Aprendo la nuova legislatura del Congresso Nazionale il 1 marzo, la Presidente dell’Argentina Cristina Fernandez de Kirchner ha puntato il dito contro i leader mondiali che si piegano ai fondi speculativi e che cercano di distruggere le nazioni, invece di difendere il benessere delle loro popolazioni.
Cristina Fernandez ha parlato del default argentino nel 2001-2002 e della conseguente ristrutturazione del debito sovrano, che ha costretto i detentori di titoli di stato (in larga parte stranieri) ad accettare una riduzione del valore nominale, gonfiato, di tali titoli, indicando il disastro in Europa. “E’ probabile che molti altri paesi, prima o poi, pur negando il disastro, ristrutturando e attuando salvataggi bancari, saranno costretti a ristrutturare il proprio debito riducendo i pagamenti ed i tempi di rimborso. Altrimenti come potranno pagare paesi come Grecia, Spagna e ora l’Italia, che a quanto scopriamo ha il dramma di non avere un governo?”
In questo contesto, ha aggiunto, le battaglie giudiziarie dell’Argentina contro gli speculatori e i loro fondi pirata, che continuano ad esigere il pieno pagamento, più gli interessi, sui titoli che detengono, sono emblematici, non solo in termini economici e finanziari, ma anche come un test politico. “La questione è se i principali leader mondiali, i membri del G-20, i capi degli istituti di credito ed i governi di varie nazioni del mondo lasceranno che una manciata di predatori finanziari – che si contano sulle dita di una mano – mandino in rovina il mondo intero, creino milioni di disoccupati, persone disperate che si suicidano, che hanno perso il lavoro, non possono andare a scuola, hanno perso la casa, o se daranno invece la priorità alla loro società, alla loro nazione, alla loro storia ed al loro patrimonio. Questo è in ballo oggi” ha dichiarato la Fernandez.
Riferendosi al calo della produzione industriale in Europa, e in particolare in Italia, ha considerato che “viviamo in un mondo strano, dove i leader che hanno più responsabilità, perché nei loro paesi si è generata la crisi, non hanno una percezione di ciò che sta avvenendo”. E si è chiesta: “Come è possibile che si voglia sacrificare intere nazioni a dei piccoli gruppi” che esattamente come i fondi pirata che predano in Argentina “cercano di imporre le proprie condizioni al mondo intero?”
La Presidente argentina sottolinea che lo sviluppo scientifico e tecnologico è alla base del suo governo così come lo era di quello del suo scomparso marito, Nestor Kirchner, dichiarando che è sua ferma intenzione ricostruire l’infrastruttura scientifica che è stata decimata dalla giunta militare e dal regime del FMI dagli anni Settanta agli anni Novanta, costringendo decine di migliaia di scienziati e studenti universitari a lasciare il paese. Questo sarà al centro dell’attenzione anche in futuro, ha notato, giacché il paese dipende da ciò.
Quello che infuria il FMI, ha aggiunto, è che “fondamentalmente abbiamo avuto successo senza seguire la sua politica. Anzi, siamo andati contro tutte le cose che ci hanno detto di fare, e andiamo benissimo. Ecco perché vogliono punirci, non ci perdonano questo successo”.
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