28 febbr – ”Forme estemporanee di protesta, anche eclatanti, potranno trovare spazio in situazioni di crisi occupazionale al fine di richiamare la massima attenzione mediatica e politica sulle problematiche in atto”. E’ la speciale attenzione che segnala la Relazione annuale sulla politica dell’informazione per la sicurezza, coordinata dal Dis, diretto da Giampiero Massolo.
Secondo gli 007 ”in assenza di segnali di un’inversione del ciclo congiunturale, l’incremento delle difficoltà occupazionali e delle situazioni di crisi aziendale potrebbe minare progressivamente la fiducia dei lavoratori nelle rappresentanze sindacali, alimentare la spontaneità rivendicativa ed innalzare la tensione sociale, offrendo nuove opportunità di inserimento ai gruppi dell’antagonismo, già territorialmente organizzati per intercettare il dissenso e incanalarlo verso ambiti di elevata conflittualità”.
Nel quadro descritto, ad avviso dell’Agenzia interna, ”si prospetta il rischio di un’intensificazione delle contestazioni nei confronti di esponenti del governo e personalità di rilievo istituzionale, nonché rappresentanti di partiti politici e sindacati considerati non sufficientemente impegnati nella difesa dei bisogni emergenti”.
Dalla campagna contro Equitalia alla Tav, dalle manifestazioni dei precari e degli studenti alla protesta degli autotrasportatori siciliani, i fronti di “lotta” sono noti e ”gli episodi -fanno notare gli 007- maturati negli ambienti più diversificati, sostanziano una forma di protesta di particolare radicalità che accomuna trasversalmente diverse espressioni del dissenso antagonista, formazioni eversive e gruppi clandestini, ma anche soggetti non ideologizzati spinti da motivazioni personali”.
Ma se sul piano sociale, avvertono i Servizi, ”la strumentalizzazione del disagio in chiave di contrapposizione radicale allo Stato non appare in grado di conferire nuova capacità di attrazione a progetti eversivi di ispirazione brigatista, altra è la potenzialità dell’eversione di matrice anarco-insurrezionalista, il cui ‘aggancio’ alle tematiche di attualità risulta funzionale a più generali strategie antisistema e all’obiettivo di infiltrare occasioni di protesta e di lotta”. A testimonianza di tale “innalzamento del livello della minaccia” il ferimento dell’Ad di Ansaldo Nucleare, gambizzato a Genova il 7 maggio scorso ad opera delle formazioni clandestine aderenti alla FAI-Federazione Anarchica Informale.
La risposta dello Stato si è concretizzata durante l’anno ”in diverse operazioni di polizia giudiziaria nei confronti di realtà di settore, con l’arresto di numerosi attivisti anarco-insurrezionalisti”. Tuttavia, in considerazione delle caratteristiche proprie dell’area, tradizionalmente non omogenea e aperta all’adozione di strategie di lotta diversificate, ”si ritiene che la minaccia rimanga potenzialmente estesa e multiforme, suscettibile di tradursi in una gamma di interventi”.
Eventualità, segnala l’intelligence, ”che puo’ comprendere sia attentati ‘spettacolari’ potenzialmente lesivi come quelli tradizionalmente messi in atto dai gruppi FAI, sia iniziative di non elevato spessore ad opera di altre sigle eventualmente emergenti, non dotate delle medesime capacità tecnico-operative, come anche attacchi non rivendicati, in linea con la visione classica dell’anarco-insurrezionalismo che individua nel compimento stesso del gesto e nella scelta dell’obiettivo la ‘riconoscibilità’ della matrice”.
”Ulteriori fronti di lotta -segnala ancora la Relazione del comparto intelligence- potrebbero inoltre essere aperti, in relazione all’eventuale diffondersi di tensioni e proteste connesse alla crisi economica, contro le riforme del welfare e del lavoro, oppure, in un’ottica anticapitalista, contro le molteplici espressioni della ‘società del benessere’ e del consumismo”.
Senza trascurarne altri ”di rinnovata, crescente attualità, come l‘antifascismo, che esprime il timore di un rafforzamento dei movimenti di estrema destra”. Tematica, quest’ultima, cui sembra ricondursi l’attentato compiuto ai primi di dicembre ad Atene contro una sede di Alba Dorata, rivendicat oa nome del Fronte Antifascista – Federazione Anarchica Informale/ Fronte Rivoluzionario Internazionale.
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