di Gabriele Lombardo
Il 29 dicembre 2012 avviene un incidente aereo di cui sapremo più dati il 3 gennaio 2013. Si tratta di un aereo Tupolev-204 fabbricato nel 1989 che si schianta in Russia dopo essere atterrato; i morti sono 5, la causa accertata sarebbe (almeno apparentemente) un’anomalia nel sistema frenante dell’aereo.
4 gennaio 2013 un aereo con 4 italiani a bordo sparisce in Venezuela, tra i passeggeri Vittorio Missoni; le operazioni proseguono anche più dei giorni previsti per le ricerche, nessun ritrovamento viene effettuato, alla fine le piste aperte per questo presunto incidente (o se vogliamo usare un termine appropriato questa sparizione), sono tante, tra queste rimane aperta quella dei narcotrafficanti. Tra le altre cose, nello stesso luogo, nella stessa data, a distanza di 5 anni, era sparito un altro aereo che non è mai stato ritrovato. Il mistero si infittisce.
Il 12 gennaio un ATR-72 della Air Dolomiti va fuori pista in fase di atterraggio all’aeroporto di Monaco da dove era precedentemente partito per raggiungere Venezia, ma, per causa dell’avvistamento di fumo nella cabina di comando, l’aereo, sarebbe rientrato alla base di partenza dove ha avuto l’incidente, che però non ha causato vittime e feriti ma solo contusi.
Siamo al 16 gennaio 2013 quando a Londra nelle mattinate (alcuni parlano delle 8:00) un elicottero precipita sulla città ferendo 13 persone, e rischiando una tragedia immane, infatti, il velivolo sfiora un enorme grattacielo e cade vicino una stazione metropolitana. L’elicottero è un Augusta AW109 di fabbricazione italiana; nel frattempo le indagini per comprendere le cause sono in corso, per adesso si parla di nebbia come possibile causa dell’incidente.
Il 17 gennaio 2013 un Boeing 787 Dreameliner nuovo di zecca, è costretto ad un atterraggio di emergenza a Takamatsu in Giappone. L’avaria di una componente del velivolo mette a rischio la vita dei passeggeri e sembra non essere il primo caso verificato su questi nuovi aerei che mostrano malfunzionamenti gravi. I 787 rimarranno a terra fino alla totale messa in sicurezza dell’intera flotta aerea della Boeing.
Il 27 gennaio 2013 negli USA precipita un aereo da turismo con tre persone a bordo, rimangono tutti e tre illesi e riescono anche a riprendere un video dell’accaduto. In questo caso è accertato che si sia trattato di un errore umano.
Il 28 gennaio 2013 un caccia intercettore F-16 statunitense parte dalla base di Aviano in Italia e sparisce all’altezza di Cervia (Ravenna), ma vedremo in dettaglio questo incidente tra poco.
Il 29 gennaio 2012 un aereo con 20 persone a bordo, precipita su un'autostrada in Kazakhstan: l’agenzia di stampa Zakon.Kz sostiene che le probabili cause dell’incidente sono imputabili alla fitta nebbia.
Gli incidenti aerei sono in aumento e per i più svariati motivi, in alcuni casi addirittura sembra che questi non abbiano una spiegazione razionale e rimangano un mistero, fatta naturalmente eccezione per quelli causati dagli errori umani (come abbiamo visto nel caso del velivolo da turismo USA). Se noi andiamo a ritroso nel 2012, gli incidenti di elicotteri ed aerei precipitati, schiantati, ecc., sono almeno una trentina (senza considerare gli incidenti in zone di guerra). Per fare un esempio pratico basta sapere che solo il 25 dicembre 2012 (giorno di Natale), ci sono stati tre incidenti aerei: uno in Birmania con 11 feriti, uno in Kazakistan con 27 morti, ed uno in Ucraina con 5 morti per uno schianto di elicottero. Accantoniamo per un momento le teorie e le spiegazioni sugli incidenti aerei in generale, ed addentriamoci negli eventi di questi giorni cercando di capire bene cosa è successo con l’F-16 USA.
