D'un tratto nel folto bosco

Non c’era nessuno in tutto il paese che potesse insegnare ai bambini che la realtà non è soltanto quello che l’occhio vede e l’orecchio ode e la mano può toccare, bensì anche quel che sta nascosto alla vista e al tatto, e si svela ogni tanto, solo per un momento, a chi lo cerca con gli occhi della mente e a chi sa ascoltare e udire con le orecchie dell’animo e toccare con le dita del pensiero.
Amos Oz


sabato 1 settembre 2012

Vogliosapere, io non accetto segreti e non sono un sovversivo. Sono un cittadino.



Si sfrutta il diritto a non sapere di procedura penale da parte dei cittadini che non sono tecnici del processo,  per raggirarli.  E’ la sensazione più sgradevole che mi dà la lettura dei giornali sull’argomento delle intercettazioni.  C’è molta scorrettezza e c’è un vistoso sforzo di alzare polveroni non perchè nulla accada, bensì che accada non visto.
  • La questione è semplice ma viene appositamente ingarbugliata.
  • Ecco le parole d’ordine:  complotti,  torbide manovre,  destabilizzazione,  la nostra Repubblica in pericolo,  colpo di stato strisciante,  uniti in difesa della democrazia minacciata!
  • Sono dei grandi cialtroni.
Articolo 269 del codice di procedura penale:
"1. I verbali e le registrazioni sono conservati integralmente presso il pubblico ministero che ha disposto l’intercettazione.
2. (…) le registrazioni sono conservate fino alla sentenza non più soggetta ad impugnazione. Tuttavia gli interessati, quando la documentazione non è necessaria per il procedimento, possono chiederne la distruzione, a tutela della riservatezza, al giudice che ha autorizzato o convalidato l’intercettazione. Il giudice decide in camera di consiglio a norma dell’art. 127   (nota bene,  l’art.127 dice:  ”Quando si deve procedere in camera di consiglio,  il giudice o il presidente del collegio fissa la data dell’udienza e ne fa dare avviso alle parti,  alle altre persone interessate e ai difensori”).
3. La distruzione, nei casi in cui è prevista, viene eseguita sotto controllo del giudice. Dell’operazione è redatto verbale".
Questa norma è passata indenne anche all’esame della Corte Costituzionale.
La procedura per la distruzione  è chiara.   E’ il Giudice che può disporre la distruzione che deve essere effettuata sotto il suo controllo.
Sicuramente non può essere il Pubblico Ministero,  di sua iniziativa e autonomia, a decidere di distruggere un atto delle indagini,  anche se dice che non gli interessa. E se dovesse interessare all’indagato?  Ovvio che non si possa lasciare nelle mani del pubblico ministero la facoltà di distruzione o meno.
All’evidenza, la procedura così garantita,  contempla la conoscenza di quanto dovrà distruggersi, da parte di tutti coloro che devono essere avvertiti e che possono partecipare alla camera di consiglio, all’esito della quale il Giudice dovrà decidere se procedere o meno alla distruzione. 
Il Presidente Napolitano, non gradisce questa procedura. Vuole la distruzione e basta,  delle intercettazioni.

Ha così scritto nel decreto per sollevare il cosiddetto conflitto con la Procura di Palermo, innanzi la Corte Costituzionale:
PRESO ATTO che il procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Palermo, in risposta a richiesta di notizie formulata il 27 giugno 2012 dall’Avvocato Generale dello Stato, ha riferito, il successivo 6 luglio, che, “questa procura, avendo già valutato come irrilevante ai fini del procedimento qualsivoglia eventuale comunicazione telefonica in atti diretta al Capo dello Stato non ne prevede alcuna utilizzazione investigativa o processuale, ma esclusivamente la distruzione da effettuare con l’osservanza delle formalità di legge”. 
OSSERVATO che comportano lesione delle prerogative costituzionali del Presidente della Repubblica, quantomeno sotto il profilo della loro menomazione, l’avvenuta valutazione sulla rilevanza delle intercettazioni ai fini della loro eventuale utilizzazione (investigativa o processuale), la permanenza delle intercettazioni agli atti del procedimento e l’intento di attivare una procedura camerale che – anche a ragione della instaurazione di un contraddittorio sul punto – aggrava gli effetti lesivi delle precedenti condotte.
Ditemi voi:  chi ha creato tutto questo problema e questa baraonda?
E’ lecito  (o è vietato),  ipotizzare che il Presidente Napolitano,  tema che si venga a conoscere il contenuto delle intercettazioni?
E’ lecito  (o è vietato),  ipotizzare che se il Presidente Napolitano ha questo timore,  significa che si tratta di conversazioni quantomeno imbarazzanti?
Poichè,  infine, il contesto del tutto,  è l’indagine sulla trattativa stato-mafia, possono i cittadini essere stufi di segreti,  di depistaggi,  di sospetti di collusioni,  di patti scellerati?
Hanno diritto i cittadini a sapere le pagine torbide e  tragiche della storia recente del loro paese?
Certo,  ci sono cittadini a cui,  nulla interessa di tutto ciò.
A me,  invece,  interessa.  Io voglio sapere e volere questo, non è un atto sovversivo o un complotto.

Io rivendico i miei diritti di CITTADINO e sono stufo dei CIALTRONI che vogliono insegnarmi la DEMOCRAZIA.

Nessun commento:

Posta un commento

In un ottica di reciproco scambio di opinioni i commenti sono graditi. Solo da utenti registrati. Evitiamo ogni abuso nascondendoci nell'anonimato. Grazie