D'un tratto nel folto bosco

Non c’era nessuno in tutto il paese che potesse insegnare ai bambini che la realtà non è soltanto quello che l’occhio vede e l’orecchio ode e la mano può toccare, bensì anche quel che sta nascosto alla vista e al tatto, e si svela ogni tanto, solo per un momento, a chi lo cerca con gli occhi della mente e a chi sa ascoltare e udire con le orecchie dell’animo e toccare con le dita del pensiero.
Amos Oz


lunedì 26 agosto 2013

Fili e Grani

La filiera del Pane che Sorride.

RIP_Terra - Emanuela Veronesi - Fili e GraniMi è bastato vedere questa foto per sentire il profumo del pane che dona salute. Mia mamma mi parla spesso di come mia nonna, una volta alla settimana, facesse il pane con la pasta madre, già solo il nome PASTA MADRE porta gioia nel cuore, fa proprio pensare che il pane sia vivo. Da tanto tempo cercavo questo ingrediente magico, come se fosse il santo Graal il quale trasforma il piombo in oro.
Al caso non è che ci ho mai creduto tanto, sono più per il “chi cerca trova e chi prova ce la fa” infatti sono anni che sperimento, pasticcio e impasto con le farine, da brava resdòra emiliana. Un bel giorno conosco una signora che mi dice che lei ha la pasta madre e che se voglio m’insegna a fare il pane. In quel momento gli occhi si riempiono di commozione e rimango senza parole, il pane fatto così ti parla, non è mai uguale e stimola la creatività. La pasta madre poi non si trova in vendita proprio perché, essendo viva, si può solo donare di mano in mano, come l’amore tra i cuori.
La foto sopra è di un campo della fattoria Cento Fiori di Marzaglia (MO), loro come anche altri, e spero tanti, da qualche anno stanno sperimentando la semina di grani antichi, una curiosità, hanno seminato la varietà Blasco, proprio come la canzone di Vasco Rossi, perché chi ha dato questo nome al frumento è un suo fan! Questo frumento viene macinato in un molino a pietra in modo da ottenere farina 0 e semintegrale, il cerchio si chiude con il forno che fa il pane, in questo modo nasce una filiera corta. Conoscere il lavoro che c’è dietro a questo progetto fa sentire con i piedi per terra e il cuore pieno di soddisfazione, questa è la Terra di tutti ed ognuno deve avere la propria parte di responsabilità e mantenerla sana.
Finanziarizzare l’economia, cioè pensare in modo prevalente al profitto o agire per dare spazio agli azionisti privati, ha portato a perdere le varietà autoctone a scapito della diversità per favorire una maggiore produttività ed un maggior guadagno non certo del contadino, ma sicuramente di chi propone una coltivazione alternativa, soprattutto perché l’azionista non basa il suo guadagno sul lavoro ma sui soldi. Tutto questo comporta un impoverimento futuro delle risorse, acqua, terra e aria. I grandi produttori di amido da sempre sono: patate, castagne, mais, frumento, farro e compagnia bella, dal mare alla montagna, dal nord al sud, da sempre in ogni territorio italiano esiste o esistevano varietà autoctone di questi prodotti ed erano sufficienti per dare da mangiare agli esseri viventi di quel territorio, un grano modificato ha bisogno di una spinta, più acqua, ormoni per la crescita, più terra, più rifiuti, in questo modo si finanziano vari settori economici compreso quello sanitario qualora ci si sentisse male a mangiare queste farine.
Da quest’anno in Italia sono già stati seminati campi di mais OGM perché è previsto dal Parlamento Europeo; non possiamo sempre stare a guardare o pensare che chi ci governa fa le cose per il nostro bene o credere che ingenuamente non sa cosa sta facendo.
Articolo di: Emanuela Veronesi

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