, del 1997, o i testi programmatici del PNAC, Project for a New American Century, dello stesso anno.
lo stesso possiamo fare ora analizzando scritti e dichiarazioni di influenti pensatori ed alti vertici militari, rispetto ad un futuro relativamente vicino.
Lo stesso Brzezinsky, consigliere della Sicurezza ai tempi di Carter, già nel 1970 scriveva nel suo libro “Tra due Età’”: ” La tecnologia renderà disponibile, ai leader delle principali nazioni, tecniche per condurre operazioni di guerra segrete, che richiederanno l’impiego di un esiguo numero di forze di sicurezza [...] Tecniche di modificazione climatica potranno essere impiegate per produrre prolungati periodi di siccità o tempesta”. Risalgono infatti a quei tempi, seppur in forma rudimentale, i primi studi relativi alla guerra climatica, come il Progetto Popeye per estendere la stagione dei monsoni in Vietnam.
Il documento più interessante è lo studio redatto da sette ufficiali dell’esercito Usa nell’Agosto del 1996, intitolato: ” Il clima come moltiplicatore di potenza: averne il controllo nel 2025″, nato da una direttiva del Comandante delle forze aeree statunitensi, tesa a stimolare un dibattito intellettuale tra i membri dell’esercito, in cui si afferma: “Nel 2025 le forze aereospaziali Usa potranno avere il controllo del clima se avranno capitalizzato le nuove tecnologie sviluppandole nella chiave delle applicazioni di guerra. [...] Dal miglioramento delle operazioni degli alleati e dall’annullamento di quelle del nemico tramite scenari climatici “su misura”, alla completa dominazione globale delle comunicazioni e dello spazio, la modificazione climatica offre al chi combatte una guerra un’ampia gamma di possibili modi per sconfiggere o sottomettere l’avversario”. (2)
Questi propositi sono confermati da un successivo studio del 2003, intitolato “Padroneggiare l’ultimo campo di battaglia: i prossimi avanzamenti nell’uso militare dello spazio” ad opera del Project Air Force della Rand Corporation, un think-thank legato alle lobbies del petrolio e delle armi che ha avuto come amministratore Donald Rumsfeld, e nel cui consiglio di amministrazione figura Lewis Libbey, socio fondatore del PNAC ed attuale direttore del personale di Dick Cheney.
Il concetto alla base di questo rapporto è la “Full Spectrum Dominance”, vale a dire una politica di eccezionali investimenti militari mirati alla conquista ed al mantenimento di una posizione di superiorità nello spazio, se non addirittura di un suo controllo assoluto.
Il che obbligherebbe chi volesse contrastare l’impero a farlo esclusivamente via terra e mare.
Al riguardo, sono particolarmente significative le parole del Comandante in Capo del comando spaziale Usa, Joseph W. Ashy: “Alcune persone non vogliono sentirne parlare. ma assolutamente siamo prossimi a combattere nello spazio. Combatteremo dallo spazio e nello spazio. Un giorno o l’altro colpiremo obiettivi terrestri – navi, aeroplani e obiettivi sulla terraferma – dallo spazio.”
Il 22 Febbraio del 2004, l’Observer ha pubblicato un rapporto “segreto”, commissionato da Andrew Marshall, influente consigliere di Rumsfeld, che sarebbe sfuggito al Pentagono, e che conclude: “Un improvviso sconvolgimento climatico porterà ad una catastrofe globale di monumentali proporzioni, che comprende una guerra nucleare e disastri naturali, portando intere nazioni a scomparire sotto il mare ed i pochi sopravvissuti a combattere per le scarseggianti risorse di cibo, acqua ed energia”.
Può sembrare la descrizione di un futuro remoto da film Hollywoodiano, ma già nel 2006 avverrà il lancio dimostrativo nella stratosfera del Falcon, un drone armato di testate nucleari in grado di volare all’altezza di 100.000 piedi, alla velocita’ di 12 volte quella del suono, virtualmente inattaccabile, i cui futuri sviluppi lo renderanno in grado di colpire ovunque partendo dal territorio degli Stati Uniti.
Il 2006 è anche l’anno in cui HAARP verrà dotato dei restanti trasmettitori, portandolo alla massima potenza. Sempre per aiutare l’agricoltura?
LA COMUNITA’ SCIENTIFICA
Sono molte le voci di protesta riguardanti questi folli e distruttivi progetti. Fra queste, la scienziata di fama mondiale Rosalie Bertell denuncia che “gli scienziati militari degli Stati Uniti stanno lavorando sui sistemi climatici come potenziale arma. I metodi includono l’accrescimento delle tempeste e la deviazione dei fiumi di vapore dell’atmosfera terrestre per produrre siccità o inondazioni mirate”. Richard Williams, fisico e consulente dell’Università di Princeton, dice che “i test di surriscaldamento della ionosfera sono un atto irresponsabile di vandalismo globale [...] HAARP potrebbe essere un serio pericolo per l’atmosfera terrestre. Con esperimenti di questo tipo, potrebbero essere fatti danni irreparabili in poco tempo”.
Alcuni ricercatori già oggi sospettano dei collegamenti con i recenti sconvolgimenti climatici, terremoti, uragani, maremoti, diffuse siccità. (3)

