Sono partite le grandi manovre nel caso in cui Israele lancerà un attacco preventivo contro gli impianti nucleari iraniani prima delle elezioni presidenziali Usa: sarà chiave lo Stretto di Hormuz.GUARDA intervista al premier Netanyahu scatenato in Tv: "Tra 6 mesi, Teheran avrà il 90% dell'uranio per una bomba atomica".
New York - La guerra di strategia contro l'Iran è di fatto già cominciata. Nelle acque del Golfo Persico si stanno ammassando flotte navali che battono bandiera americana e inglese. Da Washington dell'entourage del presidente Barack Obama sono in molti a ritenere plausibile che Israele lancerà un attacco preventivo contro gli impianti nucleari iraniani prima delle elezioni presidenziali negli Stati Uniti, previste tra meno di 8 settimane.
Un altro modo per dire all'America "hai fallito sulla strada della politica estera". Visto da Downing Street e dalla Casa Bianca quel segnale potrebbe essere un boomerang fatale: i diplomatici statunitensi e britannici si augurano che quella dimostrazione di forza possa fare breccia a Teheran, mandando un altro segnale al presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad ossia che Nato e Occidente non gli permetteranno mai di sviluppare un arsenale nucleare soprattutto vicino allo Stretto di Hormuz.
Quello specchio d'acqua è fondamentale perché è lì che transitano 18 milioni di barili di petrolio al giorno, circa il 35% del petrolio mondiale commercializzato via mare. Fino ad oggi l’Iran ha permesso alle navi straniere di utilizzare le sue acque territoriali sulla base delle misure sul transito marittimo contenute nella terza parte dellaConvenzione delle Nazioni Unite sul Diritto del mare, ma qualcosa potrebbe cambiare.
Gli iraniani hanno ripreso a rivendicare il controllo della regione e di tutto il Golfo Persico. E sebbene fonti della Difesa americana siano convinte che la capacità dell'Iran di confrontarsi in guerra non possa essere tecnologicamente sofisticata, in vista delle sue esercitazioni in calendario il prossimo mese le navi inglesi e americane si portano avanti.
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha spiegato all'emittente americana NBC, nel programma della domenica "Meet the Press" con David Gregory, perche' e' convinto che la politica delle sanzioni non sara' sufficiente: "L'Iran e' guidato da una leadership di un fanatismo incredibile, lo stesso fanatismo che si e' visto nell'assalto alle ambasciate Usa. Volete che questa gente entri in possesso di armi nucleari?". "L'Iran avrà il 90 per cento dell'uranio arricchito che serve per realizzare una bomba atomica entro i prossimi sei mesi; ha passato la zona rossa ed e' a 20 metri dalal linea finale di massimo alert", ha detto il premier israeliano (il video e' qui sotto, WSI lo offre ai lettori in Italia, i grandi media italiani l'hanno totalmente ignorato):
Al conduttore David Gregory che gli chiedeva se una politica di "contenimento" non potrebbe in definitiva funzionare con l'Iran come a suo tempo funzionò per l'Unione Sovietica, il premier di Israele ha risposto: "È molto diverso, loro mettono il loro zelo religioso prima ancora della loro sopravvivenza. Hanno uomini-bomba suicidi in tutto il mondo. Non mi fiderei della loro razionalità".
Per poi rincarare ancora la dose nei confronti di coloro i quali in Usa si oppongono strenuamente a un blitz preventivo israeliano e pensano che un male minore sarebbe accettare un Iran nucleare: "Chi sostiene che un Iran dotato dell'arma nucleare potrebbe esercitare una funzione stabilizzatrice nella regione, e' riuscito a stabilire nuovi standard di stupidita' umana".
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