Indisturbate, sotto gli occhi della magistratura, le banche centrali, tra cui la Banca d’Italia (BdI) e la Banca Centrale Europea (BCE), incredibilmente private, praticano il crimine del signoraggio primario, mentre le banche di credito praticano l’ancor più grave signoraggio secondario.
Crimini realizzati, come vedremo, in modo tale che le ‘dinastie’ – una ‘cupola’ che controlla di fatto le banche nel mondo – realizzino anche, mediante degli immensi falsi in bilancio, due ulteriori obiettivi.
Il primo, il furto, agli azionisti delle banche di credito (quindi ‘azionisti’ indiretti anche della BdI e della BCE), dei proventi dello stesso signoraggio primario e secondario.
E, il secondo, un’evasione fiscale maggiore delle tasse sia pagate che evase dal resto della società.
Proventi del signoraggio che, dopo averli rubati, la ‘cupola’ ricicla mediante centrali interbancarie mondiali, tra cui innumerevoli fonti Internet indicano la Clearstream, l’Euroclear, la Swift e altre.
Dopo averlo infatti segretato già dalla nascita della Repubblica fin negli atti del Parlamento (con gli omissis), si è ‘scoperto’ che la BdI è di privati (85% banche, 10% assicurazioni, 5% ignoti), come gran parte delle altre banche centrali; fra cui la BCE, che è al 14,57% della BdI, e quindi dei suoi proprietari.
Una privatezza di cui, da quando, pochi anni fa, la si è scoperta, si cerca di sminuire la rilevanza, ma che è la causa della miseria e del malessere del mondo.
Signoraggio primario della BdI/ BCE e delle altre banche centrali che consiste in quel che segue.
1) Nello stampare continuamente le banconote al costo della carta e dell’inchiostro o nel creare il denaro elettronicamente con un click (dal 1929 non occorre alcun corrispettivo in oro, ma è una favola che prima occorresse). Banconote i cui numeri di serie non sono progressivi e dei quali non si conosce il significato, sicché la loro quantità, nota solo a loro, è fuori dal controllo sociale.
2) Usarle (al valore in euro, dollari ecc. su esse stampato) per comprare dagli Stati – udite udite – un pari importo in titoli del debito pubblico (BOT, CCT, BPT, CTZ).
3) Vendere i titoli alle aste, riprendendosi i soldi e lasciando allo Stato il ‘debito pubblico’ inventato mediante questo crimine.
4) Realizzare il predetto falso in bilancio iscrivendo fraudolentemente al passivo l’importo delle banconote stampate a costo tipografico o create elettronicamente allo scopo di ‘pareggiare’ iscrivendo all’attivo i titoli o il ricavato della loro vendita, e di occultare così queste enormi somme.
Un occultamento al quale (fermo restando che, come vedremo, le tasse sono illecite), all’aliquota del 50%, consegue un’evasione fiscale per un importo pari alla metà delle banconote emesse o del denaro elettronico creato per ‘acquistare in contropartita’ il debito pubblico, il solo pagamento dei cui interessi è sufficiente a rovinare la società.
Un fenomeno prima di produzione incontrollata e da falsari del denaro e poi, come vedremo, di cinquantuplicazione del suo uso a opera delle banche di credito (signoraggio secondario), che è la causa sia dell’inflazione che dell’attuale, illecito sistema fiscale, creato anche a fini di dominio dei cittadini criminalizzandoli quali evasori, riciclatori ecc.
Crimini che, tra l’altro, fermo restando l’obbligo dello Stato di pagare ai compratori alla scadenza i titoli già emessi con i promessi interessi, rendono responsabili del ‘debito pubblico’ le ‘dinastie’ e, per esse, la BdI/BCE, avendone esse (non lo Stato) riscosso il corrispettivo.
5) Riciclare, nel modo già detto, il denaro così truffato.
Fenomeni che hanno stravolto il mondo, a partire da ciò che si definisce inflazione, che è tutt’altro da ciò che si ritiene, perché è frutto della produzione del denaro a opera di falsari.