LA RUSSIA
Il Parlamento Russo, la Duma, ha rilasciato nel 2002 il seguente comunicato, firmato da 188 deputati: “Sotto il programma HAARP, gli Stati Uniti stanno creando nuove armi geofisiche integrali, che possono influenzare gli elementi naturali con onde radio ad alta frequenza. Il significato di questo salto è comparabile al passaggio dall’arma bianca alle armi da fuoco, o dalle armi convenzionali a quelle nucleari”. Alcuni scienziati temono che la ionosfera possa collassare per squilibrio elettrico, concludendo: “Possiamo davvero rischiare di manomettere qualcosa che ancora non comprendiamo del tutto, e che appartiene ad ogni forma di vita (non solo umana) su questo pianeta?”
Recentemente il presidente russo Putin ha annunciato di aver sviluppato un nuovo tipo di missile balistico telecomandato, in grado di mutare tragitto durante il viaggio e rendendo dunque virtualmente inutile la difesa dello scudo spaziale: che sia un bluff o no, è certo che i progetti militari Statunitensi degli ultimi anni hanno generato una corsa agli armamenti senza precedenti che andrebbe decisamente ridimensionata e regolamentata; purtroppo, ciò viene ostacolato dal fatto che l’unica superpotenza rimasta si sia arrogata il diritto di giudicarli a seconda dei propri interessi come malvagi o meno, venendo così di fatto a creare le premesse per una nuova guerra fredda di dimensioni globali.
La Russia stessa ha portato avanti alcuni progetti basati sulle scoperte di Tesla fin dagli anni Cinquanta, in parallelo alle sperimentazioni degli Stati Uniti, salvo poi rallentarli anche a causa del collasso economico. Chissà se un certo Emmanuel Todd, il ricercatore francese che predisse la fine dell’ impero sovietico nel 1976 (“Il crollo finale”), non abbia ragione ancora questa volta: analizzando gli stessi indicatori, nel suo ultimo lavoro “Dopo l’impero”, del 2003, ha preannunciato la dissoluzione dell’ultima restante superpotenza.
Per ora, la Cina tace.
Come affermò Brecht: “La scienza, al servizio del potere, crea solo danni all’intera Umanità”.
Scritto da Roberto Toso per www.luogocomune.net
Fonti: The New York Times, Heart Island Journal, BBC, Canadian Working TV, Earthpulse Press, altre.

TERRA REAL TIME: L'ONU vuole il controllo di Internet.

TERRA REAL TIME: L'ONU vuole il controllo di Internet.: Fonte: hearthaware.wordpress.com   La prossima settimana sarà decisiva per il futuro di Internet. Le Nazioni Unite hanno reclamato il p...

Cerchio o Ellisse? - E' così che ci fottono!

Nubifragio in Toscana e tornado F2 a Taranto. Fenomeni climatici naturali?

Ecuador: il presidente vuole intercettare "velivoli Usa che rilasciano fumi"...



Il Presidente dell'Ecuador Rafael Correa dichiara alla stampa che intende far intercettare e costringere all'atterraggio gli aerei di una società americana accusati di "fumigare", ovvero di "rilasciare fumi"...

mercoledì 28 novembre 2012

Un tornado di contraddizioni




Marco Cedolin

Mentre un tornado s'invortica sull'ILVA di Taranto, abbattendone le ciminiere proprio nel giorno in cui il governo si appresta a decidere il futuro del cancrificio della famiglia Riva, segno di un destino beffardo o piuttosto del fatto che gli strumenti di controllo climatico hanno ormai raggiunto una perfezione in grado di stupire anche il "complottist
a" più consumato, l'Italia intera continua a girare in tondo, senza trovare una sola coordinata alla quale potersi aggrappare....


I dati oggettivi provenienti dalle più svariate fonti, seppur edulcorati nel nome del politicamente corretto, raccontano un paese che sta crollando su sé stesso, vittima di una demolizione controllata messa in atto con cura certosina. Crollano i redditi delle famiglie, crollano i consumi, crollano i posti di lavoro, crollano le imprese, crolla la qualità e la quantità dei servizi pubblici, crollano le prospettive occupazionali e la capcità di arrivare a fine mese attraverso qualche alchimia, crolla la fiducia nel futuro e perfino il convincimento che sia possibile averlo, un futuro.

I banchieri golpisti diretti dall'usuraio Mario Monti continuano a dispensare le riforme necessarie per la demolizione controllata, mentre i camerieri politici, recentemente degradati al ruolo d'impiegati le "firmano" senza proferire parola.
Dopo avere eliminato il "fardello" delle pensioni, creando il dramma degli esodati e quello ben più grande di tutti coloro che pur pagando i contributi una pensione non la vedranno mai, lo stesso Monti sembra intenzionato a volgere la sua attenzione verso il sistema sanitario, da lui giudicato economicamente insostenibile per le casse dello stato.
Quello stesso stato che senza porsi alcun problema dissipa miliardi per la guerra e per le grandi opere di "mafia" ( gli F35 ed il TAV sono solo due esempi), ma nonostante una pressione fiscale fra le più alte al mondo sembra aver deciso che per garantire la sopravvivenza dei cittadini non c'é più una lira (o meglio un euro), ragione per cui é giunta l'ora che inizino ad arrangiarsi in qualche modo.