Questa è una storia degna di nota. Un velivolo d’addestramento USA F-16 si alza dalla base di Aviano insieme ad altri tre, i quattro velivoli che effettuano un volo di addestramento formano due coppie di caccia. Sono le ore 18:04 quando inizia la missione del 31.mo stormo caccia USA (31st Fighter Wing). I quattro aerei si mettono in una formazione aperta e quindi si distanziano tra di essi, stanno sorvolando l’area di Cerveteri nell’Adriatico quando improvvisamente uno dei 4 velivoli sparisce dai radar degli altri caccia ed anche da quelli della base diAviano. Il pilota dell'aereo che faceva coppia con quello scomparso sembra non aver visto nulla: la nebbia, la distanza e le nuvole non hanno permesso agli altri piloti di vedere il luogo esatto dello schianto o dell'eventuale incidente. Sembra che il pilota non abbia avuto il tempo di eiettarsi, e che quindi sia probabilmente morto nell’istante in cui si è perso il suo segnale. L’ultima comunicazione tra il pilota e la torre di controllo di Aviano è avvenuta alle 20 in punto. Il pilota dell’altro caccia che faceva coppia con quello disperso, sembra che proprio a quell’ora abbia ascoltato il segnale di mayday subito prima di perdere il contatto. Nella presunta zona di schianto sarebbero pervenute numerose motovedette della Guardia Costiera italiana, due rimorchiatori, insieme ad un elicottero di ricerca e recupero disponibile in loco; le ricerche sono iniziate alle 20:40 e sono durate almeno 3 giorni. Nel secondo giorno di ricerca, sono state rinvenute chiazze di carburante galleggianti nelle acque a 10 miglia a largo di Cesenatico; le voci di corridoio parlarono di un piccolo frammento metallico galleggiante ritrovato da un pescatore e di frammenti di carbonio ritrovati da altri, questi ultimi sembra siano al vaglio degli inquirenti. A parte il fatto che ritengo alquanto improbabile che uno o più pescatori siano all’interno di un'area di ricerca, soprattutto di un velivolo militare -e per giunta straniero- ci sono una serie di apparenti incongruenze tra le varie parti. Vediamo quali: se la torre di controllo ha sentito l’ultima volta il pilota alle 20, come mai il pilota del caccia accoppiato, dichiara che alle 20 ha sentito il segnale di mayday, e perché ha detto segnale e non richiesta? Segnale implica in generale una cosa automatica e non verbale. Mettiamo caso che il pilota sia riuscito ad eiettarsi dall’abitacolo dell’F-16 (anche se sembra non essere andata in questa maniera); come mai a distanza di giorni non se ne aveva traccia? Se non erro l’area di ricerca era molto circoscritta, cosa in netta divergenza con il fatto che il velivolo non sia stato visto precipitare; ma lasciando perdere questo, la cosa interessante, è che non stiamo parlando di un aereo precipitato nell’oceano, ma nel Mar Adriatico. I velivoli da guerra americani hanno dei dispositivi satellitari per il tracciamento, come mai questi non sarebbero attivi? Come mai il pilota se fosse stato vivo non si mise in contatto con qualcuno, considerando che nella dotazione di emergenza di un pilota, c’è un palmare satellitare? E come mai il dispositivo satellitare di tracciamento montato sui sedili eiettabili dei caccia, non è stato acceso? Forse il caccia in realtà si è disintegrato in volo o come dicono le autorità si è inabissato? Forse si sta nascondendo qualcosa di diverso dal semplice incidente? La mattina del 30 gennaio persino i sommozzatori di San Benedetto del Tronto della squadra della Guardia Costiera si sono immersi in loco per le ricerche subacquee, ma niente di fatto. Alle ricerche si è anche aggiunto un aereo dell’Aviazione Italiana, un C-130 Hercules statunitense ed un cacciamine italiano (la cui presenza in loco è già di per sè sospetta). Gli esperti della base di Aviano