La protesta: non possiamo anticipare i soldi per acquistarli
R. MAG.
E' a rischio «stop» il servizio di distribuzione dei medicinali convenzionati con il Servizio sanitario nazionale. I titolari delle 147 farmacie nelle province di Vercelli e Biella sono inferociti: tramite un accordo, in vigore ormai da decenni tra rivendite e Stato, i farmacisti anticipano i soldi per l’acquisto delle medicine, e le Asl, a fine mese, li rimborsano delle spese.
Nelle ultime settimane le stesse Asl stanno ritardando nei rimborsi, i titolari, che non riescono più a far fronte ai mancati pagamenti e si rischia lo stop alla fornitura dei farmaci su ricetta rossa perché i distributori non consegneranno più i farmaci in quanto le industrie produttrici non ammettono ritardati pagamenti delle fatture. Un’anomalia, iniziata con un’avviso inviato dalle Asl vercellesi e biellesi al presidente dell’associazione titolari di farmacia di Vercelli e Biella, Renzo Friolotto.
«Siamo stati informati dei pagamenti ritardati con una semplice mail - commenta -: i fondi non sono stati versati nelle casse delle farmacie dallo scorso mese di gennaio, e non siamo in grado di sapere quanto riprenderanno con la necessaria regolarità». Il fenomeno, dice Friolotto, è reso più grave dal fatto che si tratta di un servizio di assistenza sanitaria primaria: «Non si può andare avanti così - continua il presidente -, non vorremmo arrivare allo stop delle medicine, però finora non abbiamo ricevuto nessun tipo di comunicazione dalle Asl, né formale, né informale».
Nelle ultime settimane le stesse Asl stanno ritardando nei rimborsi, i titolari, che non riescono più a far fronte ai mancati pagamenti e si rischia lo stop alla fornitura dei farmaci su ricetta rossa perché i distributori non consegneranno più i farmaci in quanto le industrie produttrici non ammettono ritardati pagamenti delle fatture. Un’anomalia, iniziata con un’avviso inviato dalle Asl vercellesi e biellesi al presidente dell’associazione titolari di farmacia di Vercelli e Biella, Renzo Friolotto.
«Siamo stati informati dei pagamenti ritardati con una semplice mail - commenta -: i fondi non sono stati versati nelle casse delle farmacie dallo scorso mese di gennaio, e non siamo in grado di sapere quanto riprenderanno con la necessaria regolarità». Il fenomeno, dice Friolotto, è reso più grave dal fatto che si tratta di un servizio di assistenza sanitaria primaria: «Non si può andare avanti così - continua il presidente -, non vorremmo arrivare allo stop delle medicine, però finora non abbiamo ricevuto nessun tipo di comunicazione dalle Asl, né formale, né informale».
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