Smantellate le pensioni e smantellata la sanità pubblica, tramite cessione ai privati, in un paese dove non c'é lavoro e quel poco esistente diminuisce quotidianamente, le prospettive attraverso le quali "arrangiarsi" non sembrano poi molte e il ventaglio delle scelte finisce per ridursi a quella di mettersi un cappio al collo volontariamente o lasciare che l'inedia e le malattie lo facciano per te.

Ma mentre i tornadi imperversano, scuotendo il paese fin nelle fondamenta, il popolo italiano sembra non accorgersi di nulla e continua ad eseguire pedissequamente tutto ciò che gli viene ordinato dalla TV. S'infervora dinanzi alle campagne elettorali dei camerieri degradati, che quando torneranno in parlamento non avranno alcuna voce in capitolo, così come non ne hanno oggi. Corre a milioni alle urne per regalare due euro ad una pletora di buffoni senza arte nè parte. E soprattutto si recherà a votare in primavera una delle congreghe di faccendieri che lavorano per Mario Monti e una volta insediatasi nel consiglio di amministrazione della "banca Italia" di euro ne pretenderà molti ma molti di più, fintanto che il cappio non sarà ben chiuso e la persona deprivata di ogni avere potrà venire smaltita in quanto rappresenta un peso "insostenibile" per la società.

In fila per tre, dai qua i due euro, cosa vuoi, Legacoop Bersani, liberista Renzi, reduce della sinistra Vendola, faccia pulita ambientalista Puppato o democristiano pentito Tabacci? Spicciati che il tempo é denaro e tanto si tratta di attori che non valgono un cazzo, vincerà Bersani e la commedia é venuta pure male. Avanti i prossimi, in fila per tre, due euro qui e muovete quelle ginocchia che fra pochi giorni inizia la sceneggiata del PDL e si ricomincia daccapo.

Ocse: servono altre misure di rigore in Italia!


New York - Le previsioni dell'Ocse non fanno pensare a nulla di buono per l'Eurozona. L'ente ha rivisto al ribasso, rispetto a sei mesi fa, le previsioni economiche sulla maggior parte dei paesi avanzati, parlando di una ripresa "esitante e diseguale" nei prossimi due anni. Presentando l'ultima edizione dell'Economic Outlook a Parigi, il segretario generale Angel Gurria ha ribadito che la crisi sui debiti costituisce il maggior fattore di rischio sulla ripresa mondiale, ma anche il "fiscal cliff" negli Usa ha un potenziale negativo. Persino la Germania, motore dell'economia europea, subira' una brusca frenata tra quest'anno e il 2013. Nel suo World economic outlook, l'organizzazione ha tagliato la crescita tedesca allo 0,6% dal +2% stimato in maggio. Il Pil dell'area euro sara' del +1,4% nel 2012, mentre il tasso di disoccupazione salira' al 12%. L'Ocse avverte poi l'Italia, che nonostante quanto dica il premier Mario Monti, potrebbe aver bisogno di "misure supplementari" sui conti pubblici per centrare i suoi obiettivi di risanamento, mentre ha consistentemente rivisto in peggio le sue previsioni su deficit e debito. "Gli interventi sulla produttivita' sono impressionanti, ma vanno costantemente implementati se si vogliono produrre risultati", si legge nel report. Per questo motivo un inasprimento fiscale e' auspicabile anche nel 2014 per risanare i conti. Sull'allarme e' interventuo il ministro dell'Economia Vittorio Grilli, che ha voluto rassicurare gli italiani, dicendo che non ci sara' "nessuna nuova manovra". Ora sul 2012 l'ente parigino si attende un deficit-Pil italiano al 3%, a fronte dell'1,7% previsto sei mesi fa e del 2,6% stimato dal governo, mentre sul 2013 è atteso un 2,9% e sul 2014 una risalita al 3,4%, di nuovo al di sopra della soglia Maastricht. Sul debito pubblico è previsto un continuo ampliamento, al 127% del Pil quest'anno, dal 119,8% del 2011, e poi al 129,6% nel 2013 e al 131,4% nel 2014. Le previsioni sul Pil del nostro paese sono del -2,2% (da -2,4%) per quest'anno, del -1% l'anno prossimo e del +0,6% quello successivo. Quanto al tasso di disoccupazione, sara' del 10,6% quest'anno e salira' all'11,4% nel 2013 e fino all'11,8% nel 2014. A pesare sulla crescita e' il peggior calo dei consumi dalla Seconda Guerra Mondiale. In ambito di politica monetaria, l'organizzazione e' convinta che la congiuntura difficile spingera' Mario Draghi ad abbassare ancora il costo del denaro. La riduzione dei tassi sara' di 25 punti base, a dicembre. La Federal Reserve e la Banca del Giappone non agiranno, ma quest'ultima dovrebbe aumentare le misure straordinarie di allentamento monetario, i cosidetti programmi di Quantitative Easing, almeno fino a quando l'inflazione non si stabilizzera' fermamente all'1%. Sempre secondo le stime dell'Ocse, le banche dell'area euro hanno bisogno di 400 miliardi di euro di capitali freschi.
http://www.wallstreetitalia.com/article/1464443/crisi/ocse-bce-ridurra-tassi-a-dicembre-servono-altre-misure-di-rigore-in-italia.aspx

