IL MECCANISMO EUROPEO DI STABILITA’ (MES) E I SUOI POTENZIALI EFFETTI SUL DEBITO PUBBLICO ITALIANO
“Quanto è il valore degli indicatori di radiazioni?”“3,6 Röntgen/ora”
“Non è molto per fortuna”
“Signore,… Il contatore indica massimo 3,6 Röntgen/ora… ”
[ricostruzione colloquio telefonico tra un funzionario di Mosca e un operatore del reattore n°4 alla centrale nucleare di Chernobyl subito dopo il disastro. In seguito fu misurato un valore di oltre 20.000 Röntgen/ora…”. Non venne detto nulla, il giorno dopo il disastro le squadre che costruivano i reattori 5 e 6 andarono regolarmente al lavoro. Insieme a tanti altri morirono in modo orribile a causa delle radiazioni… ].
Come già ho avuto modo di scrivere, stiamo scoprendo che non bisogna fidarci di quello che ci viene detto. Tutti noi, dobbiamo imparare a ragionare con la nostra testa e valutare le poche notizie che ci arrivano con spirito critico.
So che non è facile, anche perché spesso ci viene parlato di economia con termini astrusi e volutamente fuorvianti.
Inglesismi come “haircut” (che letteralmente vuol dire “taglio di capelli”), “stripping” (che significa “spogliare”), oppure parole come “ristrutturazione”, “riscadenziamento” che hanno normalmente un altro significato. Una specie di codice segreto, sconosciuto ai più.
Anche gli indicatori “oggettivi” come il famoso “spread BTP-Bund”, indici azionari, prezzi dei titoli sono comunque manipolabili. Ovviamente nessuno può sapere se al momento sono stati manipolati (molti esperti sostengono di sì), ma comunque è un dato di fatto che una grande banca, un’istituzione finanziaria o una banca centrale avrebbe i mezzi per farlo.
Il sospetto diventa sempre più forte notando l’incongruenza tra l’apparente aumento della fiducia nei mercati finanziari e il continuo deterioramento dell’economia reale (sotto tutti i punti di vista: PIL, debito pubblico, tasso di disoccupazione, emigrazione, fallimenti di imprese, pressione fiscale, ecc.).
Quindi non fidatevi troppo degli indicatori finanziari, soprattutto quando vengono trionfalmente sbandierati dai media.
DISASTRO = TRIONFO
Quanti di voi sanno che la Grecia è FALLITA circa un anno fa?Immagino pochi, perché hanno “preferito” chiamarlo “haircut”, “ristrutturazione” e qualche ipocrita addirittura “salvataggio”.
In realtà lo Stato Greco l’anno scorso ha proposto (di fatto, imposto) agli investitori privati di accettare titoli di nuova emissione dopo un “haircut” (che a casa mia si chiama “perdita”) del 53,5%. In pratica, a fronte di un titolo greco del valore nominale di 1000€, me ne sarebbe stato dato un altro di 465€.
Ovviamente i nostri abilissimi media hanno fatto passare questa manovra per un “trionfo”, un “accordo storico” o “successo dell’Eurogruppo [riunione dei ministri dell’economia e finanze dei paesi aderenti all’Euro”.
Chiaro, uno Stato difficilmente dirà “Siamo falliti”, ma di “fallimento” purtroppo si tratta quando non si è in grado di far fronte agli impegni finanziari presi.
Nonostante questo alleggerimento del debito pubblico l’economia reale greca è al collasso a causa delle draconiane, quanto inutili, misure di austerità imposte dalla Troika. E’ curiosa la scelta di questo termine che tanti usano senza porsi il minimo problema sulla sua origine.
WHAT’S TROIKA?
