Genova - «Pino Masciari è in grave pericolo di vita. Alle ore 8 di oggi è stato lasciato senza scorta».
Con queste parole il comitato composto dagli amici di Masciari,
imprenditore calabrese inserito nel programma protezione testimoni dopo
aver portato all’arresto di numerosi esponenti della ‘ndrangheta, ha
denunciato la scomparsa dell’uomo da Cosenza. «Siamo stati
testimoni oculari - aggiunge il comitato - di un atto gravissimo. Adesso
non sappiamo dove sia Pino e temiamo per la sua vita».
Sono ormai passate più di 36 ore dall’annuncio, e di Masciari ancora non c’è traccia. L’imprenditore era appena rientrato a Cosenza dopo un breve soggiorno a Bologna, dove aveva ricevuto la cittadinanza onoraria. L’ultima persona ad averlo visto è stata Rosaria Pisaniello, responsabile Sialp per il Mezzogiorno: «Insieme ad altri imprenditori - ha spiegato la Pisaniello - Stavamo studiando un modo per consentire a Pino di riprendere in mano la propria vita e il proprio lavoro, dopo anni di imposizione».
La moglie di Masciari, Marisa, ha dichiarato di averlo lasciato al momento della partenza da Bologna: lei si è diretta a casa, mentre il marito ha proseguito verso Corigliano per partecipare ad alcuni incontri. Giovedì mattina l’imprenditore avrebbe chiamato la moglie, comunicandole di essere stato lasciato solo dalla scorta. Da allora, nessuno è più riuscito a mettersi in contatto con l’uomo: «Ho cercato mio marito al telefono per tutta la giornata di giovedì senza ricevere risposta. - ha spiegato la signora Masciari - Ho segnalato la scomparsa alle autorità, l’ultima volta che l’ho sentito mi è sembrato veramente preoccupato». I timori per la sorte dell’imprenditore sono rafforzati dalle recenti minacce che l’uomo avrebbe ricevuto, pochi giorni fa, sulla propria pagina Facebook.
Pino Masciari, 53 anni, è un imprenditore edile calabrese. La sua storia giudiziaria inizia negli anni novanta, quando decide di ribellarsi al giogo delle cosche vibonesi e ne denuncia l’operato, accusando di collusione anche alcuni esponenti di spicco della politica locale. Masciari viene quindi inserito nel programma di protezione testimoni e trasferito in una località segreta, ma presto comincia ad accusare le istituzioni di abbandono, denunciando in particolare la mancanza di impiego per lui e la sua famiglia. Nel 2005 la Commissione centrale del Ministero dell’Interno lo esclude dal programma, e Masciari inizia uno sciopero della fame e della sete, terminato quando il presidente della Repubblica gli assegna una scorta.
Sono ormai passate più di 36 ore dall’annuncio, e di Masciari ancora non c’è traccia. L’imprenditore era appena rientrato a Cosenza dopo un breve soggiorno a Bologna, dove aveva ricevuto la cittadinanza onoraria. L’ultima persona ad averlo visto è stata Rosaria Pisaniello, responsabile Sialp per il Mezzogiorno: «Insieme ad altri imprenditori - ha spiegato la Pisaniello - Stavamo studiando un modo per consentire a Pino di riprendere in mano la propria vita e il proprio lavoro, dopo anni di imposizione».
La moglie di Masciari, Marisa, ha dichiarato di averlo lasciato al momento della partenza da Bologna: lei si è diretta a casa, mentre il marito ha proseguito verso Corigliano per partecipare ad alcuni incontri. Giovedì mattina l’imprenditore avrebbe chiamato la moglie, comunicandole di essere stato lasciato solo dalla scorta. Da allora, nessuno è più riuscito a mettersi in contatto con l’uomo: «Ho cercato mio marito al telefono per tutta la giornata di giovedì senza ricevere risposta. - ha spiegato la signora Masciari - Ho segnalato la scomparsa alle autorità, l’ultima volta che l’ho sentito mi è sembrato veramente preoccupato». I timori per la sorte dell’imprenditore sono rafforzati dalle recenti minacce che l’uomo avrebbe ricevuto, pochi giorni fa, sulla propria pagina Facebook.
Pino Masciari, 53 anni, è un imprenditore edile calabrese. La sua storia giudiziaria inizia negli anni novanta, quando decide di ribellarsi al giogo delle cosche vibonesi e ne denuncia l’operato, accusando di collusione anche alcuni esponenti di spicco della politica locale. Masciari viene quindi inserito nel programma di protezione testimoni e trasferito in una località segreta, ma presto comincia ad accusare le istituzioni di abbandono, denunciando in particolare la mancanza di impiego per lui e la sua famiglia. Nel 2005 la Commissione centrale del Ministero dell’Interno lo esclude dal programma, e Masciari inizia uno sciopero della fame e della sete, terminato quando il presidente della Repubblica gli assegna una scorta.
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