La strada verso il baratro


La Strada Verso il Baratro

di Fabrizio Tringali
 Il governo Monti ha compiuto un anno. Per celebrare l'evento, Palazzo Chigi ha diffuso una lunga nota ufficiale, denominata “appunti di viaggio”, che riassume quanto è stato fatto in questi dodici mesi. Un documento pieno di menzogne e diomissioni (come ad esempio il dato relativo alla disoccupazione giovanile, salita dal 27 al 35 per cento). Ma le balle potevamo aspettarcele, e basta dare uno sguardo alla tabella riassuntiva pubblicata dal Sole24Ore per apprezzare gli effetti nefasti del governo dell’austerity. Ciò che più colpisce, invece, è che finalmente alcune drammatiche verità vengono ufficialmente a galla.

1) Il mercato unico europeo non è nato per favorire la cooperazione

 Il documento ribadisce per ben due volte, con frasi evidenziate in neretto, che il Trattato di Lisbona disegna un'economia di mercato “altamente e fortemente competitiva”, in cui i singoli Stati sono chiamati a “promuovere il proprio posizionamento” cercando di “migliorare la propria situazione comparata” (ovviamente a scapito degli altri). Interessante, non vi pare? Quando mai agli italiani è stato detto con chiarezza che i trattati europei non costituiscono affatto la base di forme di collaborazione fra gli Stati, e che quella che chiamano “Unione” in realtà non è altro che un teatro di guerra economica dove ciascuno deve lottare all'ultimo sangue contro tutti gli altri?
 A tutto ciò va aggiunto che noi, in quanto appartenenti all'eurozona, possiamo contare su meno armi di altri, avendo rinunciato allo strumento della flessibilità del cambio. Apriranno finalmente gli occhi quelli che pensavano che l'appartenenza al mercato unico europeo fosse, o potesse diventare, fonte di cooperazione fra le nazioni?

2) Per essere salvati dovremo cedere sovranità

 Nel paragrafo “La tabella di marcia per l’integrazione economica e democratica” (che guarda caso, a discapito del titolo, non dice assolutamente nulla sulla democrazia), si ribadisce ciò che tutti i documenti ufficiali riportano, cioè che l'accesso ai fondi cosiddetti “salva-Stati” sarà possibile solo: “per quei Paesi della zona euro che sono in regola con le condizioni poste nel quadro del semestre europeo e del Patto di stabilità e crescita”, cioè solo per chi seguirà alla lettera e senza discussione i diktat della Commissione e della BCE.
 Del resto, già nel Giugno scorso, i capi di Stato avevano firmato un accordo pubblico nel quale veniva scritto, nero su bianco, che i fondi sarebbero stati utilizzati al fine di "stabilizzare i mercati per gli Stati membri che rispettino le raccomandazioni specifiche per paese e gli altri impegni, tra cui i rispettivi calendari, nell'ambito del semestre europeo, del patto di stabilità e crescita e delle procedure per gli squilibri eccessivi. Tali condizioni dovranno figurare in un memorandum d'intesa.”. Ovviamente da nessuna parte si fa menzione del fatto che quei fondi non vengono dalla Luna. Sono nostri, cioè li abbiamo versati noi agli organismi europei.

3) Monti è qui per “svendere” il tessuto industriale italiano all'estero.