Osserviamo infatti che se, ad esempio, il denaro globale è 100, e un falsario (è un falsario chiunque produca denaro ma non sia lo Stato, e quindi anche le banche) ne crea un altro ammontare pari di nuovo a 100, nel momento in cui lo mette in circolazione (lo spende), da un lato si appropria indebitamente di metà della ricchezza reale, e dall’altro porta a 200 il denaro globale, per cui ne diminuisce del 50% il potere di acquisto, ovvero determina una (cosiddetta) inflazione del 50%.
Inflazione che non si verifica se è lo Stato a produrre il denaro.
Questo perché lo Stato, per legge, può poi erogarlo solo a corrispettivo di beni, prestazioni, diritti ecc., ovvero inverandolo (facendoselo coprire) mediante il parallelo incremento della ricchezza reale che riceve in cambio, per cui il potere di acquisto del denaro rimane invariato, dato il parallelo incremento del denaro e della ricchezza reale.
Inveramento (processo che ho definito proprio io) che non c’è quando a produrre il denaro è un falsario (una banca), perché il falsario lo assegna a sé senza prima coprirlo, e solo dopo lo mette in circolazione spendendolo.
Definisco quindi inflazione quel fenomeno che si verifica quando, avendo dei falsari introdotto del denaro non inverato mediante lo spenderlo, abbiano così causato (oltre che un incremento della percentuale del denaro nelle loro mani che, appena speso, si traduce in un aumento della percentuale di ricchezza reale di loro proprietà) un incremento del denaro globale senza un incremento della ricchezza, e quindi una diminuzione del potere di acquisto del denaro.
Considerazioni dalle quali si deduce anche che i cittadini hanno il potere di inverare i soldi (chiunque li produca) per il sol fatto di riceverseli, perché sussiste la presunzione di fondo che non li ricevano a titolo gratuito, ma sempre coprendoli con la prestazione, il bene o il diritto che offrono a corrispettivo.
Un quadro nel quale, se un falsario ‘presta’ dei soldi a un ignaro cittadino, che li spende mettendoli irrimediabilmente in circolazione, ma poi viene a sapere della loro falsità e può provarla, nulla dovrà al falsario, sia perché il falsario nulla gli ha dato, e sia perché il corrispettivo dello spendere quei soldi il cittadino lo otterrà dalla collettività, non dal falsario; sicché è alla collettività (allo Stato) che dovrà restituirli.
Motivi per i quali sostengo di seguito che fidi, mutui, quinti di stipendio ecc. non vanno restituiti alle banche, e che se si vogliono rendere veri i ‘debiti’ dei cittadini verso di esse, per poterli poi esigere, occorre prima confiscarle e nazionalizzarle, essendo altrimenti i loro crediti inesigibili in quanto crediti di falsari e di truffatori.
Cose la cui eliminazione, e crediti la cui riscossione, renderà ricchissimo lo Stato debellando anche la drammatica demonetizzazione pilotata dalle banche per indebolirci e dominarci.
Infatti, nel momento in cui il denaro è prodotto dallo Stato, sicché produrlo non causa inflazione, ne va stampato un adeguato quantitativo, perché ciò incrementa gli scambi ed è benefico per l’economia.
Accuse di violazione degli artt. del codice penale n. 241, 283, 648 bis, 501, 501 bis, 416, 61 ecc. che vanno ai soli beneficiari diretti e consci di questi delitti. Opera di falsificazione delle Banche Centrali (signoraggio primario), a cui si aggiunge quella delle banche di credito (loro proprietarie) attraverso il meccanismo del ‘moltiplicatore monetario’ (signoraggio secondario).
Moltiplicatore monetario in virtù del quale le banche, secondo prassi che una prona e scellerata dottrina di regime dà per scontate, ma sono il massimo della criminalità, realizzano prestiti per un ammontare 50 volte maggiore del denaro che detengono.
