D'un tratto nel folto bosco

Non c’era nessuno in tutto il paese che potesse insegnare ai bambini che la realtà non è soltanto quello che l’occhio vede e l’orecchio ode e la mano può toccare, bensì anche quel che sta nascosto alla vista e al tatto, e si svela ogni tanto, solo per un momento, a chi lo cerca con gli occhi della mente e a chi sa ascoltare e udire con le orecchie dell’animo e toccare con le dita del pensiero.
Amos Oz


giovedì 21 marzo 2013

"Brodo caldo per l'anima"


Tratto dal libro "Brodo caldo per l'anima" 2° volume; di Jack Canfield e Mark Victor Hansen.
"Praticate gentilezza a casaccio. E atti di bellezza privi di senso!
E’ uno slogan clandestino che si sta diffondendo in tutti gli Stati Uniti.
E’ una gelida giornata invernale a San Francisco. Una donna in una Honda rossa, con i regali di Natale accatastati sul sedile posteriore, arriva al casello del pedaggio per il ponte sulla baia. “Pago per me e per le sei auto dietro di me,” dice con un sorriso, consegnando sette biglietti per pendolari.
Uno dopo l’altro, i sei automobilisti, arrivano al casello, dollari in mano, solo per sentirsi dire: “Una signora li davanti ha già pagato il biglietto per lei. Buona Giornata.”
La donna della Honda, si venne a sapere, aveva letto qualcosa su un biglietto attaccato con nastro adesivo al frigorifero di un amico: “Praticate gentilezza a casaccio e atti di bellezza privi di senso”. La frase le sembrò rivolta direttamente a lei, e se la ricopiò.
Judy Foreman notò la stessa frase scritta con vernice a spruzzo sul muro di un magazzino, a 150 chilometri da casa sua. Per giorni le rimase in mente, e alla fine si arrese e ripercorse tutta la strada per ricopiarla. “Mi è sembrata incredibilmente bella”, disse, spiegando perché si mise a trascriverla in fondo a tutte le sue lettere, “come un messaggio dall’alto.”
A suo marito Frank la frase piacque tanto che la appese alla parete dell’aula per i suoi alunni di seconda media, fra cui vi era la figlia di una giornalista locale.
La giornalista la trascrisse nella sua rubrica sul quotidiano, ammettendo che, sebbene le piacesse, non ne conosceva la provenienza né sapeva cosa volesse effettivamente dire.
Due giorni dopo ebbe notizie di Anne Hebert. Alta, bionda e quarantenne, la Hebert vive a Marin, una delle dieci contee più ricche degli USA, dove custodisce le case in assenza dei proprietari, svolge lavori saltuari, sopravvive. Fu in una tavola calda di Sausalito che la Hebert trascrisse su una tovaglietta di carta la frase che da giorni le ronzava in testa.
“E’ meravigliosa!” disse un uomo seduto accanto, e la copiò esattamente sulla sua tovaglietta.
“Questa è l’idea”, dice la Hebert. “Tutto ciò di cui pensi debba essercene di più puoi farlo a casaccio”.
Tra le sue fantasticherie vi sono: 1) irrompere in una scuola dall’aspetto deprimente per dipingere le aule; 2) lasciare pasti caldi su tavoli da cucina nella parte povera della città; 3) far scivolare denaro nel portamonete di una donna povera ma orgogliosa.
Dice la Hebert: “La gentilezza può generare gentilezza tanto quanto la violenza genera violenza.”
Ora la frase si sta diffondendo, su adesivi, su muri, i fondo alle lettere e ai biglietti da visita.
Con il suo propagarsi, si diffonde anche la visione di una bontà da guerriglia.
A Portland, nell’Oregon, un uomo infila moneta nel parchimetro di uno sconosciuto appena in tempo per non fargli prendere la multa. A Patterson, nel New Jersey, una dozzina di persone con secchi e stracci e bulbi di tulipano calano su una casa cadente e la ripuliscono da cima a fondo mentre i fragili e anziani proprietari stanno a guardare, sbalorditi e sorridenti.
A Chicago un adolescente è intento a spalare un vialetto d’acceso, quando lo coglie l’impulso: che cavolo, non mi vede nessuno, pensa, e spala anche il vialetto del vicino.
E’ un’anarchia positiva, un disordine, un disturbo piacevole. Una donna a Boston scrive “Buon Natale!” per gli impiegati della banca sul retro dei suoi assegni. Un uomo a Sant Louis, la cui auto è stata appena tamponata da una giovane donna, le fa cenno di andarsene dicendo: “E’ solo una graffio. Non si preoccupi.”
Gli atti di bellezza privi di senso si diffondono: un uomo pianta giunchiglie lungo la strada, con la camicia che gli si gonfia per la brezza sollevata dalle auto di passaggio. A Seattle un uomo di autonomina unico addetto al servizio d’igiene e vaga per le colline di cemento raccogliendo spazzatura in una carrello da supermercato. At Atlanta un uomo strofina una panchina verde di un parco per cancellarne i graffiti.
Dicono che non si possa sorridere senza rallegrarsi un po’; allo stesso modo non si può compiere una gentilezza a casaccio senza sentirsi come se i propri guai fossero stati alleviati, se non altro perché il mondo è diventato un luogo leggermente migliore.
E non si può essere destinatari di tali gentilezze senza provare uno choc, un sobbalzo piacevole.
Se voi foste stati fra quegli automobilisti che si trovavano il biglietto del ponte pagato, chissà cosa sareste stati ispirati a fare per qualcun altro più tardi. Avreste dato la precedenza a qualcuno all’incrocio? Avreste sorriso a un impiegato stanco? O qualcosa di più importante, di più grande?
Come tutte le rivoluzioni, la bontà da guerriglia comincia lentamente, con un anico atto.
Che sia il vostro!