 Questo è un tema di grande importanza, i cui risvolti probabilmente ancora sfuggono a buona parte dell'opinione pubblica italiana. Il documento di Palazzo Chigi sottolinea con enfasi il grande sforzo messo in campo dal premier per convincere potenziali investitori stranieri ad acquistare titoli ed aziende italiane. Pochi giorni fa, in Kuwait, Monti si è rivolto ad una platea di sceicchi dichiarando che: “i titoli a reddito fisso e le valutazione delle imprese in Italia sono bassi. E’ il momento di comprare a buon mercato perché si rivaluteranno”. Si potrebbe pensare che questa non sia una strategia sbagliata: siamo in crisi, quindi perché non importare capitali dall'esterno per favorire la ripresa economica?
 Purtroppo questa logica è sensata solo all’apparenza, perché nelle nostre attuali condizioni affidarsi all'importazione di capitali esteri è del tutto controproducente. Innanzitutto perché il primo modo con cui Monti ha reso “appetibili” le aziende italiane è stato quello di attaccare i diritti dei lavoratori: ecco spiegato l'accanimento contro l'articolo 18, anche se è noto che per la maggioranza degli imprenditori italiani lo statuto dei lavoratori non è un problema. Naturalmente tutto ciò determina il depauperamento delle condizioni di vita dei lavoratori italiani, che vedono disperdersi diritti e salario, con ovvi effetti recessivi. Altro che uscita dalla crisi!
 Ma c'è di peggio. Abbiamo visto che Monti cerca di convincere i potenziali acquirenti esteri fornendo loro la prospettiva di una rivalutazione a breve-medio termine del capitale impiegato in Italia. Immaginiamo che gli sceicchi seguano il suo consiglio acquistino titoli e imprese italiane. L'afflusso di capitali, probabilmente, determinerebbe nell'immediato alcuni effetti positivi (aumento dell'occupazione, segnali di ripresa economica e così via). Difficilmente però questo consoliderebbe l'economia del Paese, sia perché buona parte dei profitti se ne tornerebbe a casa degli sceicchi, sia soprattutto perché nel frattempo le criticità strutturali dell'eurozona non sarebbero state risolte. Non essendo state rimosse le cause scatenanti della crisi, sugli asset italiani continuerebbe a gravare una forte incertezza che determinerebbe la minaccia continua di perdita di valore. A un certo punto, visto che l'attesa (e promessa) rivalutazione tarderebbe a concretizzarsi, e vista l’incertezza, gli investitori prenderebbero a vendere tutto quello che avevano comprato. Le vendite determinerebbero un'accelerazione della tanto temuta svalutazione e si scatenerebbe un effetto a catena: per contenere i danni, sempre più capitali prenderebbero il volo, scatenando il caos.
 E' uno scenario da incubo, ma non è ipotetico: è esattamente quello che è sempre successo ai paesi che hanno agganciato il valore del cambio della loro moneta ad una valuta più forte e poi hanno cercato di attrarre investimenti esteri: si chiama “ciclo di Frenkel”, poiché prende il nome dallo studioso che lo ha efficacemente descritto.

 Ecco dunque la destinazione finale verso cui ci porta la strada descritta negli “appunti di viaggio” del governo Monti: il baratro.

 Altro di Fabrizio Tringali

Gianni Lannes - La guerra ambientale è in atto

Monti: “Nuove forme finanziamento o sistema sanitario a rischio”


Il premier assicura: "Il governo è un prezioso alleato" del settore. Ma la sanità pubblica è a rischio. "La crisi ha colpito tutti e ha impartito lezioni a tutti. E il comparto medico non è stato esente né immune”. Protesta la Cgil: "Vuole privatizzare? Lo dica chiaramente. E la condanna dei ceti meno abbienti è già in corso". Bersani contrario: "Non intendo mollare"

