D'un tratto nel folto bosco

Non c’era nessuno in tutto il paese che potesse insegnare ai bambini che la realtà non è soltanto quello che l’occhio vede e l’orecchio ode e la mano può toccare, bensì anche quel che sta nascosto alla vista e al tatto, e si svela ogni tanto, solo per un momento, a chi lo cerca con gli occhi della mente e a chi sa ascoltare e udire con le orecchie dell’animo e toccare con le dita del pensiero.
Amos Oz


sabato 4 maggio 2013

Italia: altri 22 milardi per le armi


Dopo gli F-35, altri 22 miliardi di euro per le spese militari

22 miliardi di euro. E' questa la cifra sbalorditiva che, in barba alla crisi, le Forze Armate italiane si apprestano ad impiegare per la cosiddetta digitalizzazione dell'Esercito, un record che batte persino le stime per l'acquisto dei famosi F-35 (14 miliardi di euro).

Un fiume di denaro pubblico che servirà, tra l'altro, a dotare un élite di 558 "soldati del futuro" (circa mezzo milione di euro ad unità) di tecnologia bellica high tech: dall'avanguardistico mirino Specter integrato con una microtelecamera ad infrarossi, agli occhiali per la visione notturna montati sull'elmetto, ai mininavigatori gps piazzati sulla spalla al lanciagranate coassiale con correttore automatico di tiro fino al tablet blindato con touch screen per i comandanti. Su quest'ultimo "fondamentale" strumento, tuttavia, i tecnici manifestano qualche perplessità: c'è la possibilità, infatti, che possa non funzionare nelle battaglie ingaggiate nel fango (ma con chi le dovremmo ingaggiare le battaglie nel fango?). Insomma, roba fondamentale per il paese. Esattamente ciò che i cittadini chiedono. O no?

A proposito: la Costituzione italiana, all'articolo 11, recita: "L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali"

*L'inchiesta completa, da cui abbiamo tratto alcuni dati sugli imminenti, scandalosi sprechi delle Forze Armate, la trovate su "L'Espresso" in edicola questa settimana

Massimo Malerba
Dopo gli F-35, altri 22 miliardi di euro per le spese militari

22 miliardi di euro. E' questa la cifra sbalorditiva che, in barba alla crisi, le Forze Armate italiane si apprestano ad impiegare per la cosiddetta digitalizzazione dell'Esercito, un record che batte persino le stime per l'acquisto dei famosi F-35 (14 miliardi di euro). 

Un fiume di denaro pubblico che servirà, tra l'altro, a dotare un élite di 558 "soldati del futuro" (circa mezzo milione di euro ad unità) di tecnologia bellica high tech: dall'avanguardistico mirino Specter integrato con una microtelecamera ad infrarossi, agli occhiali per la visione notturna montati sull'elmetto, ai mininavigatori gps piazzati sulla spalla al lanciagranate coassiale con correttore automatico di tiro fino al tablet blindato con touch screen per i comandanti. Su quest'ultimo "fondamentale" strumento, tuttavia, i tecnici manifestano qualche perplessità: c'è la possibilità, infatti, che possa non funzionare nelle battaglie ingaggiate nel fango (ma con chi le dovremmo ingaggiare le battaglie nel fango?). Insomma, roba fondamentale per il paese. Esattamente ciò che i cittadini chiedono. O no?

A proposito: la Costituzione italiana, all'articolo 11, recita: "L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali"

*L'inchiesta completa, da cui abbiamo tratto alcuni dati sugli imminenti, scandalosi sprechi delle Forze Armate, la trovate su "L'Espresso" in edicola questa settimana

Massimo Malerba

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