Sempre più spesso le elezioni sono galline dalle uova d’oro per i politici che arraffano denaro pubblico dai rimborsi. L’era di sprecopoli ha avuto come massima espressione il sistema Fiorito ma coinvolge a macchia d’olio tanti altri partiti. Spese pazze pagate da noi cittadini: Bmw X5, ostriche, champagne, schede telefoniche ed auto blu. A parlare è proprio Er Batman che spiega come la Regione Lazio è “un pozzo gigantesco nella quale attingono tutti”con la scusa dei rimborsi elettorali e Berlusconi ed Alfano sapevano tutto. Un business di milioni di euro su cui indaga la Corte dei Conti.
di Maria Cristina Giovannitti
Concorrere per le elezioni può essere davvero un occasione di guadagno enorme, attorno al quale ruota un vero e proprio business. L’era disprecopoli o quella di partitopoli si muove in parallelo alla crisi: più si taglia e si riduce tra i cittadini, più si arraffa e ci si abbuffa tra i partiti. Gli scandali coinvolgono tutti dalla Regione Lazio - che è stato il casus belli- passando per l’ex tesoriere della Lega Belsito ed arrivando alla Regione Lombardia con Formigoni&Co. Tutti ma proprio tutti sono golosi di denaro pubblico.
IL BUSINESS DEI RIMBORSI ELETTORALI, UN GIRO D’AFFARI DENUNCIATO ANCHE DALLA CORTE DEI CONTI – Il vero problema dei rimborsi elettorali è la disparità enorme tra le spese davvero effettuate ed i soldi erogati: il guadagno è davvero eccessivo. Il tutto, poi, è favorito da leggi ‘troppo bonarie’ e spalleggiato da un Governo alquanto ‘sensibile’. Secondo un’indagine condotta dalla Corte dei Conti, tra il 1994 e il 2008, sono stati stanziati in favore dei partiti ben 2 miliardi e 254 milioni di euro mentre sono stati spesi solo 579 milioni di euro, per un guadagno pari a 1 miliardo e 67 milioni di euro entrati nelle tasche dei partiti. Soldi pubblici che garantiscono, all’incomprensibile sistema dei partiti, un guadagno di oltre il 389%. Com’è possibile tutto questo lusso in un periodo di restrizioni e di crisi? Eppure accade: basti pensare che il record dei guadagni – sempre secondo i dati della Corte dei Conti – si è registrato nel maggio 2001 con il 959% del ricavato mentre solo poco tempo fa – alle elezioni del 2008 – i rimborsi sono lievitati del 457%.
Insomma cifre da capogiro che inducono, troppo spesso, in tentazione e così le elezioni diventano il momento della grande abbuffata politica perché anche una campagna ‘low cost’ può fruttare ed essere un vero affare. Prendiamo per esempio il caso di Stefano Caldoro con Mpa-Nuovo Psi-Pri-Italiani in Campania: a fronte dei 730 euro usati per la campagna elettorale ne sono stati incassati ben 278.111 euro solo con la prima delle cinque rate. Lo stesso è accaduto con la lista civica ‘Scopellitti Presidente’ che ha speso 6.745 euro e di rimborsi ne ha guadagnati già 300 mila euro.
Tutti questi guadagni sono favoriti dalla legge benevola che permette di richiedere rimborsi anche a chi ha un solo eletto. A questo poi si aggiunge la ‘sensibilità’ del Governo che cerca di rimborsare sempre: per esempio 5 partiti ormai decaduti –La Puglia per Vendola; Io amo la Lucania; Insieme per Bresso; Noi con Buriando; Lista Civica Cittadini e Bonino – non avevano presentato nei tempi la richiesta di rimborso ma grazie al decreto ‘Mille Proroghe’ sono stati salvati dilazionando i tempi e permettendo così anche a loro di avere i soldi pubblici. Ma non finisce qui: la sensibilità e la magnanimità del Governo è così grande che molto spesso, sempre secondo la Corte dei Conti, arrivano rimborsi anche a quelle forze politiche che non ne hanno fatto richiesta. Solo per le regionali 2010 in due anni sono stati erogati 56 milioni e tutto questo continuerà fino al 2015.
La ‘fiera dello spreco’ dei soldi pubblici ha come punta di diamante Franco Fiorito, Er Batman, ex capogruppo del Pdl presso la Regione Lazio ed oggi agli arresti domiciliari con l’accusa di peculato.