In sostanza, se Tizio versa su Banca Intesa SanPaolo (proprietaria del 44,25% di BdI) 100.000 euro, essa banca tratterrà il 2% come riserva (per arrotondare, in realtà è l’1,6%), e presterà il 98% che, una volta depositato in un’altra banca, di nuovo, a cascata, sarà prestato al 98% all’infinito.
Finché, non la singola banca, ma il sistema bancario, attraverso un giro di prestiti di un importo ogni volta più basso del 2%, avrà azzerato i 100.000 euro iniziali, ma avrà lucrato interessi su prestiti per 5.000.000.
Un usare 50 volte sempre lo stesso denaro che serve a monetizzare la società e non arreca, di per sé, vantaggi alle banche (gliene arreca molti, fermo restando però che ogni volta che una banca presta a taluno c’è un altro a cui deve restituire), ma serve loro per lucrare illecitamente interessi su ognuno di questi prestiti di denaro altrui, per i quali hanno diritto solo al compenso per il servizio (che già riscuotono), mentre gli interessi devono andare ai proprietari del denaro, e allo Stato per i prestiti frutto della cinquantuplicazione.
Interessi cinquantuplicati che costituiscono una creazione di denaro dal nulla in loro vantaggio che si realizza come effetto di ogni forma di ‘versamento’ o di pagamento, ovvero anche attraverso l’uso degli assegni, delle carte di credito, dei bonifici ecc.
Se infatti Caio paga a Tizio 1.000 euro con una carta di credito, un assegno o un bonifico, la banca addebita a Caio 1.000 euro inverati, perché abbiamo detto che il cittadino il denaro non può crearlo dal nulla.
1.000 euro che si configureranno come la costituzione presso la banca di un fondo che essa userà per fare pagamenti o prestiti al 98% come sopra cinquantuplicati lucrando anche qui i predetti interessi su denaro altrui.
Meccanismi di moltiplicazione i cui proventi (signoraggio secondario) non vanno nemmeno essi agli azionisti, ma vengono di nuovo sottratti dalla ‘cupola’ attraverso complessi falsi in bilancio e trucchi il cui effettivo accertamento richiede che una magistratura molto specializzata entri finalmente con i suoi poteri nel profondo del sistema, anziché astenersene garantendo che vi fioriscano ogni genere di imperscrutabili mostruosità.
Meccanismi di moltiplicazione del denaro a opera di falsari che non possono che provocare una continua svalutazione che però non si avverte, o si avverte meno, perché è neutralizzata dall’altrettanto continua grande diminuzione dei costi frutto della crescente meccanizzazione\semplificazione dei processi produttivi.
Quanto poi all’attuale sistema fiscale è illecito perché il grosso delle tasse e delle imposte serve per rastrellare denaro inverato da usare per acquistare il denaro da inverare dalle banche.
Tasse e imposte destinate all’acquisto del denaro dalle banche che non serviranno quando lo Stato il denaro lo stamperà da sé.
Un nuovo sistema in cui potrà bastare un’unica imposta (potremmo definirla la ‘generale’) da pagarsi – senza compensazioni tra dare e avere – su ogni consumo di beni, prestazioni, servizi ecc. in una misura variabile, in ipotesi, dall’1% al 20%.
Meccanismi fraudolenti che, tra signoraggio primario e secondario, processi inflattivi a loro vantaggio, tasse evase e fiscalità illecita, stanno consentendo alle dinastie che governano le banche di rastrellare una incredibile quantità di denaro e di spingere gli Stati e le stesse banche, sia di credito che centrali, al fallimento per demenziali fini di dominio.
Motivi tutti per i quali, così come si può sostenere che non è dovuta a un ladro la restituzione di un prestito di somme rubate, si può sostenere nelle cause che non è dovuta alle banche la restituzione dei fidi, mutui, quinti di stipendio ecc., essendo essa dovuta al vero proprietario: la collettività.
