La Piccola Era Glaciale (PEG) prossima ventura determinata dal minimo solare attuale era stata già prevista dalle teorie di Theodor Landscheidt.
Theodor Landscheidt, astronomo e climatologo tedesco scomparso nel 2004, si può considerare un antesignano del raffreddamento climatico globale che sta per schiudersi tra pochi anni.
Il suo straordinario lavoro “New Little Ice Age – Instead of Global Warming?” è stato pubblicato postumo dal Schroeter Institute for Research in Cycles of Solar Activity da lui fondato a Brema e successivamente trasferito in Canada.
Landscheidt fu sicuramente un uomo eclettico, parlava correttamente cinque lingue (tra cui l’italiano), aveva studiato filosofia, astronomia, scienze naturali e perfino giurisprudenza. Si laureò nel 1955 a Göttingen, ma fu sempre un ricercatore indipendente con un’ampia cultura interdisciplinare.
Il suo interesse alla climatologia era derivato dalla profonda conoscenza dei cicli solari che hanno sempre illuminato i suoi studi.
Nel suo studio pubblicato nel momento di maggior trionfo della teoria del Anthropic Global Warming (riscaldamento globale determinato dall’attività umana) creò a suo tempo ilarità nella comunità scientifica che vedeva la Terra come futura preda di una desertificazione massiva.
Nel suo lavoro Landscheidt sin dal titolo poneva un interrogativo inquietante: ci sarà una Nuova Piccola Era Glaciale invece di un Riscaldamento Globale?
Egli, dopo un’accurata analisi della variabilità dei cicli solari, ponendosi in netto contrasto già all’inizio degli anni 2000 con le speculazioni dell’IPCC, istituzione dell’ONU deputata al controllo climatico planetario, che prevedeva un innalzamento della temperatura planetaria di quasi 6°C nei futuri 100 anni, suggeriva al contrario la prossima insorgenza di un periodo di raffreddamento climatico globale che avrebbe avuto il suo apice intorno al 2030.
La sua previsione era basata sulla relazione presente tra il minimo solare di Gleissberg degli anni ’80-’90, associato ad un clima fresco presente sulla Terra, e il ciclo solare di 83 anni determinato dal cambiamento del momento angolare del centro di massa del sistema solare secondo lui correlato al comportamento dei cicli solari .
Secondo i suoi studi i comportamenti futuri di questi cicli e le loro ampiezze possono essere calcolati e previsti, tanto da poter supporre che i prossimi minimi solari porteranno forti raffreddamenti climatici con apice intorno al 2030 e al 2200 e che saranno molto simili al minimo di Maunder registrato in Europa tra il 1645 e il 1715.
Egli aveva formulato le sue teorie in base a previsioni di tipo astronomico che, peraltro, avevano già avuto conferma nel previsto comportamento climatico del El Nino, nei tre anni precedenti alla pubblicazione del suo ultimo lavoro nel 2004.
Bisogna premettere che Landshieldt ha sempre pensato che il Sole fosse il vero motore del clima affermando senza mezzi termini in suo lavoro del 1998: “la circolazione atmosferica, che è la causa della variabilità meteorologica, è diretta dall’energia solare”.
Ritornando al come Landscheidt potesse prevedere l’andamento delle fluttuazioni dei cicli solari, bisogna sottolineare che egli prendeva fondamentalmente in considerazione le variazioni nel tempo del centro di massa del Sistema Solare (o baricentro del Sistema Solare) che è diversamente posto rispetto il centro di massa del Sole (o baricentro del Sole) perché determinato dalla posizione nello spazio di tutti i pianeti del Sistema Solare rispetto al Sole. Quindi il suo scopo era determinare quale era la capacità di interferire sull’attività solare dei pianeti del Sistema Solare, soprattutto i pianeti giganti come Giove o Saturno, ed in particolare quale era il momento angolare orbitale dell’intero Sistema Solare rispetto al centro di massa del Sole.
Il momento angolare orbitale in meccanica quantistica è l’analogo classico del momento della quantità di moto della meccanica classica ed è il generatore delle rotazioni nello spazio.
