Vincenzo Scarantino, ex collaboratore di giustizia per la strage di via D’Amelio, è stato prelevato da una volante della polizia e quattro auto civetta alla fine della trasmissione Servizio Pubblico, proprio fuori dagli studi di Cinecittà. Avrebbe abusato sessualmente, nel novembre scorso, di una ragazza con problemi psichici in una comunità nel torinese.
All’uscita dalla trasmissione i poliziotti hanno circondato l’auto che lo stava riaccompagnando in albergo, l’hanno perquisita, e hanno prelevato l’ex pentito. Prima gli avrebbero detto che avevano un mandato d’arresto, poi la notifica di un atto. E’ stato portato prima in questura, dove gli sarebbero state prese le impronte digitali, poi in albergo, dove lo aspettavano diversi giornalisti della redazione.
Pochi minuti in hotel, e infine l’ex pentito è stato portato in questura dagli uomini della polizia.
Durante la trasmissione Scarantino ha confermato le accuse nei confronti di La Barbera, che lo avrebbe indotto a mentire, e nei confronti di alcuni investigatori del gruppo Falcone-Borsellino che lo avrebbero costretto ad imparare i loro verbali per poi ripetere ai magistrati la loro verità. L’ex pentito ha parlato anche di un “suggeritore” in particolare, di cui non ha voluto rivelare l’identità.
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