Logica in cui non è dovuto nemmeno il pagamento delle attuali imposte e tasse.
Contestazioni che vanno fatte salvaguardandosi con ogni indispensabile strategia giudiziaria e, specie per i mutui e le imposte, continuando, se possibile, nel mentre a pagarli.
Cause in cui bisogna addurre anche, in subordine, ciò che la giurisprudenza già riconosce: come l’illegittimità di anatocismo, accredito tardivo dei versamenti, commissione di massimo scoperto, usura ecc.
Conquiste giurisprudenziali ora in forse a causa delle cinque leggi illegittime regala-soldi alle banche, quattro delle quali recentissime, contro le quali spero però riusciremo presto a condurre a buon fine l’opera di abrogazione, o in via referendaria, mediante il Comitato promotore del referendum per la loro abrogazione, o mediante la loro bocciatura da parte della Corte costituzionale (vedi da www.marra.it i ricorsi per anticostituzionalità che io stesso ho formulato).
Citazioni impostate cioè in modo da ottenere già in primo grado l’accoglimento anche solo parziale delle subordinate (per importi sovente elevati), per poi proseguire, per il resto, in appello e in cassazione, in attesa che, in breve, la giurisprudenza si evolva.
Come pure vanno promosse le cause contro le tasse e le imposte, formulando anche qui, quale domanda principale, la richiesta che venga pronunziata la loro non debenza stante la illiceità del sistema fiscale e, quali subordinate, tutte le altre ordinarie richieste.
Cupola che ha imposto al mondo le sue regole codificandole nei sistemi fiscali vigenti o nei famosi accordi di Basilea, di cui tutti si riempiono ridicolmente la bocca, ignorando che sono solo dei volgari accordi illeciti tra privati.
Cose che ora, per la verità proprio in seguito alla vasta diffusione di questo documento, sono divenute note.
Cose da eliminare attraverso la nazionalizzazione o delle banche o comunque della produzione del denaro in via primaria o secondaria, in modo che lo Stato, quando ha bisogno di denaro, possa semplicemente stamparlo, o crearlo virtualmente (accade già perché lo Stato crea le monete di metallo, che però sono solo il 2% delle banconote).
Vanno inoltre pareggiati gli interessi passivi e attivi in modo che vadano ai proprietari dei soldi, e quelli frutto del moltiplicatore monetario vadano allo Stato.
Interessi, quelli bancari, peraltro generalmente usurai. Usura che – consistendo il signoraggio secondario, come abbiamo visto, nell’appropriarsi indebitamente di interessi cinquantuplicati sui prestiti di denaro altrui – ne costituisce quindi la forma estrema.
Stampa delle banconote e creazione del denaro virtuale da parte dello Stato che richiede una modifica del trattato di Maastricht e della Costituzione Europea, però aggirabile confiscando e nazionalizzando le banche e/o eliminando i fattori di criminalità dal loro operato.
Trattato, Costituzione Europea e sistemi fiscali scritti di pugno dalle banche, e con i quali hanno tentato di rapinare gli Stati della sovranità economica per ricettarla a queste cosche, ma senza potervi riuscire, perché resta il contrasto con tutti i principi fondamentali della Costituzione Italiana, della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo, e con tutti gli altri principi della stessa Costituzione Europea e di ogni altra norma.
Stampa dei soldi da parte dello Stato non indispensabile anche da varie altre angolazioni, essendo sufficiente che lo Stato li paghi alla BCE/BdI al mero costo tipografico, o anche solo che le banche centrali iscrivano come è ovvio all’attivo le banconote che creano e vi paghino le tasse: cosa che non risolve tutto il problema, ma basta ad arricchirci e a evidenziare la criminalità dell’attuale sistema.
Prassi – queste della BCE come della Federal Reserve eccetera, nonché dei sistemi fiscali – contro le quali non è vero che nessuno e nessun Paese può nulla, perché non appena magistratura, politica e informazione inizieranno a fare il loro dovere questi mostri saranno sconfitti in un baleno; e se non lo faranno saranno travolti lo stesso insieme ai loro mezzani; grazie a Internet: la nuova alleanza.