Monti: “Nuove forme finanziamento o sistema sanitario a rischio”
Monti: “Poche occasioni per guardare al domani con speranza” – Monti ha proseguito il suo intervento sottolineando che “le proiezioni di crescita economica e quelle di invecchiamento della popolazione mostrano che la sostenibilità dei sistemi sanitari potrebbe non essere garantita” incluso quello italiano “di cui siamo fieri” e a cui puntualizza, “il ministro Balduzzi lavora incisivamente per migliorarlo ulteriormente”. Tuttavia “non sono moltissime in queste giornate, in questi mesi, le occasioni che il presidente del Consiglio o i ministri hanno per guardare all’oggi con grande conforto e per guardare al domani con grande speranza”.
Secondo il Professore oggi la priorità è trovare ”nuove modalità di organizzazione dei servizi e delle prestazioni. La posta in palio è chiaramente altissima – ha continuato Monti – l’innovazione medico-scientifica, soprattutto nella fase di industrializzazione, deve partecipare attivamente alla sfida considerando il parametro costo-efficacia un parametro non più residuale”. Monti, citando l’esempio del centro per le biotecnologie e la ricerca biomedica inaugurato a Palermo, ha sottolineato che “questo dà punti concreti di riferimento ad un Paese come l’Italia che ha dovuto purtroppo concentrare tantissime energie negli ultimi 12 mesi per rivedere la luce, dopo una fase nella quale abbiamo rischiato di essere travolti dall’emergenza finanziaria”. Nonostante questo il Paese, ha proseguito il Presidente del Consiglio, “deve al più presto andare in avanti verso la costruzione del proprio futuro, che non è scindibile dal futuro della comunità internazionale”. 
Balduzzi: “Ricerca deve essere trasparente. No alle raccomandazioni” – Oltre alla sfida dei nuovi finanziamenti sollevata dal premier, il ministro Balduzzi ha evidenziato l’urgenza della trasparenza nella procedura di selezione in ambito sanitario contro la ‘cattiva abitudine’ delle ‘raccomadanzioni’. “Le parole di questa mattina – ha detto – sono state sfida, transnazionalità, innovazione e sviluppo. Questo progetto è una sfida” e “ci sono le condizioni per vincerla, ma tutti devono fare la loro parte”. Secondo il ministro, “la medicina personalizzata e quella preventiva” sono “le frontiere della medicina di domani” e l’obiettivo comune, ha sottolineato, “è riuscire a conciliare sanità e sviluppo. Dopo la crisi il volano del rilancio sta in questo. Bisogna cambiare mentalità e lessico e tenere fuori dalla sanità la cattiva politica”. Che, di fatto, c’è. “Noi viviamo in una terra con qualche cattiva abitudine – ha aggiunto Balduzzi – lo spirito di clan, le raccomandazioni. Nella ricerca sanitaria ci sono invece, lo ribadisco, procedure trasparenti”. La trasparenza è proprio l’obiettivo su cui bisogna puntare perché “quello che i giovani ci chiedono è non solo mettere risorse, cosa che già stiamo facendo, ma trasparenza nelle selezioni“.
Cgil: “Vuole privatizzare? Lo dica” – Il premier Mario Monti non può permettersi certe preoccupazioni sulla sostenibilità del sistema sanitario nazionale dopo averlo ridotto all’osso. Se il Governo ha intenzione di privatizzare, come denunciamo da mesi, lo dica. Noi lo combatteremo. Ma non può affamare la bestia per poi svenderla”. Lo affermano in una nota congiunta Cecilia Taranto, segretaria Nazionale Fp-Cgil, e Massimo Cozza, segretario nazionale della Fp-Cgil Medici, commentando le dichiarazioni del premier sulla futura sostenibilità del sistema sanitario. “La privatizzazione della sanità – spiegano i due sindacalisti della Cgil – è già in corso. Vengono tagliati posti letto e servizi ospedalieri, senza potenziare i presidi sul territorio, mentre si operano tagli davvero intollerabili di cui Monti sembra accorgersi solo adesso. Vengono bloccati contratti e retribuzioni per colpire il personale, i precari vengono licenziati in modo scientifico, per indebolire ulteriormente il servizio in assenza di turn over. Se si aggiunge il costo dei ticket che inizia a rendere sconveniente il servizio sanitario nazionale il gioco è quasi fatto. Così si stanno condannando i ceti meno abbienti. Noi continueremo a combattere questa deriva per difendere il diritto alla salute di tutti cittadini – concludono – come già fatto a Roma con il grande corteo del 27 ottobre. Come dicemmo all’epoca, di tagli si può morire”. 
Anaao Assomed (associazione medici dirigenti): “Dichiarazione di default” - ”Le parole del premier Monti sono di fatto una dichiarazione di ‘default’ del sistema sanitario universalistico come quello italiano. E per la prima volta viene esplicitato il problema della sostenibilità del nostro sistema sanitario”. Ad affermarlo è il segretario nazionale dell’Anaao AssomedCostantino Troise, commentando le affermazioni del premier intervenuto in collegamento a Palermo. “Quando parla di dover trovare nuove modalità di finanziamento, Monti – avverte Troise – sembra voler aprire al privato, magari con un modello come il ‘Medicare’ americano” E si domanda se il premier sia “già in campagna elettorale?”.
Bersani: “Bisogna garantire il sistema sanitario nazionale. Su questo non mollo” – Così il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, parlando al Corriere.it commenta le parole di allarme di Mario Monti sul Ssn. “Bisogna garantirlo, ovviamente, le difficoltà saranno gravi, io non mollo sul sistema universalistico”. Per Bersani serve una riflessione sul sistema per introdurre migliori pratiche, ma “i tagli lineari non vanno bene”. “Se arriviamo a un punto in cui ci sono due sanità, per chi ha più e per chi ha meno, siamo al disastro non solo sociale ma anche economico. Penso di essere un po’ più ottimista di Monti, ma va bene che ci sia qualcuno che ritiene necessario il sistema universalistico. Il concetto basico davanti a problemi come la salute è che non c’è né povero né ricco, si deve procedere con pragmatismo ma senza derogare da quel principio perché altrimenti andiamo fuori strada completamente”.

martedì 27 novembre 2012

Bario ed alluminio: un binomio letale (articolo di Paul Fassa)



Paul Fassa si sofferma sul micidiale binomio bario-alluminio (due tra i numerosi ingredienti tossici delle chemtrails), soprattutto riferendosi alle conclusioni cui è addivenuto il neurochirurgo e tossicologo Dottor Russell Blaylock. I metalli, come è noto, non sono metabolizzati dall’organismo, dunque è necessario provare ad espellerli prima che un eccessivo accumulo determini i prodromi di patologie neurodegenerative. I collegamenti dell’articolo che abbiamo tradotto forniscono qualche suggerimento per la disintossicazione, sebbene, come osserva l’ottimo Blaylock, il vero rimedio sia l’interruzione delle attività deliberatamente finalizzate all’avvelenamento ed alla degradazione della biosfera. 

