D'un tratto nel folto bosco

Non c’era nessuno in tutto il paese che potesse insegnare ai bambini che la realtà non è soltanto quello che l’occhio vede e l’orecchio ode e la mano può toccare, bensì anche quel che sta nascosto alla vista e al tatto, e si svela ogni tanto, solo per un momento, a chi lo cerca con gli occhi della mente e a chi sa ascoltare e udire con le orecchie dell’animo e toccare con le dita del pensiero.
Amos Oz


venerdì 8 marzo 2013

Autoproduzione: Come tagliare i fili dal sistema DI LORENZO D’AMELIO


La crisi economica non può essere risolta se non ragionando ad un piano superiore, cioè facendo presente la necessità di fare ritornare l'uomo al centro e non il mercato. L'economia è passata dall'esistere in funzione dell'umanità ad essere il nostro dittatore. Dagli sbagli nascono però le occasioni per rifarsi e correggersi. Innanzitutto dobbiamo renderci conto di quanto siamo diventati dipendenti da questo sistema economico-centrico: siamo in grado ad esempio di alimentarci senza andare più al supermercato?

In realtà siamo drogati dal suddetto sistema e per disintossicarci diventa necessario affidarsi ad una “rivoluzione quotidiana”, costituita da piccole attenzioni e riflessioni collettive in maniera da instaurare un circolo virtuoso per un uso oculato delle limitate risorse di cui disponiamo. Riprendersi dalla crisi significa cambiare paradigma culturale, abbandonando il mito dello sviluppo (compreso l'ossimoro dello sviluppo sostenibile), altrimenti ci sarà solamente una ripresa della crisi.

Il giornalista Massimo Fini ha scritto:“Noi siamo su un treno che va a ottocento all’ora, che per la sua dinamica interna deve continuamente aumentare la velocità, non c’è il macchinista o se c’è i comandi gli sono sfuggiti di mano da tempo e il convoglio va per conto suo (…). Ha ancora un senso cercare una più equa sistemazione dei viaggiatori. Ma le domande di fondo sono diventate altre: dove sta andando il treno? Qual’è il rapporto fra i viaggiatori e il meccanismo che li sta portando? E possono, i viaggiatori, decidere quale deve essere la velocità e la meta o è il treno, la cui via è segnata dalle rotaie su cui è stato messo, a decidere per loro?”.

Una maggiore indipendenza individuale e collettiva, tagliando i nostri fili dall'attuale sistema e riducendo sia i rifiuti che i trasporti inquinanti, si può raggiungere tramite l'autoproduzione ossia “il saper fare” e l'autoconsumo. Ovvero quanto non ci insegnano nelle scuole o nelle università tradizionali. Pensiamoci: le nostre abilità pratiche sono inversamente proporzionali al peso che può avere il sistema monetario sulla nostra esistenza.
Autoproduzione: Come tagliare i fili dal sistema
DI LORENZO D’AMELIO

La crisi economica non può essere risolta se non ragionando ad un piano superiore, cioè facendo presente la necessità di fare ritornare l'uomo al centro e non il mercato. L'economia è passata dall'esistere in funzione dell'umanità ad essere il nostro dittatore. Dagli sbagli nascono però le occasioni per rifarsi e correggersi. Innanzitutto dobbiamo renderci conto di quanto siamo diventati dipendenti da questo sistema economico-centrico: siamo in grado ad esempio di alimentarci senza andare più al supermercato?

In realtà siamo drogati dal suddetto sistema e per disintossicarci diventa necessario affidarsi ad una “rivoluzione quotidiana”, costituita da piccole attenzioni e riflessioni collettive in maniera da instaurare un circolo virtuoso per un uso oculato delle limitate risorse di cui disponiamo. Riprendersi dalla crisi significa cambiare paradigma culturale, abbandonando il mito dello sviluppo (compreso l'ossimoro dello sviluppo sostenibile), altrimenti ci sarà solamente una ripresa della crisi.

Il giornalista Massimo Fini ha scritto:“Noi siamo su un treno che va a ottocento all’ora, che per la sua dinamica interna deve continuamente aumentare la velocità, non c’è il macchinista o se c’è i comandi gli sono sfuggiti di mano da tempo e il convoglio va per conto suo (…). Ha ancora un senso cercare una più equa sistemazione dei viaggiatori. Ma le domande di fondo sono diventate altre: dove sta andando il treno? Qual’è il rapporto fra i viaggiatori e il meccanismo che li sta portando? E possono, i viaggiatori, decidere quale deve essere la velocità e la meta o è il treno, la cui via è segnata dalle rotaie su cui è stato messo, a decidere per loro?”.

Una maggiore indipendenza individuale e collettiva, tagliando i nostri fili dall'attuale sistema e riducendo sia i rifiuti che i trasporti inquinanti, si può raggiungere tramite l'autoproduzione ossia “il saper fare” e l'autoconsumo. Ovvero quanto non ci insegnano nelle scuole o nelle università tradizionali. Pensiamoci: le nostre abilità pratiche sono inversamente proporzionali al peso che può avere il sistema monetario sulla nostra esistenza.

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