Crimini realizzati, come vedremo, in modo tale che le ‘dinastie’ – una ‘cupola’ che controlla di fatto le banche nel mondo – realizzino anche, mediante degli immensi falsi in bilancio, due ulteriori obiettivi.
Il primo, il furto, agli azionisti delle banche di credito (quindi ‘azionisti’ indiretti anche della BdI e della BCE), dei proventi dello stesso signoraggio primario e secondario.
E, il secondo, un’evasione fiscale maggiore delle tasse sia pagate che evase dal resto della società.
Proventi del signoraggio che, dopo averli rubati, la ‘cupola’ ricicla mediante centrali interbancarie mondiali, tra cui innumerevoli fonti Internet indicano la Clearstream, l’Euroclear, la Swift e altre.
Dopo averlo infatti segretato già dalla nascita della Repubblica fin negli atti del Parlamento (con gli omissis), si è ‘scoperto’ che la BdI è di privati (85% banche, 10% assicurazioni, 5% ignoti), come gran parte delle altre banche centrali; fra cui la BCE, che è al 14,57% della BdI, e quindi dei suoi proprietari.
Una privatezza di cui, da quando, pochi anni fa, la si è scoperta, si cerca di sminuire la rilevanza, ma che è la causa della miseria e del malessere del mondo.
Signoraggio primario della BdI/ BCE e delle altre banche centrali che consiste in quel che segue.
1) Nello stampare continuamente le banconote al costo della carta e dell’inchiostro o nel creare il denaro elettronicamente con un click (dal 1929 non occorre alcun corrispettivo in oro, ma è una favola che prima occorresse). Banconote i cui numeri di serie non sono progressivi e dei quali non si conosce il significato, sicché la loro quantità, nota solo a loro, è fuori dal controllo sociale.
2) Usarle (al valore in euro, dollari ecc. su esse stampato) per comprare dagli Stati – udite udite – un pari importo in titoli del debito pubblico (BOT, CCT, BPT, CTZ).
3) Vendere i titoli alle aste, riprendendosi i soldi e lasciando allo Stato il ‘debito pubblico’ inventato mediante questo crimine.
4) Realizzare il predetto falso in bilancio iscrivendo fraudolentemente al passivo l’importo delle banconote stampate a costo tipografico o create elettronicamente allo scopo di ‘pareggiare’ iscrivendo all’attivo i titoli o il ricavato della loro vendita, e di occultare così queste enormi somme.
Un occultamento al quale (fermo restando che, come vedremo, le tasse sono illecite), all’aliquota del 50%, consegue un’evasione fiscale per un importo pari alla metà delle banconote emesse o del denaro elettronico creato per ‘acquistare in contropartita’ il debito pubblico, il solo pagamento dei cui interessi è sufficiente a rovinare la società.
Un fenomeno prima di produzione incontrollata e da falsari del denaro e poi, come vedremo, di cinquantuplicazione del suo uso a opera delle banche di credito (signoraggio secondario), che è la causa sia dell’inflazione che dell’attuale, illecito sistema fiscale, creato anche a fini di dominio dei cittadini criminalizzandoli quali evasori, riciclatori ecc.
Crimini che, tra l’altro, fermo restando l’obbligo dello Stato di pagare ai compratori alla scadenza i titoli già emessi con i promessi interessi, rendono responsabili del ‘debito pubblico’ le ‘dinastie’ e, per esse, la BdI/BCE, avendone esse (non lo Stato) riscosso il corrispettivo.
5) Riciclare, nel modo già detto, il denaro così truffato.
Fenomeni che hanno stravolto il mondo, a partire da ciò che si definisce inflazione, che è tutt’altro da ciò che si ritiene, perché è frutto della produzione del denaro a opera di falsari.