Due metalli sono costantemente rilevati in tutto il mondo in occasione delle analisi compiute sul materiale di ricaduta proveniente dalle scie chimiche: il bario e l’alluminio. Sono metalli dispersi sotto forma di nanoparticelle facilmente inalate dagli animali ed assorbite dalla piante. […] 

Il dottor Russell Blaylock, neurochirurgo in pensione, tossicologo e scrittore, che ha recentemente sfidato i medici pediatri ad inocularsi i dannosi antidoti che essi tranquillamente somministrano ai bambini, ammette che all'inizio era piuttosto incredulo circa i vari studi ed rapporti inerenti alla Geoingegneria calandestina, fino a quando cominciò ad analizzare l’intera questione.

Blaylock è convinto che le scie contengono alluminio. Egli spiega che le nanoparticelle di alluminio possono penetrare nel midollo spinale e nell'enecfalo, attraverso le narici ed i polmoni. L’alluminio in nanoparticelle genera processi infiammatori dei tessuti molto più gravi rispetto ad altre forme di alluminio ambientale, ad esempio quelle contenute negli alimenti. 

Il dottor Blaylock vede una connessione fra l’alluminio sparso dagli aerei e l'aumento delle malattie neurodegenerative, in particolare fra i giovani. Il medico si riferisce all’Alzheimer, al Parkinson ed al morbo di Lou Gehrig (noto anche come SLA, sindrome laterale amiotrofica, n.d.t.), non a disturbi e sintomi tipici dell’autismo, riconducibili, invece ai vaccini, sintomi e problemi di cui il dottor Blaylock si è occupato in modo approfondito. [1] 

Il dottor Blaylock ha anche espresso viva preoccupazione per il fatto che l’alluminio sta contaminando le piante, le colture e l’acqua “potabile”. Egli è persuaso che il problema delle scie chimiche deve essere risolto, prima che sia troppo tardi, se si intende ridurre al minimo il rischio di tossicità derivante dall’accumulo di alluminio nell’organismo. 

L’alluminio provoca danni neurologici, a meno che il nostro sistema immunitario non reagisca velocemente, eliminando questo metallo. 

Che cosa succede se il sistema immunitario è indebolito? Quali sono le conseguenze dell’’accumulo di bario? Oltre ad irritare le vie respiratorie, a provocare problemi digestivi ed ai muscoli, cuore in primis, questo metallo pesante può incidere pesantemente sul sistema immunitario.

Gli esami di laboratorio hanno permesso di concludere che il bario interferisce con l'attivazione nell’organismo dei linfociti T, le cellule che attaccano i microbi patogeni. Quando non sono direttamente coinvolti nella distruzione dei patogeni, i linfociti T promuovono altre funzioni immunitarie, compresa l’eliminazione delle cellule tumorali. 

Così le scie chimiche formano una coppia micidiale che ci rende immunodepressi. […] 

È interessante notare che l'Istituto Carnicom ha reperito nei campioni di scie chimiche cellule secche di sangue insieme con i soliti metalli pesanti, ma noi dovremmo credere nella fandonia colossale, secondo cui gli aerosol sono uno strumento per arginare il riscaldamento del pianeta.

[1] La sindrome laterale amiotrofica è una malattia neurodegenerativa progressiva, denominata anche morbo di Lou Gehrig, malattia di Charcot o malattia dei motoneuroni, che colpisce le cellule nervose cerebrali e del midollo spinale (i motoneuroni) le quali permettono i movimenti della muscolatura volontaria. La SLA è caratterizzata dal fatto che essa colpisce sia i motoneuroni che si trovano nella corteccia centrale o corticale, il cui ruolo è quello di trasportare il segnale nervoso attraverso prolungamenti che collegano il cervello al midollo spinale, sia quelli che veicolano il segnale dal midollo spinale ai muscoli. La malattia si manifesta quando l’organismo non riesce più a compensare la perdita dei motoneuroni distrutti, ovvero quando la velocità di tale processo di compensazione diventa inferiore a quella del progressivo processo di degenerazione. I sintomi iniziali sono spesso impercettibili e variano da persona a persona; comune a tutti è la progressiva perdita di forza che può interessare tutti i movimenti volontari, ma che riguarda principalmente i muscoli delle mani o dei piedi o delle braccia e/o delle gambe. Altre manifestazioni possono essere la difficoltà nel parlare, nel masticare, nel deglutire. Oltre alla debolezza, si possono avvertire rigidità (spasticità) e contrazioni muscolari involontarie (fascicolazioni), anche dolorose (crampi muscolari). Quando vengono coinvolti i muscoli respiratori, possono comparire affanno dopo sforzi lievi e difficoltà nel tossire. […] Tra le cause principali si devono individuare fattori tossico-ambientali di varia natura (virus, esposizione a metalli quali alluminio, mercurio o piombo, a veleni e pesticidi). La SLA colpisce prevalentemente individui adulti di età superiore ai 20 anni, di entrambi i sessi, con maggiore frequenza dopo i 50 anni. (Fonte: Enciclopedia Treccani, s.v. inerente)

Articolo in lingua originale: "Find out how chemtrails adversely affect your health", 2012

fonte

Medioriente: verso la III guerra mondiale?


