L'Italia è il paese delle stragi impunite, anche quando queste affondano le proprie radici in decenni ormai lontani.
Oggi parliamo di sangue infetto, uno scandalo e una strage di Stato dimenticata da tutti e lo facciamo col portavoce e cofondatore del comitato vittime sangue infetto, Andrea Spinetti.
Andrea Spinetti, proviamo a circoscrivere il problema per poi approfondire alcuni aspetti
"Parliamo di mercato del sangue e di suoi derivati. Della necessità in ambito sanitario di sangue e di chiunque abbia bisogno di sangue, sostanzialmente. Noi siamo la conseguenza dell'artifizio organizzato dalle istituzioni che per motivi di profitto, potere o scambi di favori, ha consentito ad aziende senza scrupoli fra cui un'italiana di portare a termine una vera e propria strage fra gli emofilici. Emofilici e talassemici hanno continuo bisogno di sangue e Puglia, Calabria, Siclia, Campania e Sardegna, ovvero il Sud, rappresentano il maggior bacino di emofilici e talassemici. I talassemici necessitano di albumina con grande frequenza e hanno subito infezioni non per il lavoro sporco delle case farmaceutiche ma perché non sono stati fatti controlli dal ministero sul sangue che arrivava nei centri trasfusionali. Responsabilità che la Cassazione riconosce al ministero dagli anni'70".
Un problema che si trascina da decenni, quindi...
"Negli ultimi 20 anni, in alcune regioni dove il sistema funziona il sangue donato garantisce un prodotto sicuro, in una pratica che comunque comporta sempre rischi. Negli ultimi 40 anni l'Aifa presieduta da Duilio Poggiolini, falsificava documenti dove sangue raccolto in Congo risultava raccolto in Italia. Addirittura Bayer e Baxter raccoglievano sangue in carcere o tra la comunità omosessuale dietro promessa di cercare cure per l'Hiv. Tutto falso, quel sangue fu messo sul mercato per le trasfusioni e la Aventis, la Bayer e la Baxter hanno subito anche processi negli Stati Uniti con relative condanne".
E in Italia?
"In Italia invece la Garavaglia fece ritirare tutti i lotti per la strage degli emofilici, molti dei quali sono morti di Aids a seguito di trasfusioni con sangue infetto spacciato per buono e nel 1992 furono introdotte indennità per le vittime. Tuttavia sono fondi insufficienti perché i farmaci non sono passati dal Servizio Sanitario Nazionale ma vanno acquistati privatamente a costi elevati. In Italia il settore dei plasma derivati è ritenuto strategico e in nome del profitto si omettono controlli che portano all'importazione di sangue da Usa e Canada senza passare per alcun controllo. A Napoli c'è un processo per un'unità di produzione a Sant'Antimo e la Campania è il businnes core di queste organizzazioni che lucrano sul sangue e sui derivati. Gli Usa hanno centri di raccolta privati dove i disgraziati che vivono nelle zone depresse di Florida e Alabama vanno a donare il sangue e in molti casi si tratta di persone che non avrebbero i requisiti per donare. Purtroppo i controlli di filiera necessari non si fanno per costi e per conflitti d'interesse fra chi dovrebbe controllare ma che allo stesso tempo è stipendiato dalle aziende su cui dovrebbe vigilare. Alcune regioni hanno fatto accordi con la Kedrion, società americana che serve una decina di regioni in cui il sistema funziona. Tutte al Nord, mentre al Sud l'emergenza è totale. Per maggiore profitto viene importato un prodotto fatto in stabilimenti sparsi per l'Europa a prezzo più conveniente. L'azienda sanitaria risparmia e alcuni personaggi opportunisti lucrano con morti su morti sul groppone. Sono assassini. Non esistono dati ufficiali, un po' come sul registro dei tumori".
Cosa chiedete allo Stato?
"Noi vogliamo che venga rispettata la finanziaria 2007 che stanziava i fondi dopo anni di trattative fra associazioni di malati e ministero della Salute. Parliamo di settemila persone. Sono danni irreparabili come i danni ambientali, i danni dell'amianto e non solo. Hanno realizzato profitti creando danni incalcolabili alle persone. Una parte dei soldi sono stati scippati a noi e dati agli Opg, almeno sulla carta dato che sappiamo come sono tenuti quei luoghi e quei pazienti. Nel 2008 hanno dato un colpo di spugna, sono caduti in prescrizione i casi prima del 1978 e il processo è fermo. Abbiamo già inoltrato un ricorso al Tar contro queste prescrizioni. Ci sono due milioni di pagine di verbali per processi a Trento e Napoli, ma a Napoli i faldoni sono finiti un po' ovunque come hanno più volte testimoniato gli avvocati. Si è tentato in tutti i modi di ostacolare questo processo. In Campania ci sono un milione di malati di epatite, la metà di tutti quelli che ci sono in Italia dato che in quella regione hanno fatto davvero di tutto con scempi ambientali di ogni genere. Questo problema riguarda chiunque faccia una trasfusione, dai bimbi sottopeso alle donne gravide a chi fa un incidente. Chiunque può essere infettato. Ci sono persone che lo vengono a sapere dopo 20 anni ma finiscono prescritti perché non si è fatto ricorso entro tre anni. Dieci per l'Hiv. Sette mila emofilici e dodici mila talassemici hanno subito questa sorte, contraendo malattie come Aids, Hcv ed epatite C. Anche io sono rimasto contagiato dall'Hiv. Molti sono rimasti esclusi dai risarcimenti. I nessi causali sono 55/60 mila ma sono in aumento. Le stime del Codacons sui malati di epatite è, come detto, due milioni. A Latina c'è una donna che pur avendo l'Hcv continua da anni a donare, sebbene l'Avis abbia più volte smentito. Inoltre il ministero ha perso una causa da un milione e seicento mila euro ad Agrigento, ma difficilmente questi soldi saranno effettivamente erogati a chi ne avrebbe diritto. I morti sono oltre quattro mila da fine anni'60 a oggi e fino a oggi non hanno ricevuto né giustizia né tanto meno considerazione".
Avete avuto modo nel tempo di interloquire con qualche partito politico che potesse appoggiare la vostra lotta?
"Sì, abbiamo dialogato coi Radicali e con Italia dei Valori nel corso della passata Legislatura e questi partiti hanno presentato anche diverse interrogazioni parlamentari ma, finora, niente è cambiato".
Fabrizio Ferrante
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