D'un tratto nel folto bosco

Non c’era nessuno in tutto il paese che potesse insegnare ai bambini che la realtà non è soltanto quello che l’occhio vede e l’orecchio ode e la mano può toccare, bensì anche quel che sta nascosto alla vista e al tatto, e si svela ogni tanto, solo per un momento, a chi lo cerca con gli occhi della mente e a chi sa ascoltare e udire con le orecchie dell’animo e toccare con le dita del pensiero.
Amos Oz


martedì 19 marzo 2013

Vaccini al mercurio dannosi per i bimbi è guerra per i risarcimenti


Tanti ricorsi per il diritto al risarcimento mentre le famiglie pagano 2000 euro per il logopedista


di Egle Priolo



PERUGIA - «Mio figlio? Quando è nato stava bene. Rideva, giocava. Poi quel vaccino e la nostra vita è cambiata per sempre». «Il mio bambino... Avreste dovuto vederlo. Una gioia. Adesso soffre di autismo e vive in un mondo tutto suo. Ma io lotto per farlo vivere come tutti gli altri». Due mamme, due figli, due delle centinaia di famiglie in Umbria che lottano per la stessa causa. Contro la sanità e quel vaccino antimorbillo che secondo loro ha causato la malattia 
Contro la giustizia che non concede un giusto sostegno a scuola. Contro un sistema di welfare che non funziona. Contro l’indifferenza. Una battaglia contro i mulini a vento, dice qualcuno. Una guerra contro una leggenda, spiega chi non ravvisa nessun legame tra il vaccino contro morbillo, rosolia e orecchioni e la comparsa dei sintomi dell’autismo. Eppure le storie di queste mamme sono qui, vicine di casa o colleghe. Che portano in tribunale la loro richiesta di risarcimento e giustizia. Che raccontano dei fantastici mondi in cui vivono i loro figli. Che hanno un solo desiderio. Essere come tutti gli altri.

Le storie di Luca e Giovanni (nomi di fantasia) sono simili. Corrono sullo stesso binario anche dopo quello scambio difettoso che ha portato le loro vite da tutt’altra parte. Le raccontano le loro mamme, Sabrina e Michela. Gravidanza normale e quei primi mesi di gioia. Le cure e i primi vaccini. Fino a quello antimorbillo: dopo l’iniezione, ecco i fastidi. Problemi agli arti, lo sguardo che si spegne e le prime risate che si trasformano in mormorio continuo. La diagnosi è impietosa: autismo.

«Il mercurio, tutta colpa del mercurio - spiega Sabrina - che li ha intossicati». Loro due, insieme ad altre decine di famiglie, fanno parte del Comitato Montinari Umbria onlus, una delle tante associazioni che si occupano del sostegno ai bambini autistici. La loro, in particolare, accompagna la terapia di un logopedista a una dieta senza glutine e latticini «per ripulire il loro sangue dalle tossine dovute al mercurio del vaccino», spiega Sabrina.

Ma questo è solo un aspetto della lotta. Perché è fuori casa che le mamme tirano fuori gli artigli. Prima di tutto contro il ministero della Salute, la Regione e le Aziende sanitarie. Contro cui sono pendenti diversi procedimenti per veder riconosciuto il diritto al risarcimento per le conseguenze del vaccino. Che, è bene sottolinearlo, non ha questi effetti su tutti. C’è chi, per esempio, potrebbe essersi ammalato perché predisposto geneticamente dall’intolleranza ai metalli di entrambi i genitori. «Rischi però - attacca Michela - di cui qualcuno dovrebbe dire qualcosa».

E loro hanno fatto causa. Michela aspetta il primo grado. Sabrina lo ha perso e spera nell’appello previsto per il 20 marzo. Secondo la difesa (entrambe assistite dall’avvocato Roberto Mastalia) spetterebbe un’indennità a norma della legge 210 del 1992 perché «a causa di vaccinazioni obbligatorie per legge o per ordinanza di un’autorità sanitaria italiana ha contratto lesioni o infermità da cui sia derivata una menomazione permanente dell’integrità psicofisica». Ma il tribunale ha respinto la richiesta perché la vaccinazione “incriminata” non è obbligatoria. L’avvocato Mastalia ci riproverà in appello.

E le mamme continuano a battersi anche a scuola: mentre arrivano a spendere anche duemila euro al mese per fornire a Luca e Giovanni l’aiuto di un logopedista, in aula le cose non vanno bene, tra il no del Tar al sostegno totale e i consueti problemi di fondi. Con Mastalia che parla di contrasto ai «principi costituzionali come quello che dovrebbero essere “rimossi gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana”. Che tutti hanno diritto allo studio sono purtroppo petizioni di principio assolutamente svincolate dalla vita reale».

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