D'un tratto nel folto bosco

Non c’era nessuno in tutto il paese che potesse insegnare ai bambini che la realtà non è soltanto quello che l’occhio vede e l’orecchio ode e la mano può toccare, bensì anche quel che sta nascosto alla vista e al tatto, e si svela ogni tanto, solo per un momento, a chi lo cerca con gli occhi della mente e a chi sa ascoltare e udire con le orecchie dell’animo e toccare con le dita del pensiero.
Amos Oz


mercoledì 7 novembre 2012

Come generare un maremoto


Siamo abituati a pensare che molti sconvolgimenti geofisici e climatici siano provocati per mezzo di dispostivi sofisticati. Questo convicimento è giusto: dalle armi scalari, tragica ed involontaria eredità di Tesla, agli esperimenti che coinvolgono il dominio di fenomeni quantistici, dagli apparati a microonde ai dispositivi che irradiano basse frequenze, è tutto un pullulare di tecnologie avveniristiche e letali.

Tuttavia non bisogna dimenticare che, sin dagli anni ’40 del XX secolo, l’energia atomica è uno strumento bellico rozzo, ma idoneo a scopi funesti: così un maremoto, lungi dall’essere sempre un fenomemo naturale, può essere provocato facendo detonare degli ordigni nucleari. Negli anni ’50 del XX secolo, alcuni test causarono deglitsunami nel Pacifico, come testimoniato dalle riprese di Pat Bradley. L’arsenale delle élites è purtroppo pieno di diavolerie. Ricordiamocene, prima di attribuire ipso facto a Madre natura calamità di ogni genere.

Pat Bradley è un cameraman che assisté, alla fine degli anni ’50, ad alcuni test nucleari condotti dagli Stati Uniti nel Pacifico vicino alle Isole Marshall. La sua testimonianza accompagna le impressionanti riprese delle detonazioni sottomarine neli esperimenti “Wahoo” ed “Umbrella” del 16 maggio ed 8 giugno 1958.

Nel video, pubblicato dal sito AtomCentral, il racconto di Bradley accompagna le immagini terribili della colonna d’acqua, alta quasi 300 metri, e dell’onda generata che investe la nave che si trova a poche miglia di distanza. Si formarono tre ondate successive - ricorda Bradley - della quale la terza fu la più alta. Le abnormi onde sommersero l’atollo sul quale si trovava l’operatore, costringendolo ad arrampicarsi su una palma per sfuggire allo tsunami creato dalla potenza dell’esplosione.

(A cura di Matteo Marin)

Fonte: Ilupidieinstein

Nessun commento:

Posta un commento

In un ottica di reciproco scambio di opinioni i commenti sono graditi. Solo da utenti registrati. Evitiamo ogni abuso nascondendoci nell'anonimato. Grazie