Osserviamo infatti che se, ad esempio, il denaro globale è 100, e un falsario (è un falsario chiunque produca denaro ma non sia lo Stato, e quindi anche le banche) ne crea un altro ammontare pari di nuovo a 100, nel momento in cui lo mette in circolazione (lo spende), da un lato si appropria indebitamente di metà della ricchezza reale, e dall’altro porta a 200 il denaro globale, per cui ne diminuisce del 50% il potere di acquisto, ovvero determina una (cosiddetta) inflazione del 50%.
Inflazione che non si verifica se è lo Stato a produrre il denaro.
Questo perché lo Stato, per legge, può poi erogarlo solo a corrispettivo di beni, prestazioni, diritti ecc., ovvero inverandolo (facendoselo coprire) mediante il parallelo incremento della ricchezza reale che riceve in cambio, per cui il potere di acquisto del denaro rimane invariato, dato il parallelo incremento del denaro e della ricchezza reale.
Inveramento (processo che ho definito proprio io) che non c’è quando a produrre il denaro è un falsario (una banca), perché il falsario lo assegna a sé senza prima coprirlo, e solo dopo lo mette in circolazione spendendolo.
Definisco quindi inflazione quel fenomeno che si verifica quando, avendo dei falsari introdotto del denaro non inverato mediante lo spenderlo, abbiano così causato (oltre che un incremento della percentuale del denaro nelle loro mani che, appena speso, si traduce in un aumento della percentuale di ricchezza reale di loro proprietà) un incremento del denaro globale senza un incremento della ricchezza, e quindi una diminuzione del potere di acquisto del denaro.
Considerazioni dalle quali si deduce anche che i cittadini hanno il potere di inverare i soldi (chiunque li produca) per il sol fatto di riceverseli, perché sussiste la presunzione di fondo che non li ricevano a titolo gratuito, ma sempre coprendoli con la prestazione, il bene o il diritto che offrono a corrispettivo.
Un quadro nel quale, se un falsario ‘presta’ dei soldi a un ignaro cittadino, che li spende mettendoli irrimediabilmente in circolazione, ma poi viene a sapere della loro falsità e può provarla, nulla dovrà al falsario, sia perché il falsario nulla gli ha dato, e sia perché il corrispettivo dello spendere quei soldi il cittadino lo otterrà dalla collettività, non dal falsario; sicché è alla collettività (allo Stato) che dovrà restituirli.
Motivi per i quali sostengo di seguito che fidi, mutui, quinti di stipendio ecc. non vanno restituiti alle banche, e che se si vogliono rendere veri i ‘debiti’ dei cittadini verso di esse, per poterli poi esigere, occorre prima confiscarle e nazionalizzarle, essendo altrimenti i loro crediti inesigibili in quanto crediti di falsari e di truffatori.
Cose la cui eliminazione, e crediti la cui riscossione, renderà ricchissimo lo Stato debellando anche la drammatica demonetizzazione pilotata dalle banche per indebolirci e dominarci.
Infatti, nel momento in cui il denaro è prodotto dallo Stato, sicché produrlo non causa inflazione, ne va stampato un adeguato quantitativo, perché ciò incrementa gli scambi ed è benefico per l’economia.
Accuse di violazione degli artt. del codice penale n. 241, 283, 648 bis, 501, 501 bis, 416, 61 ecc. che vanno ai soli beneficiari diretti e consci di questi delitti. Opera di falsificazione delle Banche Centrali (signoraggio primario), a cui si aggiunge quella delle banche di credito (loro proprietarie) attraverso il meccanismo del ‘moltiplicatore monetario’ (signoraggio secondario).
Moltiplicatore monetario in virtù del quale le banche, secondo prassi che una prona e scellerata dottrina di regime dà per scontate, ma sono il massimo della criminalità, realizzano prestiti per un ammontare 50 volte maggiore del denaro che detengono.
