D'un tratto nel folto bosco

Non c’era nessuno in tutto il paese che potesse insegnare ai bambini che la realtà non è soltanto quello che l’occhio vede e l’orecchio ode e la mano può toccare, bensì anche quel che sta nascosto alla vista e al tatto, e si svela ogni tanto, solo per un momento, a chi lo cerca con gli occhi della mente e a chi sa ascoltare e udire con le orecchie dell’animo e toccare con le dita del pensiero.
Amos Oz


lunedì 4 febbraio 2013

Sinapsi e i Dementi Digitali



Nativo DigitaleL’informazione è uno dei fondamenti della democrazia e fornisce le basi per la sopravvivenza individuale. Se il controllo dell’informazione è concentrato in pochi attori, inevitabilmente si manifestano derive antidemocratiche anche se tali attori si professano democratici e incitano le folle con l’illusione di decidere direttamente.
Ma se l’informazione ha come riferimenti soggetti economici e non la singola persona, gli interessi delle multinazionali e i gruppi di potere politico economico prevalgono sugli interessi del singolo.
Di quale democrazia parlate?

L’informazione è alla base di qualunque altra area di interesse sociale. La persona non informata o disinformata, non può decidere, non può scegliere, assume un ruolo di spettatore, tifoso, consumatore e di elettore passivo, perché in realtà è escluso dalle scelte che lo riguardano, dimostrando la propria ignoranza, mancanza di rispetto e il proprio disaggio sociale nell’unico posto dove questo è concesso, nel cyberspazio.
La rete può essere paragonata alle sinapsi che è la struttura specializzata che consente la comunicazione attraverso il passaggio dei neuroni. Nella sinapsi elettrica, una cellula stimolabile ed un neurone sono tra loro connesse mediante una giunzione comunicante. Possiamo quindi affermare che sia l’uomo a produrre lo sviluppo tecnologico, indipendentemente dalla possibilità di trovare un autore preciso.
Per esempio ai tempi di Edison la società umana era molto interessata agli studi sull’energia elettrica e probabilmente anche se lui non fosse mai nato qualcuno avrebbe comunque prodotto la prima lampadina. Ma possiamo dire anche che è la risorsa tecnica che permette lo sviluppo di nuove tecnologie, come possono essere state le intuizioni di Leonardo che non avrebbero mai potuto creare una macchina volante senza una nuova forma di energia come quella del motore a scoppio.
Agli inizi del ‘900 la società guerrafondaia ha generato l’arma atomica, da cui è nata a sua volta una società globale basata proprio sulla paura della bomba.
Esiste un ordine di precedenza tra il progresso sociale e quello tecnologico?
Oppure le definizioni sono puramente mentali e le due forme coincidono?
In molti sono convinti di vivere in una fantomatica era tecnologica, dimenticando che lo stesso pensiero era già diffuso a fine ‘800, come nel Rinascimento, come nel XIII secolo e via dicendo fino agli albori dell’umanità.
Forse la spinta tecnologica della civiltà è un fattore molto più psicologico che meramente tecnico. Il progresso nella mente umana non è mai l’orgoglio per il raggiungimento di obbiettivi, è sempre il sogno che un domani le cose saranno diverse, migliori, più grandi, più belle.
Scienza e Umanesimo sono quindi molto più vicini di quanto noi stessi vogliamo illuderci che siano; la ricerca affannosa del progresso non si distacca molto dall’emozionalità Romantica.
Scrivere le proprie emozioni in un’opera letteraria, decodificare la realtà e inserirla in un’opera d’arte, sfruttare la fisica per piegare il reale al nostro volere in un’invenzione, astrarre pensiero umano in una forma matematica comprensibile ad un elaboratore.
Tutte facce di un unico grande sogno, che si chiama “uomo”.
Questo sogno che molte persone come me portano avanti da molto tempo, si scontra spesso anche con le caratteristiche più spregevoli dell’essere umano, la massima libertà della rete permette a tutti di creare nuove sinapsi o semplicemente di far viaggiare qualche neurone, ma non tutti sono pronti al nuovo mondo, spesso ciò causa deliri di onnipotenza, si perde completamente il contatto con la realtà, forse questo dovuto anche a noi costruttori del sogno, che seguiamo le nostre regole ma non siamo ancora stati capaci ad informare i nuovi bit che ogni giorno si aggiungono nel cyberspazio, o semplicemente non ci interessa controllare nessuno ma preferiamo constatare come il nostro sogno si concretizza sempre più.
Sta di fatto, che in rete si può trovare di tutto e sono stato molto colpito nel trovare un blog terapeutico su questa difficoltà che racchiude il vero spirito dei turbamenti di persone che ritengo molto affini.
Sia per metodologia: ovvero lo spazio è soprattutto per chi ci scrive.
Sia per come viene trattata la tematica: in maniera distaccata, fredda, binaria, ma non da sottovalutare per il peso dei concetti espressi, per questo ho chiesto se potevo estrarre parte del testo della stupenda FAQ, la quale mi ha divertito molto.
I Dementi Digitali
Esistono i nativi digitali ma esistono purtroppo anche i dementi digitali e poverini nessuno gli dedica un articolo. I Dementi Digitali utilizzano computer e internet senza consumare materia cerebrale, lascia il cervello rigorosamente fuori dal mondo digitale, ma tanto non saprebbe cosa farsene.
Nel mondo digitale tutto è governato dal sistema binario, sei 1 o sei 0, il che significa che il cervello o è acceso o è spento, ma quando i Dementi Digitali accendono un computer spesso avviene uno switch e spengono il cervello.
Cervello spento = 0 neuroni.
Come ben noto alle persone normali, gli imbecilli stanno dappertutto, in autostrada, in ufficio e al supermercato, ma purtroppo per voi e per me, quelli digitali sono dotati anche di computer e possibilità di entrare in rete e contrariamente ai nativi digitali, che sono nati dopo gli anni ottanta, i dementi digitali possono avere qualunque età, dai 2 ai 102 anni.
Questo però non significa che sono coloro che non sanno usare il computer, anzi potrete scoprire dei gustosissimi Dementi Digitali anche tra i Nativi Digitali, può anche essere esperto di informatica e avere riscritto tutti i sistemi operativi in una sola notte, oppure non avere mai acceso un computer prima, o essere un grandissimo scienziato che vincerà il Premio Nobel, o perfino lavorare per un colosso digitale: la cosa importante è che nei suoi comportamenti informatici non fa uso del cervello, questo perché o non l’ha mai avuto o lo spenge per non andare in buffer overflow, dipende dai punti di vista.
Comunque li potrete riconoscere facilmente, basta cercare chi utilizza computer o dispositivi digitali (iphone, stampanti, macchine fotografiche, videoregistratori, lavatrici etc) senza fare assolutamente uso del cervello. Alcuni purtroppo resteranno Dementi Digitali tutta la vita, mentre per i più fortunati questa condizione è a periodi. Possiamo affermare che è molto probabile che nel corso del tempo chiunque di noi sia stato, è, o sarà un demente digitale.
Con tanto piacere di quei poverelli che dovranno interagire con loro.
Concludo consigliandovi di non cercare di quantificarli, perché se ne incontrano ogni giorno di vecchi e nuovi.
Ma almeno adesso ho la certezza che ci sono altre persone che la vedono e vivono come me.
Grazie Digital Foolish

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