D'un tratto nel folto bosco

Non c’era nessuno in tutto il paese che potesse insegnare ai bambini che la realtà non è soltanto quello che l’occhio vede e l’orecchio ode e la mano può toccare, bensì anche quel che sta nascosto alla vista e al tatto, e si svela ogni tanto, solo per un momento, a chi lo cerca con gli occhi della mente e a chi sa ascoltare e udire con le orecchie dell’animo e toccare con le dita del pensiero.
Amos Oz


mercoledì 13 marzo 2013

Qualità totale a scuola: docenti e studenti robot Mobilitarsi nelle scuole e boicottare i quiz insulsi.




Scuola, arriva il nuovo sistema di valutazione. Il Consiglio dei ministri ha pronunciato da alcuni giorni il si' definitivo dopo i relativi passaggi in Parlamento e diversi mesi di gestazione. La riforma della valutazione arriva in applicazione al decreto sulle semplificazioni varato dal governo Monti nel 2012 fa e rimette mano alle procedure per dare le 'pagelle' a scuole, insegnanti, presidi.

Sembrava impossibile che trovassero il coraggio politico di varare un provvedimento così importante con un governo inesistente. E invece il governo Monti l’8 marzo 2013 ha dato vita al SVN (Sistema Nazionale di Valutazione), un sistema mai discusso all’interno delle scuole e anzi bocciato da moltissimi collegi docenti quando fu proposto sotto forma di sperimentazione; anche il Consiglio di Stato aveva dato un parere fortemente critico, così come aveva fatto il CNPI. E invece la casta è andata avanti incurante dell’opinione della società civile ed ha partorito uno strumento coercitivo che diventerà centrale nella vita delle scuole italiane, piegandole alla logica della scuola azienda. Una logica della Qualità Totale (TQM), come se la scuola fosse una fabbrica Toyota, che viene imposta a docenti, studenti e genitori senza che sia stata posta la domanda centrale: quali elementi rendono una scuola “migliore”? Solo dopo aver risposto a questa complessa domanda si può procedere ad individuare gli strumenti atti a misurare quegli elementi (sempre che essi si configurino come misurabili). E invece il regolamento appena approvato niente dice in merito a questa domanda preliminare e fondante, mettendo in mani agli INVALSI l’individuazione dei criteri valoriali che orienteranno l’azione quotidiana delle nostre scuole.
I test di valutazione degli apprendimenti degli studenti (Invalsi) si 'allargano' e arrivano in quinta superiore. Le scuole dovranno predisporre piani di miglioramento, una volta conosciuti i livelli delle loro performance e dovranno autovalutarsi. E, soprattutto, per la prima volta, l'Istituto di valutazione (Invalsi) analizzera' il cosiddetto valore aggiunto, ovvero il grado di miglioramento o peggioramento di uno studente fra ingresso e uscita da una data scuola. Ecco i punti centrali del regolamento. Il nuovo sistema si basera' su tre 'gambe', cosi' come aveva gia' proposto l'ex ministro Mariastella Gelmini: l'Invalsi, l'Istituto che attualmente si occupa di rilevare gli apprendimenti degli studenti, l'Indire (l'Istituto che segue la formazione degli insegnanti), gli ispettori. Ruolo da protagoniste anche per le scuole che saranno il punto di partenza del processo attraverso procedure di autovalutazione.
Almeno ogni tre anni il ministro dell'Istruzione dovra' indicare le priorita' "strategiche" della valutazione del sistema educativo di cui l'Invalsi dovra' tenere conto. Nella sede dell'Istituto verra' insediata (senza oneri aggiuntivi) una conferenza di coordinamento del nuovi Sistema di valutazione PIU' TEST PER TUTTI - Si allarga la mappa delle classi toccate dai test di valutazione degli apprendimenti dei ragazzi. Le rilevazioni saranno fatte su "base censuaria" in II e V elementare, I e II media, II superiore come gia' accade ora, ma si aggiunge la V superiore.
Questa nuova modalità di monitorare il percorso scolastico dovrebbe garantire – a detta degli adetti ai lavori ministeriali – l’innalzamento della qualità della didattica e degli apprendimenti, mentre la drammatica realtà è che questo sistema di valutazione abbasserà rapidamente e con danni irreparabili la qualità della scuola pubblica a tutto vantaggio di quella privata, come come già accaduto nella scuola inglese e statunitense.
In verità la valutazione deli apprendimenti, attraverso prove standardizzate a quiz, impoverisce i percorsi didattici, riducendo l’insegnamento alla preparazione propedeutica al superamento del quiz valutativo, anche perché, purtroppo in base all’esito positivo, negativo o brillante dei quiz stessi verrà stilata una graduatoria delle scuole efficienti o meno, a cui riconoscere il premio economico dei fondi ministeriali, stanziati all’uopo, anche perché, sulla base dei risultati dagli studenti, verranno valutate le performance degli insegnanti in servizio.
È, infatti, in gestazione da tempo la tripartizione del corpo docente: iniziale, esperto, senior. Ai livelli successivi al primo si accede a numero chiuso (su una percentuale dell'organico assegnata annualmente dall'Amministrazione), previa valutazione, anche comparativa, a domanda dell'interessato. Chi accede ad un livello intermedio o superiore riceve una retribuzione sensibilmente piu' elevata, ma si impegna parallelamente ad assicurare un certo numero di ore per funzioni di sistema, che possono essere di natura didattica o organizzativa.
Questa è la meritocrazia che sta entrando prepotentemente dentro la scuola, accompagnata da sempre minor democrazia, per tutti studenti, lavoratori e genitori, il colpo di mano di Profumo è un’accelerazione di un percorso già tracciato, a cui con forza ci si è opposti nelle classi e nelle piazze, e a cui possiamo ancora rispondere con la mobilitazione e con il boicottaggio delle prove Invalsi in gestazione per il mese di maggio.

Beppi Zambon ADLcobas

http://www.globalproject.info/it/in_movimento/qualita-totale-a-scuola-docenti-e-studenti-robot/13752

Nessun commento:

Posta un commento

In un ottica di reciproco scambio di opinioni i commenti sono graditi. Solo da utenti registrati. Evitiamo ogni abuso nascondendoci nell'anonimato. Grazie