Dopo anni di divieto, l'Unione europea ha deciso di reintrodurre le farine animali negli allevamenti. Le farine animali, che erano state bandite in seguito al 'morbo della mucca pazza', verranno date ai maiali, ai polli, ai conigli e ai pesci.
di Andrea Romeo - 18 Febbraio 2013
Darwin parlava di un'alimentazione umana ideale a base vegetale
Lo scrisse a caratteri cubitali, affermando senza ombra di dubbio che l'uomo fosse imparentato con gli scimpanzé e le grandi scimmie con cui condivide anche il tipo di apparato digerente e la dentatura: insomma come per i primati frugivori parlava di un'alimentazione umana ideale a base vegetale: Darwin, difatti, era un vegetariano convinto. Eppure i discendenti del famosissimo naturalista hanno, ad un certo punto della 'storia' e nonostante gli evidenti sviluppi sugli studi del DNA che ci vedono quasi identici ai primati, mutato questa a loro piacimento e messo l'uomo tra gli onnivori, ovvero tra i maiali, i cani e gli orsi.
Quando ciò sia accaduto non ne ho la più pallida idea, ma so per certo che lo hanno ripetuto così tante volte che oggi perfino un'anemone di mare (e aggiungerei a sue spese) non si sognerebbe mai di pensare alla nostra specie con termini diversi: l'uomo è onnivoro, punto. Così quegli scienziati che alla luce delle nuove scoperte sulla nutrizione tendono a (ri)considerare l'idea di un uomo frugivoro, vengono derisi e ridicolizzati (per i motivi più disparati e a noi oscuri) perfino dai loro stessi colleghi ormai fedelissimi alla tradizione 'onnivorista' (scienza o credo?).
I 'consumatori', ipnotizzati dai media, sono stati anche convinti del fatto che possano nutrirsi di qualsiasi cosa
Nessuno sembra riflettere sul fatto che l'homo sapiens mangi ogni cosa non perché è naturalmente onnivoro, quanto perché usa l'intelligenza, perché imita la natura circostante (proprio come le scimmie è un grande imitatore, anzi il migliore!) e non per un fantomatico istinto che anzi lo porterebbe a ripudiare le carogne crude. L'homo sapiens così grande e maestoso, il padrone del mondo seduto su un trono fatto di immondizia, non sa neppure riconoscere i propri bisogni reali ma vede soltanto un paio di capezzoli dentro uno schermo che, ipnotizzandolo, gli suggeriscono (o obbligano) cosa pensare di sé, che simboli indossare e perfino cosa ingerire (The Big Nipple Wants You!).
Così, mentre in questo periodo è scoppiato il caso Findus che ha visto la multinazionale della carne spacciare carne di cavallo per carne di vacca (orrore!), nel frattempo l'Unione Europea (sì, la stessa che ha preso il nobel nonostante la recessione economica che ha spinto centinaia di persone senza lavoro al suicidio e che ha affondato la Grecia) ha riabilitato le vecchie e buone farine animali destinate agli allevamenti (ne hanno parlato quelli di Altroconsumo qui): dicono a causa della diminuzione della produzione di cereali (nutrirsi direttamente dei cereali no?).
Dopo anni di divieto, l'Unione europea ha deciso di reintrodurre le farine animali negli allevamenti
Tra le grandi novità del nuovo Regolamento sulle PAT (Proteine Animali Trasformate) vi è, ad esempio, quella che proibisce l'alimentazione degli animali con farine provenienti dalla stessa specie evitando così il tradizionale cannibalismo indotto che caratterizzava gli allevamenti degli anni passati (quelli della simpatica 'mucca pazza'), anche se il Regolamento stesso a riguardo afferma chiaramente che:
“Ad oggi non esiste alcun metodo diagnostico convalidato che permetta di rilevare la presenza nei mangimi di materiale ottenuto da suini o da pollame. Pertanto, qualora fosse nuovamente autorizzato l’impiego di PAT di origine suina nei mangimi per pollame e di PAT di origine avicola nei mangimi per suini, non sarebbe possibile controllare la corretta applicazione del divieto di riciclaggio all’interno della specie.”
Le farine animali, che erano state bandite in seguito al 'morbo della mucca pazza', verranno date ai maiali, ai polli, ai conigli e ai pesci
Sarcasmo a parte, per farla breve tutto ciò non garantisce che i maiali, i conigli, i polli etc. non possano ammalarsi. Inoltre non è detto che tale reintroduzione non sia soltanto una tattica che “per gradi” (come nella storiella della rana bollita) risulti in realtà mirata al ripristino della condizione degli allevamenti precedenti, giusto il tempo di far dimenticare la cosa all'opinione pubblica per bene, il tempo di rassicurare i 'consumatori' che non vi è più alcun pericolo. È in definitiva possibile che pian piano vedrete, come si usava qui da noi nel civile West pochi anni fa, di nuovo vacche alimentate con altre vacche polverizzate.
Del resto le varie 'mucche pazze' (et similia) sono ormai cosa lontana, un feticcio vecchio e obsoleto, una specie di peste medioevale. Inoltre, a prova di ciò, nel Regolamento stesso vi sono riportati qua e là passaggi che lasciano comunque pensare che il cannibalismo indotto agli animali, in certe condizioni, risulti sicuro. Insomma, tutto sembra indirizzarsi verso il vecchio status quo, una vera e propria involuzione, tutto pur di non rinunciare ai nostri 90 kg di carne a testa all'anno.
Che sorprendente che è questo essere chiamato in gergo 'umano': con il suo camice bianco è riuscito a cambiare la miticacatena alimentare: adesso pesce grande mangia pesce grande polverizzato! Siamo riusciti, come abbiamo fatto con noi stessi, ad 'onnivorizzare' il pianeta! Le vacche onnivore un giorno ci ringrazieranno per questa che, come ci suggerisce la nostra tradizione e il buon senso, è una vera e propria evoluzione attraverso la quale – come fu per la nostra specie - in un futuro distante anche loro potranno adattarsi tranquillamente ai cambiamenti climatici, ai disastri naturali, ai meteoriti e a quant'altro.
E riusciranno così, attraverso l'evoluzione che le renderà probabilmente anche bipedi oltre che onnivore, con un ulteriore sviluppo del cervello e con lo zoccolo opponibile, a colonizzare un giorno anche loro il pianeta: The Planet of Cows is coming!
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