Tratto dal libro "Brodo caldo per l'anima" 2° volume; di Jack Canfield e Mark Victor Hansen.
 
"E’ l’azione, non il frutto dell’azione che è importante.
Devi fare la cosa giusta.
Potrà non essere in tuo potere: potrà non avvenire nella tua epoca,
che vi sia qualche frutto.
Ma questo non significa che tu debba smettere di fare la cosa giusta.
Potrai non sapere mai quali risultati derivano dalla tua azione.
Ma se non fai niente, non vi sarà alcun risultato.!"
Ghandi












Tratto dal libro "Brodo caldo per l'anima" 2° volume; di Jack Canfield e Mark Victor Hansen.

"Praticate gentilezza a casaccio. E atti di bellezza privi di senso!

E’ uno slogan clandestino che si sta diffondendo in tutti gli Stati Uniti.

E’ una gelida giornata invernale a San Francisco. Una donna in una Honda rossa, con i regali di Natale accatastati sul sedile posteriore, arriva al casello del pedaggio per il ponte sulla baia. “Pago per me e per le sei auto dietro di me,” dice con un sorriso, consegnando sette biglietti per pendolari.
Uno dopo l’altro, i sei automobilisti, arrivano al casello, dollari in mano, solo per sentirsi dire: “Una signora li davanti ha già pagato il biglietto per lei. Buona Giornata.”
La donna della Honda, si venne a sapere, aveva letto qualcosa su un biglietto attaccato con nastro adesivo al frigorifero di un amico: “Praticate gentilezza a casaccio e atti di bellezza privi di senso”. La frase le sembrò rivolta direttamente a lei, e se la ricopiò.
Judy Foreman notò la stessa frase scritta con vernice a spruzzo sul muro di un magazzino, a 150 chilometri da casa sua. Per giorni le rimase in mente, e alla fine si arrese e ripercorse tutta la strada per ricopiarla. “Mi è sembrata incredibilmente bella”, disse, spiegando perché si mise a trascriverla in fondo a tutte le sue lettere, “come un messaggio dall’alto.”
A suo marito Frank la frase piacque tanto che la appese alla parete dell’aula per i suoi alunni di seconda media, fra cui vi era la figlia di una giornalista locale.
La giornalista la trascrisse nella sua rubrica sul quotidiano, ammettendo che, sebbene le piacesse, non ne conosceva la provenienza né sapeva cosa volesse effettivamente dire.
Due giorni dopo ebbe notizie di Anne Hebert. Alta, bionda e quarantenne, la Hebert vive a Marin, una delle dieci contee più ricche degli USA, dove custodisce le case in assenza dei proprietari, svolge lavori saltuari, sopravvive. Fu in una tavola calda di Sausalito che la Hebert trascrisse su una tovaglietta di carta la frase che da giorni le ronzava in testa.
“E’ meravigliosa!” disse un uomo seduto accanto, e la copiò esattamente sulla sua tovaglietta.
“Questa è l’idea”, dice la Hebert. “Tutto ciò di cui pensi debba essercene di più puoi farlo a casaccio”.
Tra le sue fantasticherie vi sono: 1) irrompere in una scuola dall’aspetto deprimente per dipingere le aule; 2) lasciare pasti caldi su tavoli da cucina nella parte povera della città; 3) far scivolare denaro nel portamonete di una donna povera ma orgogliosa.