Cosa sta succedendo in medio oriente? Fino alla settimana scorsa non si sentiva parlare da un bel po’ di Gaza e Hamas, poi di colpo sappiamo tutti quel che è successo. Ma parallelamente la questione siriana è scomparsa dalle prime pagine dei giornali, nonostante i combattimenti continuino.Ci si è invece concentrati sulla nuova coalizione di opposizione siriana riconosciuta da diversi stati tra cui l’Italia. Ma se leggiamo altri giornali la versione è diversa e Assad viene presentato come un governante afflitto da movimenti interni finanziati e sobillati dai servizi segreti degli stati stranieri.
In queste righe troverete una raccolta di notizie da varie testate di diverse nazioni. Giusto per farci un’idea di quanto complessa sia la situazione e di come parziale sia ciascun punto di vista.

Partiamo da una notizia poco diffusa in Italia: mercoledì 24 ottobreIsraele ha attaccato la fabbrica di munizioni di Yarmouk, in Sudan.
La denuncia è arrivata dal ministro sudanese dell’informazione, Ahmed Belal Osman spiegando come siano stati visti 4 aerei caccia arrivare da est.

Anche l’ambasciata sudanese in Inghilterra denuncia l’accaduto.
Israele non conferma nè smentisce ma accusa il Sudan di essere uno snodo chiave per la fornitura di armi a Hezbollah e ad Hamas.
Degli esperti del Satellite Sentinel Poject (SSP) hanno confermato il bombardamento sul sito di Yarmouk a Kartoum rilevandocrateri larghi 16 metri.
Come riferisce il portavoce del SSP Jonathan Hudson all’Associated Press - L’esplosione ha interamente distrutto due edifici e gravemente danneggiato altri 21 appartenenti al complesso militare di Yarmouk -.
Il capo di stato maggiore delle forze armate russe, il generale Nikolai Makarov, ha affermato che al Cremlino sono giunte voci circa il fatto che l’Egitto a seguito di questo attacco in Sudan ha deciso di dispiegare i suoi bombardieri e caccia nella base segreta vicino a Kursi, nell’ovest del Sudan.
Di questa base se ne era già parlato due anni fa a seguito dicablogrammi di Wikileaks dove si apprendeva che questa base nasceva per permettere all’Egitto di avere un punto di forza per uneventuale attacco all’Etiopia e alle sue dighe sul Nilo. L’Egitto infatti, trovandosi nell’ultimo tratto di percorso del Nilo, teme che dighe e altre operazioni fatte in territorio etiopico possano incidere sulla quantità e qualità di acqua sul territorio egiziano.
Il generale Makarov continua sottolineando come l’Egitto abbia anche dispiegato grandi numeri di artiglieria e soldati sui confini con la Libia.
Libia con 46,5 bilioni di barili di petrolio all’anno è la prima economia petrolifera dell’Africa con una produzione almeno 10 volte superiore a quella dell’Egitto.
Con un’invasione in Libia, sfruttando l’instabilità politica di questo momento, l’Egitto potrebbe appropriarsi delle riserve petrolifere della Libia.
Un’invasione che porterebbe alla disintegrazione delle nazioni del Nord Africa così come noi oggi le conosciamo.
Questa è una delle preoccupazioni del generale russo.
La situazione del nord Africa e del medioriente è quindi molto più complessa di quanto ci venga presentata dalla stampa occidentale.

Non solo i disordini in Siria e i conflitti, per ora verbali, tra Israele e diversi paesi arabi.
La situazione di instabilità generale dopo la primavera araba potrebbe portare ad scenari dove l’Egitto da un lato deve difendersi da possibili attività etiopiche per controllare le acque del Nilo, dall’altro potrebbe approfittare della situazione in Libia perestendere i propri confini e beneficiare delle grandi quantità di petrolio libico.
In tutto questo vanno considerate le diverse alleanze tra i paesi e lo scambio di armi e munizioni come il Sudan con i paesi antioccidentali ed antiisraeliani.
In questo contesto l’attacco di Israele alla base Sudanese e la più grande esercitazione congiunta con l’esercito americano prendono sempre più significato.
E cosa dire della mossa del presidente egiziano Morsi, poco battuta dalle agenzie di stampa italiane? Morsi con un decreto ha licenziato il procuratore generale e assunto i suoi poteri (AlJazeera). El Baradei (ex presidente dell’AIEA) scrive su twitter: “ha oggi usurpato tutti i poteri dello Stato e si è di fatto autoproclamato nuovo faraone” e aggiunge: “un duro colpo per la Rivoluzione che potrebbe avere conseguenze terribili”. (ANSA).
Inutile raccontare della recente escalation tra Hamas ed Israele.
Questa panoramica di collage di notizie dal mondo ci fa capire come l’equilibrio in medioriente sia decisamente instabile.
A tutto questo non va dimenticato di aggiungere la pesante crisi che sta vivendo il mondo occidentale.
Avvicinamento alla III guerra mondiale? Staremo a vedere

Tratto da Dionidream.com