D'un tratto nel folto bosco

Non c’era nessuno in tutto il paese che potesse insegnare ai bambini che la realtà non è soltanto quello che l’occhio vede e l’orecchio ode e la mano può toccare, bensì anche quel che sta nascosto alla vista e al tatto, e si svela ogni tanto, solo per un momento, a chi lo cerca con gli occhi della mente e a chi sa ascoltare e udire con le orecchie dell’animo e toccare con le dita del pensiero.
Amos Oz


domenica 18 agosto 2013

USA: latte di capra al neonato? Interviene il DHHS

Una giovane madre del Maine (Stati Uniti), ha deciso di allattare il figlio con latte di capra invece che con latte artificiale contenente anche qualche forma di materiale geneticamente modificato (OGM). Interviene il DHHS (Department of Health and Human Services investigation) che avrebbe "minacciato" la madre di portarle via il bambino.

Nel Maine (Stati Uniti) una madre ha rischiato di vedersi portare via il proprio figlio solo perché lo stava allattando con latte di capra. A riportare la notizia alcuni media americani, che raccontano la storia della 17enne Alorah Gellerson che si è rifiutata di alimentare il piccolo Carson con del latte la cui formula conteneva anche soia OGM. Tania Allen, la madre di Alorah Gellerson, racconta infatti di aver scoperto che tutte le formule di latte vendute al loro supermercato, comprese quelle classificate come biologiche, contenevano una qualche forma di materiale geneticamente modificato. Non potendo allattare Carson, Alorah Gellerson ha quindi deciso di nutrire il figlio con il latte della loro capra, integrando l'alimentazione con multivitaminici infantili e polvere probiotica. La vicenda orwelliana è iniziata quando il WIC (Women, Infants and Children) ha chiesto alla giovane madre come stava andando l'allattamento di Carson. Alorah Gellerson è stata onesta, e forse un po' ingenua, rivelando agli operatori del WIC che il piccolo stava crescendo bevendo latte di capra. Dopo qualche tempo, Christie Leighton del Department of Health and Human Services investigation ha bussato alla porta della Gellerson, invitando la donna a portare il piccolo in ospedale altrimenti "avrebbe preso Carson" afferma la giovane madre.

Dopo la visita del DHHS, Alorah Gellerson si è rivolta al loro medico di famiglia, il dottor Brandt Rice del Coastal Family Medicine in Blue Hill, che "non ha riscontrato niente di sbagliato nell'alimentazione e nello stato di salute del bambino", riporta la madre. Il rapporto del medico è stato quindi inviato al DHHS, che però non sembra esserne stato soddisfatto visto che il 5 agosto i funzionari del Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani degli Stati Uniti sono tornati in casa di Alorah Gellerson affermando, racconta sempre la madre, che "il piccolo era gravemente malato" e per questo doveva essere ricoverato il giorno stesso presso l'Eastern Maine Medical Center di Bangor. "Ci è stato detto che se non l'avessimo fatto, sarebbero tornati a prendere il bambino" afferma Alorah Gellerson1. Una volta in ospedale, Carson è stato visitato da un medico specialista che, stando a quanto spiega la Gellerson, sarebbe rimasto "sbalordito" per il fatto che il neonato era stato ricoverato visto che le analisi del sangue erano normali. Il bambino, però, non è stato dimesso ma tenuto sotto osservazione per un giorno, pare dopo l'intervento del dottor Lawrence Ricci, consulente del DHHS in casi di abusi sui minori e di abbandono. Una volta tornata a casa con il proprio bambino, Alorah Gellerson ha provato ad allattare il figlio con il latte comprato, ma racconta di come Carson l'avrebbe mal digerito.

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