Il giornale giapponese The Asahi Shimbun pubblica oggi la terza parte dell'inchiesta The Prometheus Trap/"Shadow units" che rivela i retroscena ed i compiti delle missioni segrete assegnate ad un'unità ombra della Ground Self-Defense Force (Gsdf) dopo il disastro nucleare di Fukushima Daiichi. L'inchiesta mostra anche come le forze di autodifesa del Giappone si siano trasformate ormai da tempo, anche sotto il debole governo di centro-sinistra in carica nel 2011/2012, in una vera forza militare, aprendo la strada al nuovo militarismo invocato dalla destra giapponese e dal nuovo primo ministro liberaldemocratico Shinzo Abe.
Il Central readiness regiment (Crr) delle Gdfs, una "unità ombra" addestrata per operazioni speciali, ha fatto ogni sforzo per proteggere la segretezza della sua missione pianificata per salvare i "liquidatori" della Tokyo electric power Company (Tepco) che stavano intervenendo nel reattore 1 della centrale nucleare di Fukushima Daiichi e secondo The Asahi Shimbun «Il Crr ha dovuto garantire che anche il suo addestramento a questa missione altamente confidenziale non fosse visto da nessuno al di fuori dell'organizzazione. Anche la Tepco, il gestore della centrale nucleare, è stata tenuta all'oscuro del piano di salvataggio».
Yoshifumi Hibako, a capo dello staff della Gsdf ha spiegato: «Credevamo che la Tepco fosse troppo preoccupata di trattare la crisi nucleare per poter cooperare in qualche modo con la Sdf. Eravamo anche preoccupati che la divulgazione delle operazioni di soccorso potesse sconvolgere la compagnia».
A partire dal 21 marzo 2011, i soldati del Crre assegnati alla missione si sono addestrati ad indossare rapidamente maschere protettive e giubbotti di piombo, ad impratichirsi del funzionamento degli autoblindo corazzati ad 8 ruote da guidare con tutti i portelli chiusi, anche quello del lunotto anteriore, e completamente imbottiti di materiale protettivo contro le radiazioni. Inoltre hanno simulato più volte il prelievo dei "liquidatori" di Fukushima Daiichi con i veicoli penetrati nella centrale nucleare dove c'erano state le esplosioni di idrogeno ei reattori.
Quello che l'unità ombra doveva dire con l'altoparlante montato sul blindato agli operai Tepco, rimasti indietro in un ambiente mortale e sovraccarico di radiazioni, era: «Siamo venuti a salvarti. Si prega di mettersi sui tetti dei nostri veicoli rapidamente. Agire con calma». Ma l'unità doveva garantirsi che queste parole dette durante le esercitazioni non venissero sentite dalla gente e che il loro addestramento rimanesse ignoto all'opinione pubblica.
Inizialmente, l'unità ombra ha svolto le esercitazioni di soccorso segrete in un parco industriale vicino all'Iwaki Seaside Nature Center, un complesso turistico/ricreativo dove si era accampato il Crr, ma ha dovuto cambiare posizione dopo che le esercitazioni erano state viste da residenti non ancora evacuati. Hidefumi Nogami e Hiroyoshi Itabashi scrivono sul giornale giapponese: «Nei suoi sforzi per mantenere la missione segreta, l'unità ha costantemente cambiato posizione per l'addestramento, utilizzando vari siti tra i 20 e i 30 km dalla centrale nucleare disastrata, tra i quali un parco giochi pubblico e un parcheggio comunale».
Alle 9.30 del 26 marzo 2011, una settimana dopo il suo arrivo nell'area di evacuazione di Fukushima, il Crr finalmente condusse un esercitazione che per la prima volta comprendeva l'ingresso nei locali della centrale nucleare. La "Shadow units" ha chiesto ai "liquidatori" della Tepco di soldati nell'impianto nucleare, ma senza dir loro che si trattava di un'esercitazione di soccorso. Ai dipendenti Tepco è stato solo detto che l'obiettivo era la ricognizione del percorso.
Ma l'utilizzo di veicoli blindati così massicci per una missione di soccorso poneva un grosso problema: durante un'operazione di questo genere, in altre condizioni, un convoglio di 8 di questi veicoli viaggia in fila, ma una fila di 8 blindati con pneumatici rinforzati sarebbe stata inevitabilmente molto visibile. I membri dell'unità ombra hanno quindi detto ai "liquidatori" Tepco che intendevano usare una varietà di veicoli, perché si sarebbero sicuramente presentate situazioni molto varie. Il convoglio utilizzato nell'esercitazioni era composto principalmente di piccoli veicoli blindati a quattro ruote, con un solo blindato-vettore ad 8 ruote che sarebbe stato utilizzato nella missione vere.
A bordo di questo vettore c'era il comandante del reggimento ombra in persona, Kazunori Yamaguchi, ed il convoglio doveva penetrare nell'edificio del reattore 1 dallo squarcio apertosi a causa di un'esplosione di idrogeno. Almeno una volta alla settimana, il Crr ha provato l'intera operazione, partendo dalla ricezione di un ordine di emergenza per salvare i lavoratori di Fukushima Daiichi, il che la dice lunga su quanto ufficialmente dicevano il governo giapponese e la Tepco e su quello che invece pensavano fossero i reali pericoli nella centrale dopo la catastrofe nucleare.
Ma anche tra i militari dell'unità ombra c'era la consapevolezza che fosse stata assegnata loro una missione suicida. The Asahi Shimbun scrive: «Maj Atsushi Kikuchi, 37 anni, che era il comandante della prima compagnia, si immaginava di trovare i dipendenti Tepco a terra quando sono arrivati nell'impianto per l'operazione di salvataggio. Pensava anche che i membri Crr sarebbero collassati quando uscivano dai loro veicoli per salvare i dipendenti. Si preparò a morire».
Invece al sergente maggiore Yasuyuki Machida della sezione di pubbliche relazioni del Crr è stato assegnato un altro compito: produrre un supplemento del giornale del reggimento per fugare i timori tra le famiglie dei militari, dove ovviamente non c'era scritto nulla sulla missione segreta. L'edizione speciale, decisa dopo la decisione di avviare la missione di salvataggio a Fukushima Daiichi, è stata pubblicata il 29 marzo 2011, nel bel mezzo del durissimo addestramento per penetrare nella centrale nucleare in piena crisi atomica. Il giornale scriveva solo di come il Crr trasportasse gli sfollati sugli autobus, da un centro di evacuazione ad un albergo dove poter fare un bagno. Accanto al grande titolo "L'assistenza produce sorrisi," c'era una grande foto che mostrava una bambina sorridente che saluta.
http://www.greenreport.it/
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