D'un tratto nel folto bosco

Non c’era nessuno in tutto il paese che potesse insegnare ai bambini che la realtà non è soltanto quello che l’occhio vede e l’orecchio ode e la mano può toccare, bensì anche quel che sta nascosto alla vista e al tatto, e si svela ogni tanto, solo per un momento, a chi lo cerca con gli occhi della mente e a chi sa ascoltare e udire con le orecchie dell’animo e toccare con le dita del pensiero.
Amos Oz


giovedì 14 marzo 2013

Gad, l’autista e noi di Marco Travaglio

Su Vanity Fair riceviamo severe lezioni di giornalismo
investigativo e indipendente da Gad
Lerner, ottimo giornalista iscritto al Pd, già membro
del Comitato promotore e della Commissione
per l'etica dell'Assemblea costituente di quel partito.
Scrive Lerner che gli ha “fatto impressione la
premura con cui il Fatto di Padellaro e Travaglio ha liquidato
come irrilevante la vicenda patrimoniale di
Walter Vezzoli, factotum di Beppe Grillo”. Ma dare la
notizia in prima pagina, come abbiamo fatto venerdì
scorso (unici a farlo, assieme a Libero e Il Giornale),
significa “liquidarla” con “p remura ”? Se però
fosse questa l'unica falsità sul nostro conto, potremmo
sorvolare. Il guaio è che, nel breve volgere
di 60 righe, l'amico Gad infila un'altra decina di
bugie e imprecisioni.
1) “L’Espresso ha segnalato la costituzione da parte di
Vezzoli di 13 (tredici) società capitalizzate 10 mila dollari
ciascuna in Costa Rica...”. Non è vero: solo 2 (due)
delle 13 (tredici) società – Scuba Diving e Ecofeudo
–sono capitalizzate con 10 mila dollari ciascuna; le
altre 11, per il registro costaricano, hanno ciascuna
un capitale sociale di 10 mila colon (la moneta locale),
pari a 20 dollari. Per un ragguardevole investimento
complessivo di 20.220 dollari.
2) “...cointestate alla sua compagna Nadereh Tadjik che
è poi la sorella della moglie di Grillo”. Che Nadereh
fosse la compagna di Vezzoli e la madre di suo
figlio l'ha raccontato il Fatto, avendolo appreso dall'interessato.
In ogni caso, solo 4 (quattro) delle 13 (tredici)
società – Scuba Diving, Ecofeudo, Armonia
Parvin e Investments Nosrat – sono cointestate
(anzi, soltanto coamministrate) da Nadereh.
3) Il Costa Rica era “all’epoca un paradiso fiscale”.
Vero, ma Vezzoli all'epoca viveva lì: vi ha abitato
e lavorato per una decina d'anni con la
compagna Nadereh, cognata di Grillo (che lì gli
ha dato il suo unico figlio), gestendo una discoteca
e aprendo un negozio di prodotti biologici
(Armonia Parvin) poi chiuso. Anche
questo l'ha raccontato il Fatto, sentendo l'interessato.
4) “In una società era associato un italiano processato
e assolto per traffico internazionale di droga”.
L'italiano in questione, vicino di casa dei
Vezzoli in Costa Rica, ricevette un ordine di
arresto nel 1994 con gravi accuse, poi nel 1996
fu arrestato e condannato in primo grado a 8
mesi (pena sospesa) per importazione e cessione
di 2 grammi di cocaina: un po’ pochi per
parlare di traffico internazionale di droga.
5) “Interessante notare la firma (dell’articolo dell’Espresso,
ndr): l’inviato Vittorio Malagutti... giornalista
economico fra i migliori d’Italia, fino a pochi
mesi fa tra le firme di punta de il Fatto... Ha fatto in
fretta Malagutti a trasformarsi da paladino del giornalismo
d’inchiesta (quando lavorava con Travaglio)
a pennivendolo di regime (come si permette L’Espresso
di indagare sui più stretti collaboratori di
Grillo?)”. Conoscendo bene la serietà di Malagutti,
vorremmo sapere da Lerner quando e
dove mai il Fatto l’ha definito “pennivendolo di
regime” e ha contestato all’Espress o di essersi
“permesso di indagare sui più stretti collaboratori di
Grillo”. Abbiamo riportato la doverosa inchiesta
di Malagutti sull’Espress o e l’abbiamo completata
con alcune informazioni nuove e decisive:
e cioè che Vezzoli aprì quelle società in Costa
Rica perché viveva e lavorava in Costa Rica, e
che due di esse erano coamministrate dalla cognata
di Grillo perché era la sua compagna.
6) “Non v’è dubbio alcuno che se fossero spuntate 13
(tredici) società in Costa Rica a nome di un fedelissimo
collaboratore di un leader del Pdl o del Pd, due
corsari dalla schiena dritta come Padellaro e Travaglio
gliene avrebbero chiesto conto in prima pagina,
senza indulgenza”. Il Fatto, non avendo tessere
né padroni, chiede conto a tutti i personaggi
pubblici di scandali e opacità di rilevanza
pubblica: in questo caso ha riportato e completato
le notizie dell'Espress o , anche se riguardano
un privato cittadino che fa da autista a
Grillo e, fino a prova contraria, ha investito
(pochi) soldi suoi in attività economiche sue
nel paese in cui viveva e lavorava.
7) “A pagina 5 il quotidiano più giustizialista d’I ta l i a
realizzava uno scoop telecomandato, essendo l’u n i co
cui lo stesso Vezzoli s’è concesso con una dichiarazione”.
Telefonare a una persona di cui si scrive
per ascoltare la sua versione dei fatti è una
regola elementare di buon giornalismo, non
uno scoop telecomandato. E da chi, di grazia?
Non sarà mica colpa nostra se gli altri giornali
non l'hanno chiamato?
8) “Il Fatto si accontenta di una risposta vaga e
reticente” per non “giocarsi la popolarità acquisita
tra i nuovi vincenti”. Lerner ha elementi per affermare
che Vezzoli ci ha mentito? Noi, fatte
tutte le verifiche con le visure camerali, non ne
abbiamo, ma
se Lerner ce li
trasmette saremo
ben lieti
di pubblicarli.
9) “Poco m’interessadove Grillo ha investito
 i soldi della sua attività professionale”. 
Quindi a Lerner risulta che i soldi
investiti da Vezzoli sono di Grillo e non del suo
autista? Ci faccia avere le prove e saremo ben
lieti di pubblicarle. Sarebbe un super-scoop, sia
pure telecomandato da Gad, perché Vezzoli sostiene
che Grillo il Costa Rica l'ha visto solo in
cartolina.
10) “È lo slittamento progressivo del potere che va
segnalato, comprese le autocensure opportunistiche
degli intransigenti che ne beneficiano”. Lerner ci
può indicare quali notizie avremmo censurato,
anzi autocensurato? In caso contrario, magari,
potrebbe chiederci scusa.

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