D'un tratto nel folto bosco

Non c’era nessuno in tutto il paese che potesse insegnare ai bambini che la realtà non è soltanto quello che l’occhio vede e l’orecchio ode e la mano può toccare, bensì anche quel che sta nascosto alla vista e al tatto, e si svela ogni tanto, solo per un momento, a chi lo cerca con gli occhi della mente e a chi sa ascoltare e udire con le orecchie dell’animo e toccare con le dita del pensiero.
Amos Oz


sabato 17 agosto 2013

FOTO Fukushima: verdure mutanti e frutta deformata. Colpa del disastro nucleare?






Verdure mutanti. Due anni dopo il disastro alla centrale nucleare di Fukushima, gli effetti delle radiazioni sembrano farsi sentire sulla natura. Nelle foto pubblicate su un sito web coreano fiori, frutta e verdura sono vittime di strane mutazioni: deformità, sdoppiamenti, grumi. In realtà non appare immediatamente chiaro se le immagini siano state manipolate o se gli effetti di questi stravolgimenti siano immediatamente riconducibili all'esplosione dell'impianto della centrale di Fukushima.


Il testo della rettifica inviata all'Huffington Post dall' Ambasciata del Giappone in Italia:
In merito alla pubblicazione, il 18 luglio u.s., dell’articolo dal titolo “FOTO Fukushima: verdure mutanti e frutta deformata. Colpa del disastro nucleare”, poiché l’articolo e le foto in esso pubblicate contengono gravi inesattezze che contravvengono alla realtà riguardo l’influenza del Grande Terremoto del Giappone Orientale e dell’incidente presso la centrale nucleare della Tepco di Fukushima Dai-ichi, riteniamo che tali contenuti possano generare nel lettore interpretazioni erronee dell’attuale situazione nel nostro Paese. In primo luogo, tra le foto – di cui è nota la fonte – pubblicate sotto la dicitura “Fukushima: verdure mutanti e frutta deformata”, ci sono fotografie di verdure e frutta prodotte in altre regioni, per ciascuna delle quali non sono assolutamente immaginabili conseguenze dell’incidente presso la centrale nucleare. Indicare queste foto come immagini di prodotti di Fukushima costituisce un’interpretazione assolutamente errata della realtà. La foto del cavolo gigante, ad esempio, raffigura un ortaggio raccolto nella prefettura di Oita situata nel Kyushu, 1200 km a ovest della prefettura di Fukushima, ed è stata pubblicata nel giugno 2012 su un quotidiano locale della prefettura di Oita all’interno di un articolo che in nessun modo fa menzione dell’incidente presso la centrale nucleare di Fukushima.
Peraltro, il sito di informazione MSN che ha pubblicato le medesime foto che compaiono nel suddetto articolo, ha provveduto a rettificare che questa serie di immagini non ha alcuna connessione con l’incidente presso la centrale nucleare di Fukushima. (v. allegato 1.Rettifica).
In secondo luogo, malformazioni di frutta e verdura possono aver luogo, in certa misura, in natura. A tal proposito, Vi invitiamo a consultare i pareri dell’esperto, ricercatore della Sezione di Ricerca Verdure e Tè del National Agricoltural and Food Research Organization (NARO), dott. Shirakawa, che si è espresso in merito a quanto riportato dalla stampa (v. allegato 2).
Secondo lo stesso Shirakawa, infatti, in base alle conoscenze acquisite grazie agli studi di ingegneria genetica delle piante tramite radiazioni finora condotti, per le piante legnose (alberi da frutta, tè etc.) il tasso di radioattività per il quale è altamente frequente il manifestarsi di mutazioni è compreso tra 2 e 30 mSv l’ora, con un tempo di esposizione ad alte radiazioni limitato, da 40 a 120 ore circa). Anche se paragonato alle soglie di radioattività stabilite per i territori che – inizialmente tra quelli per cui è stato dato l’ordine di evacuazione – sono ora stati giudicati atti alla ripresa dell’agricoltura (e per i quali si prevede di sospendere l’ordine di evacuazione) il tasso di radioattività citato poc’anzi è circa 500 volte più alto. Pertanto, il punto di vista che nella verdura o nella frutta raffigurati nelle foto si siano generate delle deformazioni per influenza delle radiazioni non trova rispondenza nemmeno in tali basi scientifiche.

 http://www.huffingtonpost.it

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