Il momento della quantità di moto o impulso angolare di un corpo rotante rispetto al centro attorno al quale gira è un’importante grandezza che caratterizza il moto circolare. Più in generale è una variabile dinamica utile per la descrizione del moto di una particella nello spazio. Ha, infatti, la proprietà, in molti problemi meccanici, di essere una costante del moto (un vettore che si conserva nel tempo) .
Per chi ha più dimestichezza con questi concetti bisogna ricordare che il momento angolare di un sistema è costante nel tempo se è nullo il momento delle forze esterne che agiscono su di esso.
Esaurite le spiegazioni per i più esperti e per chi non ha dimestichezza con queste definizioni di fisica, credo una posizione piuttosto comune, e, facendo inorridire più d’un purista quantistico, credo che possiamo riassumere il tutto in due concetti:
- che la forza applicata al Sole è dipendente dalla posizione nello spazio dei diversi pianeti ed in rapporto alle loro diverse dimensioni o massa;
- che il Sole, essendo una stella per definizione per nulla ad emissione costante di energia, è molto sensibile nelle sue variazioni energetiche all’attrazione gravitazionale esercitata dai pianeti che ci ruotano intorno.
Il lavoro di Landschieldt portato avanti da Carl Smith, anche lui scomparso di recente (2009), e da Geoff Sharp ha portato allo sviluppo di un grafico calcolato al computer e sviluppato mediante la posizione spaziale e le relazioni esistenti tra Sole e baricentro del Sistema Solare a partire dal 3000 a.C. fino al 3000 d.C. con il calcolo della longitudine, distanza, momento angolare per ogni 5 giorni esteso quindi per 6000 anni .
I risultati di questi grafici sull’ipotetica energia solare emessa dall’astro nelle diverse epoche è stata messa in relazione alla quantità di Berilio 10 e Carbonio 14 presenti nei carotaggi eseguiti nei ghiacci dell’artico.
È da ricordare che i carotaggi dei ghiacciai presenti nell’Artico, che conservano memoria delle variazioni climatiche, sono un’importante registrazione di quello che avveniva nell’aria in epoche passate. Analizzando la loro componente è pertanto possibile verificare cosa è accaduto nel clima prima che si cominciasse a registrare direttamente le sue variazioni.
Ebbene i dati estrapolati dalla equipe di Landschieldt e quelli presenti nei carotaggi corrispondevano. Il Carbonio 14 e il Berilio 10 sono infatti delle sostanze che hanno una loro maggior presenza nell’aria quando è presente un minimo solare. Ciò accade perché, quando è presente un minimo solare che riduce l’interferenza con i raggi cosmici interstellari, questi giungono in maggior quota fino al suolo e questi composti si formano in maggiore quantità.
Questa è la prova che le teorie sulla prevedibilità dei minimi solari sono realistiche.
In conseguenza di ciò Geoff Sharp ha pertanto affermato ”Che cosa regola il nostro Sole? La maggioranza degli scienziati crede nel principio che è il Sole stesso ad automodularsi ed ogni ciclo solare è semplicemente il prodotto di un generatore casuale di numeri. Ma ci sono altre persone che hanno il sospetto che il Sole sia modulato dai pianeti ed in particolare da Giove. Grazie a Carl Smith, che ci ha lasciati recentemente, noi abbiamo ora nuove conoscenze che si aggiungono significativamente al lavoro di Jose e di Landscheidt”.
Ritornando al lavoro di Landschieldt e Smith, loro concentrarono la loro attenzione sul momento angolare negativo, ossia quando la linea sul grafico andava a zero. Sharp, invece, concentrò la sua attenzione su quando il grafico presentava una “gobba” corrispondente a particolari sigizie (allineamenti) in congiunzione od in opposizione tra i pianeti Saturno Giove Urano e Nettuno, corrispondenti alle frecce verdi del grafico sottostante.
In particolare sembra che questa “gobba” si verifichi quando Giove, Urano e Nettuno sono in congiunzione, ma opposti a Saturno.
Nel grafico sovrastante la “gobba” corrispondente a celebri minimi solari è evidenziata dalla freccia verde.