In sostanza, se Tizio versa su Banca Intesa SanPaolo (proprietaria del 44,25% di BdI) 100.000 euro, essa banca tratterrà il 2% come riserva (per arrotondare, in realtà è l’1,6%), e presterà il 98% che, una volta depositato in un’altra banca, di nuovo, a cascata, sarà prestato al 98% all’infinito.
Finché, non la singola banca, ma il sistema bancario, attraverso un giro di prestiti di un importo ogni volta più basso del 2%, avrà azzerato i 100.000 euro iniziali, ma avrà lucrato interessi su prestiti per 5.000.000.
Un usare 50 volte sempre lo stesso denaro che serve a monetizzare la società e non arreca, di per sé, vantaggi alle banche (gliene arreca molti, fermo restando però che ogni volta che una banca presta a taluno c’è un altro a cui deve restituire), ma serve loro per lucrare illecitamente interessi su ognuno di questi prestiti di denaro altrui, per i quali hanno diritto solo al compenso per il servizio (che già riscuotono), mentre gli interessi devono andare ai proprietari del denaro, e allo Stato per i prestiti frutto della cinquantuplicazione.
Interessi cinquantuplicati che costituiscono una creazione di denaro dal nulla in loro vantaggio che si realizza come effetto di ogni forma di ‘versamento’ o di pagamento, ovvero anche attraverso l’uso degli assegni, delle carte di credito, dei bonifici ecc.
Se infatti Caio paga a Tizio 1.000 euro con una carta di credito, un assegno o un bonifico, la banca addebita a Caio 1.000 euro inverati, perché abbiamo detto che il cittadino il denaro non può crearlo dal nulla.
1.000 euro che si configureranno come la costituzione presso la banca di un fondo che essa userà per fare pagamenti o prestiti al 98% come sopra cinquantuplicati lucrando anche qui i predetti interessi su denaro altrui.
Meccanismi di moltiplicazione i cui proventi (signoraggio secondario) non vanno nemmeno essi agli azionisti, ma vengono di nuovo sottratti dalla ‘cupola’ attraverso complessi falsi in bilancio e trucchi il cui effettivo accertamento richiede che una magistratura molto specializzata entri finalmente con i suoi poteri nel profondo del sistema, anziché astenersene garantendo che vi fioriscano ogni genere di imperscrutabili mostruosità.
Meccanismi di moltiplicazione del denaro a opera di falsari che non possono che provocare una continua svalutazione che però non si avverte, o si avverte meno, perché è neutralizzata dall’altrettanto continua grande diminuzione dei costi frutto della crescente meccanizzazione\semplificazione dei processi produttivi.
Quanto poi all’attuale sistema fiscale è illecito perché il grosso delle tasse e delle imposte serve per rastrellare denaro inverato da usare per acquistare il denaro da inverare dalle banche.
Tasse e imposte destinate all’acquisto del denaro dalle banche che non serviranno quando lo Stato il denaro lo stamperà da sé.
Un nuovo sistema in cui potrà bastare un’unica imposta (potremmo definirla la ‘generale’) da pagarsi – senza compensazioni tra dare e avere – su ogni consumo di beni, prestazioni, servizi ecc. in una misura variabile, in ipotesi, dall’1% al 20%.
Meccanismi fraudolenti che, tra signoraggio primario e secondario, processi inflattivi a loro vantaggio, tasse evase e fiscalità illecita, stanno consentendo alle dinastie che governano le banche di rastrellare una incredibile quantità di denaro e di spingere gli Stati e le stesse banche, sia di credito che centrali, al fallimento per demenziali fini di dominio.
Motivi tutti per i quali, così come si può sostenere che non è dovuta a un ladro la restituzione di un prestito di somme rubate, si può sostenere nelle cause che non è dovuta alle banche la restituzione dei fidi, mutui, quinti di stipendio ecc., essendo essa dovuta al vero proprietario: la collettività.
Logica in cui non è dovuto nemmeno il pagamento delle attuali imposte e tasse.
Contestazioni che vanno fatte salvaguardandosi con ogni indispensabile strategia giudiziaria e, specie per i mutui e le imposte, continuando, se possibile, nel mentre a pagarli.