Dice la Hebert: “La gentilezza può generare gentilezza tanto quanto la violenza genera violenza.”
Ora la frase si sta diffondendo, su adesivi, su muri, i fondo alle lettere e ai biglietti da visita.
Con il suo propagarsi, si diffonde anche la visione di una bontà da guerriglia.
A Portland, nell’Oregon, un uomo infila moneta nel parchimetro di uno sconosciuto appena in tempo per non fargli prendere la multa. A Patterson, nel New Jersey, una dozzina di persone con secchi e stracci e bulbi di tulipano calano su una casa cadente e la ripuliscono da cima a fondo mentre i fragili e anziani proprietari stanno a guardare, sbalorditi e sorridenti.
A Chicago un adolescente è intento a spalare un vialetto d’acceso, quando lo coglie l’impulso: che cavolo, non mi vede nessuno, pensa, e spala anche il vialetto del vicino.
E’ un’anarchia positiva, un disordine, un disturbo piacevole. Una donna a Boston scrive “Buon Natale!” per gli impiegati della banca sul retro dei suoi assegni. Un uomo a Sant Louis, la cui auto è stata appena tamponata da una giovane donna, le fa cenno di andarsene dicendo: “E’ solo una graffio. Non si preoccupi.”
Gli atti di bellezza privi di senso si diffondono: un uomo pianta giunchiglie lungo la strada, con la camicia che gli si gonfia per la brezza sollevata dalle auto di passaggio. A Seattle un uomo di autonomina unico addetto al servizio d’igiene e vaga per le colline di cemento raccogliendo spazzatura in una carrello da supermercato. At Atlanta un uomo strofina una panchina verde di un parco per cancellarne i graffiti.
Dicono che non si possa sorridere senza rallegrarsi un po’; allo stesso modo non si può compiere una gentilezza a casaccio senza sentirsi come se i propri guai fossero stati alleviati, se non altro perché il mondo è diventato un luogo leggermente migliore.
E non si può essere destinatari di tali gentilezze senza provare uno choc, un sobbalzo piacevole.
Se voi foste stati fra quegli automobilisti che si trovavano il biglietto del ponte pagato, chissà cosa sareste stati ispirati a fare per qualcun altro più tardi. Avreste dato la precedenza a qualcuno all’incrocio? Avreste sorriso a un impiegato stanco? O qualcosa di più importante, di più grande?
Come tutte le rivoluzioni, la bontà da guerriglia comincia lentamente, con un anico atto.
Che sia il vostro!

Tratto dal libro "Brodo caldo per l'anima" 2° volume; di Jack Canfield e Mark Victor Hansen.

"E’ l’azione, non il frutto dell’azione che è importante.
Devi fare la cosa giusta.
Potrà non essere in tuo potere: potrà non avvenire nella tua epoca,
che vi sia qualche frutto.
Ma questo non significa che tu debba smettere di fare la cosa giusta.
Potrai non sapere mai quali risultati derivano dalla tua azione.
Ma se non fai niente, non vi sarà alcun risultato.!"
Ghandi

Nessun commento:

Posta un commento

In un ottica di reciproco scambio di opinioni i commenti sono graditi. Solo da utenti registrati. Evitiamo ogni abuso nascondendoci nell'anonimato. Grazie