In base a questa conformazione del grafico, corrispondente in epoche passate a minimi solari e raffreddamenti globali del clima storicamente documentati, l’attuale ciclo 24 che il nostro Sole sta in questo momento attraversando è fortemente candidato ad essere un ciclo solare molto debole ed in grado di determinare una Piccola Era Glaciale.
Quanto un ciclo solare molto debole possa influenzare il clima in opposizione a quanto sostenuto dall’IPCC (International Panel Control Climate dell’ONU) ce lo dice direttamente Landschield nel suo lavoro del 2004
“Il giudizio dell’IPCC per cui l’effetto del sole sul clima sia trascurabile deriva dalle osservazioni del satellite avviate sin dal 1978 che mostrano l’irradianza totale del sole sebbene non costante, comunque variabile nel corso del ciclo undecennale del sole non oltre lo 0.1%. Questa argomentazione, comunque, non prende in considerazione l’attività eruttiva solare (brillamenti, espulsione di massa coronale, eruzioni) che condiziona pesantemente il vento solare, pare infatti che gli effetti dei buchi coronali con i relativi effetti sul vento solare abbiano una influenza climatica maggiore rispetto all’effetto dell’irradianza solare totale. Il flusso magnetico solare partente dal sole e trasportato dal vento solare è cresciuto dal 1901 di un fattore di 2.3 (più del doppio rispetto ai valori precedenti n.d.r.) (Lockwood et al., 1999), mentre le temperature globali terrestri sono cresciute di circa 0.6°C. L’ energia nel flusso solare è traferita in prossimità della terra da interconnessioni magnetiche e direttamente nell’ atmosfera attraverso le particelle cariche della ionosfera. Le eruzioni energetiche aumentano le radiazioni ultraviolette fino al 16%. L’ozono assorbe in stratosfera questo eccesso di energia che causa locali riscaldamenti e disturbi nella circolazione generale. I modelli sviluppati per la circolazione generale atmosferica da Haigh (1996), Shindell et al. (1999), and Balachandran et al. (1999) confermano che il cambio di circolazione generale, inizialmente indotto in stratosfera, può penetrare in troposfera e influenzare la temperatura, la pressione atmosferica, la circolazione di Hadley, le traiettorie delle tempeste, grazie al cambiamento della distribuzione di una gran parte dell’energia già presente in atmosfera” .
Riassumendo i concetti espressi da questi ricercatori possiamo dire che:
- i minimi solari influenzando fortissimamente il clima nel senso di un forte raffreddamento globale planetario fino ad una Piccola Era Glaciale, anche se una vera e propria Era Glaciale non può avere solo questa origine;
- il Sole è fortemente influenzato nella sua attività espulsiva dalla posizione nello spazio dei pianeti maggiori del Sistema Solare
- mediante il calcolo delle sigizie (allineamenti) planetarie si può disporre di una certa predittività dell’andamento solare ed in base a quanto calcolato l’attuale ciclo solare (il 24) ci sta portando a una nuova Piccola Era Glaciale.
Guardando fuori dalle nostre finestre sembra avverarsi quanto sostenuto da Landschieldt a dispetto di un tanto reclamizzato Riscaldamento Globale in pieno sviluppo e da noi percepito negli scorsi anni molto chiaramente. Un Riscaldamento Globale non dovuto all’aumento della CO2, ma semplicemente corrispondente a cicli solari passati (il 22 e il 23) particolarmente intensi.
Bisogna quindi riconoscere le doti di scienziato di Landschieldt che come un novello Galileo ha affrontato l’opinione dominante con coraggio, ma questo coraggio non lo preservò dalla celebre epidemia d’influenza del 2004, che solo in Italia provocò circa 20.000 morti per complicazioni insorte in soggetti a rischio, e che lo tolse dal mondo.
Chiedo anche scusa per le cospicue semplificazioni nelle teorie riportate in questo testo che sicuramente faranno storcere il naso ai puristi, ma che rendono più comprensibile l’approccio a questo tema piuttosto difficile per chiunque non sia un addetto al settore.
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