IL SISTEMA FIORITO E LA REGIONE LAZIO COME UN POZZO DAL QUALE TUTTI ATTINGEVANO DENARO PUBBLICO – In questi giorni Er Batman è interrogato dalla Procura di Roma e le sue sono rivelazioni scottanti: emerge un “sistema Fiorito” intricato e sconvolgente, uno schiaffo alla crisi e alle restrizioni dei cittadini. Ma lui si sente quasi offeso a chiamarlo “sistema Fiorito”, è meglio definirlo “sistema Lazio” perché, a quanto dice, erano tutti a beneficiare dei soldi della Regione - che Er Batman definisce “un pozzo di denaro”. Ed in effetti l’era della Polverini è stata davvero uno sperpero immane di denaro pubblico.
Due erano i modi per prelevare il denaro: la prima in maniera visibile quando: “Il presidente per fare contenti tutti faceva delle variazioni in cui metteva i soldi nei capitoli per l’Ufficio di Presidenza. Gran parte di questi venivano poi ridistribuiti in maniera più o meno formale” rivela Fiorito alla Procura di Roma e continua: “La parte più formale era già visibile all’interno delle spese di presidenza per consulenza, bandi, associazioni ecc…”.
Oppure c’era il modo occulto o alternativo dove ognuno poteva chiedere i rimborsi al segretario senza la delega del presidente. Insomma ognuno scriveva su un pezzo di carta quanti soldi voleva per una determinata cosa a Nazareno Cecinelli, che a sua volta delegava per i pagamenti un certo Stracuzzi, un’altra vittima del sistema per Fiorito: “Uno che si è prestato a fare ‘ste cose ma che di certo gliele facevano fare”.
Bastava scrivere una cifra e non perdere troppo tempo con le motivazioni, infatti in alcune richieste si legge: “Per il corretto funzionamento dei gruppi” - (?!?) - e via con 1 milione di euro, oppure “Rapporto tra elettore ed eletto” e giù altri soldi pubblici. Cachet da capogiro dove le Regioni erogano 96 milioni e mezzo di euro all’anno per finanziare i partiti e – secondo la denuncia della Uil- i cittadini pagano per giunte e consigli regionali più di un milione di euro l’anno come trattenute. Nel caso specifico della Regione Lazio e del ‘sistema Fiorito’ ogni consigliere percepisce 17 mila euro lordi che divide tra indennità, diaria e rimborsi.
Ma Fiorito continua a parlare di denaro elargito a pioggia: “Questi sono soldi visibili, cioè quelli che abbiamo dichiarato di mettere in bilancio” ma ci sono anche altri. Quelli sottobanco che arrivano a 100 milioni di euro: se in bilancio si dichiaravano 30 milioni di euro, i restanti 70 servivano per le spese varie”. Tra le spese varie anche 8 milioni di euro erano sotto la voce ‘giardinaggio’, un vero paradosso ammesso dallo stesso Er Batman: “Manco al Quirinale spendono tanto per il giardinaggio”.
BERLUSCONI E ALFANO SAPEVANO TUTTO MA HANNO TACIUTO – Un ‘sistema Fiorito’ che Berlusconi, Alfano e Denis Verdini, coordinatore del Pdl, conoscevano dal 6 agosto 2012 a quanto pare. Lo scandalo Er Batman è venuto fuori il 20 settembre ma in una lettera scritta da Francesco Battistoni, capogruppo in Consiglio regionale, scriveva a Berlusconi per segnalare le ‘spese anomale’. Battistoni, appena insidiatosi alla carica, aveva preso in mano i bilanci della regione e la contabilità bancaria, scoprendo lo sperpero di denaro. Così, anziché denunciare tutto alla magistratura, scrive al Presidente, al Segretario e al Coordinatore del Pdl per denunciare le anomalie che: “Ledono la stabilità della Regione Lazio e della credibilità del Pdl. Fiorito diserta le riunioni e non risponde alle gravissime anomalie dovuti ai pagamenti non in linea” così diceva Battistoni.
Accade che alle tre lettere, inviate e protocollate, nessuno risponde, tanto meno ‘richiama’ Fiorito per avere spiegazioni. Le spese pazze sono la Bmw X5 che il capogruppo ha acquistato, prelievi di contante ingiustificato e bonifici personali.
Era il 6 agosto 2012, così il Battistoni si vede di nuovo costretto a mettere nero su bianco la sua denuncia e indirizzarla, il 27 agosto, al collegio dei probiviri del Pdl. Berlusconi e Alfano sapevano dello spreco di denaro pubblico e non hanno fatto nulla mentre Battistoni è stato destituito dalla carica.
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