Continuano gli scempi ambientali perpetrati dalle ecomafie sul nostro territorio regionale. La Procura Antimafia di Napoli ha infatti smascherato un giro d'affari milionario, messo su dal clan Bidognetti – una delle famiglie dell'arcipelago camorristico casalese – e da alcune imprese ad esso collegate. Gli appalti per la gestione dei rifiuti tossici aggiudicati dalla Rfg, portavano le scorie non nell'apposito impianto di compostaggio ma nel sottosuolo casertano, spacciate per concimi e fertilizzanti.
La società incriminata si è aggiudicata consegne da ogni parte d'Italia negli ultimi anni, grazie ai prezzi molto più bassi con cui garantiva il servizio di smaltimento di rifiuti tossici. I costi erano infatti tagliati, in virtù del mancato trasporto nell'impianto di compostaggio della Rfg dei rifiuti, i quali finivano occultati dietro la parvenza di concimi e fertilizzanti, per finire il proprio ciclo nei terreni di agricoltori, a volte conniventi. I terreni del casertano, in particolare, sono stati resi oggetto di scempi che nel tempo hanno compromesso quello che a Terra di Lavoro e zone limitrofe, rappresenta un asset produttivo difficilmente soppiantabile. Sono due gli indagati, anche se il numero di persone a finire sul registro della Procura potrebbe salire nei prossimi giorni.
Elio Roma e Nicola Mariniello sono i due personaggi che dovranno rispondere di questi fatti, che potrebbero portare alla sbarra anche il figlio di Roma, formalmente intestatario dell'impianto di compostaggio entro cui si sarebbe dovuto completare il ciclo di smaltimento delle scorie. Secondo la Procura, tali affari vanno avanti da oltre 20 anni, grazie a un modus operandi in grado di creare delle voragini fra chi offre un servizio secondo le regole e chi, a prezzi stracciati, propone soluzioni ben al di là di quanto previsto dalla legge. Secondo le accuse, Bidognetti e i suoi erogavano tangenti a Roma e ai suoi congiunti o collaboratori, titolari di svariate imprese che hanno trasformato terreni agricoli e fondi in discariche fuori da ogni norma.
La Rfg, risulta dagli atti, ha smaltito nel tempo non solo rifiuti provenienti dalla Provincia – come i residui dei depuratori – ma soprattutto rifiuti tossici di origine industriale - come i fanghi - provenienti dal Centro e dal Nord del paese. Il tutto, in mezzo alla più totale assenza di risposte da parte delle istituzioni locali, in primis della Regione gestita da Antonio Bassolino proprio negli anni in cui tali loschi affari sono prosperati in maniera indisturbata.
Fabrizio Ferrante
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