Cause in cui bisogna addurre anche, in subordine, ciò che la giurisprudenza già riconosce: come l’illegittimità di anatocismo, accredito tardivo dei versamenti, commissione di massimo scoperto, usura ecc.
Conquiste giurisprudenziali ora in forse a causa delle cinque leggi illegittime regala-soldi alle banche, quattro delle quali recentissime, contro le quali spero però riusciremo presto a condurre a buon fine l’opera di abrogazione, o in via referendaria, mediante il Comitato promotore del referendum per la loro abrogazione, o mediante la loro bocciatura da parte della Corte costituzionale (vedi da www.marra.it i ricorsi per anticostituzionalità che io stesso ho formulato).
Citazioni impostate cioè in modo da ottenere già in primo grado l’accoglimento anche solo parziale delle subordinate (per importi sovente elevati), per poi proseguire, per il resto, in appello e in cassazione, in attesa che, in breve, la giurisprudenza si evolva.
Come pure vanno promosse le cause contro le tasse e le imposte, formulando anche qui, quale domanda principale, la richiesta che venga pronunziata la loro non debenza stante la illiceità del sistema fiscale e, quali subordinate, tutte le altre ordinarie richieste.
Cupola che ha imposto al mondo le sue regole codificandole nei sistemi fiscali vigenti o nei famosi accordi di Basilea, di cui tutti si riempiono ridicolmente la bocca, ignorando che sono solo dei volgari accordi illeciti tra privati.
Cose che ora, per la verità proprio in seguito alla vasta diffusione di questo documento, sono divenute note.
Cose da eliminare attraverso la nazionalizzazione o delle banche o comunque della produzione del denaro in via primaria o secondaria, in modo che lo Stato, quando ha bisogno di denaro, possa semplicemente stamparlo, o crearlo virtualmente (accade già perché lo Stato crea le monete di metallo, che però sono solo il 2% delle banconote).
Vanno inoltre pareggiati gli interessi passivi e attivi in modo che vadano ai proprietari dei soldi, e quelli frutto del moltiplicatore monetario vadano allo Stato.
Interessi, quelli bancari, peraltro generalmente usurai. Usura che – consistendo il signoraggio secondario, come abbiamo visto, nell’appropriarsi indebitamente di interessi cinquantuplicati sui prestiti di denaro altrui – ne costituisce quindi la forma estrema.
Stampa delle banconote e creazione del denaro virtuale da parte dello Stato che richiede una modifica del trattato di Maastricht e della Costituzione Europea, però aggirabile confiscando e nazionalizzando le banche e/o eliminando i fattori di criminalità dal loro operato.
Trattato, Costituzione Europea e sistemi fiscali scritti di pugno dalle banche, e con i quali hanno tentato di rapinare gli Stati della sovranità economica per ricettarla a queste cosche, ma senza potervi riuscire, perché resta il contrasto con tutti i principi fondamentali della Costituzione Italiana, della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo, e con tutti gli altri principi della stessa Costituzione Europea e di ogni altra norma.
Stampa dei soldi da parte dello Stato non indispensabile anche da varie altre angolazioni, essendo sufficiente che lo Stato li paghi alla BCE/BdI al mero costo tipografico, o anche solo che le banche centrali iscrivano come è ovvio all’attivo le banconote che creano e vi paghino le tasse: cosa che non risolve tutto il problema, ma basta ad arricchirci e a evidenziare la criminalità dell’attuale sistema.
Prassi – queste della BCE come della Federal Reserve eccetera, nonché dei sistemi fiscali – contro le quali non è vero che nessuno e nessun Paese può nulla, perché non appena magistratura, politica e informazione inizieranno a fare il loro dovere questi mostri saranno sconfitti in un baleno; e se non lo faranno saranno travolti lo stesso insieme ai loro mezzani; grazie a Internet: la nuova alleanza.
Alfonso Luigi Marra
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