temevano il peggio, credettero infatti da subito che il guasto al velivolo fosse sopraggiunto talmente rapidamente da non aver consentito alcuna possibile manovra di quelle previste per la salvaguardia del pilota; ed infatti sembra essere andata proprio in questo modo. Continuiamo con il resoconto cronologico degli eventi. Giorno 30 nel pomeriggio sarebbe stato fatto un importante ritrovamento, che viene però confermato la mattina del 31: sembra che sia stato trovato il paracadute del pilota. Questo ritrovamento naturalmente indicherebbe che il pilota sia infine riuscito ad eiettarsi dal velivolo, ed aumenterebbe quindi le possibilità di ritrovarlo (un'altra incongruenza). Alcune fonti dichiarano però una cosa in controtendenza con la precedente: non è certo che l’oggetto ritrovato sia il paracadute potrebbe infatti trattarsi di un'altra componente interna del velivolo; mi domando quale parte dell’aereo possa essere scambiata da esperti militari per un paracadute. Il pilota dell’F-16 precipitato si chiama Lucas Gruenther, californiano di 32 anni, con il grado di capitano, sposato e in attesa del primo figlio. Le indagini che coadiuvano Carabinieri, Finanza, Capitaneria di Porto, Guardia Costiera, Aereonautica militare, e due aerei americani della base di Aviano sono invece portate avanti dall’Ammiraglio italiano Francesco Saverio Ferrara, Direttore Marittimo e Comandante della Capitaneria di porto di Ravenna. Inutile dire che le incongruenze aumentano, non appena ritrovato il corpo del pilota deceduto a 7-8 miglia nautiche da Pesaro. Il Capitano sembra abbia subito un forte colpo al cranio ed evidentemente non indossava il casco, che verrà invece ritrovato a circa 12 km di distanza. Le autorità che procedono con l’autopsia infine dichiarano che la morte del pilota per asfissia è stata accertata. Se Gruenther è morto per mancanza di aria perché avrebbe perso i sensi nell’impatto del velivolo con il mare, e quindi sarebbe poi soffocato mentre si inabissava e si trovava svenuto, come mai il suo corpo era fuori dall’aereo a galleggiare, e per giunta senza il casco indossato? Come avrebbe fatto un pilota intrappolato nel suo abitacolo, svenuto, e per di più privo di sensi ad uscire dal velivolo? Le incongruenze del caso continuano ad aumentare, ed in tutto questo dell’aereo che si sa? Che fine ha fatto il caccia F16? E come mai altri caccia bombardieri parteciparono alle ricerche del pilota pur non essendo minimamente idonei a questo ruolo? Come ha detto il comandante della base USAF di Aviano, Generale Scott J. Zobrist “i nostri F-16 hanno sistemi di puntamento che possono essere utilizzati per precisare la ricerca.” Cioè i sensori dei caccia bombardieri possono essere usati per la ricerca di aerei e piloti? E come? Forse non lo sapremo mai, e forse quest’affermazione è sfuggita di bocca ad un comandante che non si è minimamente reso conto, che dire, che i caccia militari possiedono sistemi capaci di aumentare le possibilità di ritrovamento di velivoli e piloti spariti, implicherebbe un loro massiccio impiego (su richiesta delle autorità civili) nella ricerca di velivoli dispersi, in tutto il mondo. Forse, il messaggio del Generale è solo fraintendibile e voleva dire altro. Se comunque è stata data una versione ufficiale delle cause di decesso del pilota, d’altra parte i misteri intorno al caccia rimangono non svelati. Qualcuno sospetta uno scontro con altri velivoli, altri che si sia trattato di uno scontro con un altro oggetto non identificato; forse si è solo trattato di un errore umano che ha portato il pilota a scendere troppo di quota, o forse un guasto del velivolo ne ha reso impossibile le manovre. Probabilmente il mistero rimarrà insoluto.
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