Troika è una parola russa che vuol dire “triunvirato”. Era in uso soprattutto in epoca stalinista e indicava il triunvirato composto da un membro del Commissariato del Popolo per gli Affari Interni (Nkvd), un rappresentante dell’Ufficio della Procura e dal segretario locale del Partito Comunista dell’Unione Sovietica (Pcus). Essa sostituiva la normale struttura legale allo scopo di perseguire in modo molto rapido i dissidenti o chiunque fosse accusato di crimini politici. Adesso il termine viene usato per indicare i rappresentanti delle tre istituzioni: Unione Europea – Fondo monetario internazionale – Banca centrale europea. Questi signori viaggiano in modo abbastanza incognito (in mini bus neri o grigi con lampeggiante) tra i paesi in difficoltà. Una volta là “assistono” e “consigliano” gli Stati (ancora in teoria sovrani) sulle misure economiche e legislative che devono o non devono adottare.Ma tranquilli, non ha nulla a che fare con la “troika stalinista”. La loro visita ha solo “convinto” politici “inadeguati” come George Papandreou (che si era permesso di proporre un referendum che facesse decidere ai cittadini greci se accettare o meno gli aiuti e le misure imposte dalla Troika) a farsi da parte e farsi sostituire da persone più valide come Lucas Papademos (ex governatore della Banca centrale greca dal 1994 al 2002 e vicepresidente della Banca centrale europea dal 2002 al 2010) che invece di essere “eletti” da milioni di persone che non hanno la maturità per capire gli interessi superiori, sono “selezionati” dalla elite colta e illuminata europea. Ma formalmente tutto regolare: questi governi “tecnici” (solo nel nome) ricevono la fiducia dei parlamenti nazionali, quindi tutto normale.
MA L’ITALIA NON E’ COME LA GRECIA!
Ma a noi che ci importa? La Grecia è lontana. Si sa, è colpa dei greci, non dei loro politici. I greci sono pigri, svogliati, vanno in pensione a 50 anni (Brunetta docet) non sono mica come noi. Un grande Paese, che produce (sempre meno in Italia e sempre più in Polonia, Serbia, Cina senza comunque rinunciare al marchio “Made in Italy”), guidato da un grande Presidente del Consiglio (international advisor della banca d’affari Goldman Sachs fino al 2011), con politici seri e competenti (“onorevoli” la cui moralità è fuori discussione), che operano nel solo interesse del Paese e di noi cittadini.A volte i primi segnali di un uragano sono leggere brezze. Chissà che questo non sia un venticello allora.
WHAT’S MES?
Il Ministero dell’Economia, dopo le tante misure di “rigore”, “equità” e “crescita” (delle tasse e del debito pubblico) ci ha messo un altro regalino di Natale sotto l’albero.Con circolare 7 dicembre 2012 (pubblicata in Gazzetta ufficiale 18 dicembre 2012) è stato previsto che alle emissioni di titoli di Stato a partire dal 1 gennaio 2013 con scadenza superiore ad un anno saranno applicate le “clausole di azione collettiva” (CACs), previste dal “Meccanismo europeo di stabilità” da noi ratificato.
Queste clausole, in breve, consentiranno al debitore (lo Stato) di:
- Rinegoziare gli interessi
- Decidere quanto capitale restituire
- Allungare la scadenza del titolo.
- Imporre agli investitori lo scambio del titolo con eventuali nuove emissioni aventi caratteristiche differenti
In pratica, sottoscrivendo questi nuovi titoli, lo Stato debitore si riserva di rinegoziare completamente gli accordi preventivamente presi e i creditori (cioè voi che vi siete comprati questi titoli) dovete accettarle senza poter fare nulla, avendo fin dall’inizio accettato queste clausole vessatorie. Di fatto quindi, lo Stato italiano non garantirà più i suoi “titoli di Stato”.
Al momento, il “Meccanismo europeo di stabilità” prevede che queste clausole possono essere applicate solo fino al 45% delle emissioni annue di titoli, ma potrebbe aumentare. Titoli su cui lo Stato potrà decidere senza il nostro consenso se, come e quando restituirci i nostri soldi senza esporsi a “fallimento” (appunto perché già questa facoltà è prevista nel contratto) .
E’ GRAVE, MA NON E’ SERIO
Per adesso questa notizia può non voler dire molto. Forse per questo non ne ha parlato quasi nessuno. Ora comunque lo sapete. La scelta sta a voi. Ricordatevene quando l’impiegato di banca vi proporrà un titolo di Stato italiano o magari quando ci sarà un altro BTP-Day. Farete almeno una scelta più consapevole.Articolo del Dott. Alessandro Rosanio
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