Scritto da Federico Succi
Nonostante la priorità dichiarata sia la modifica della legge elettorale, il Governo sembra più interessato all’economia, con un aiuto, magari, anche da quel genio (si fa per dire) di Tremonti. La grande finanza resta alla finestra, pronta a spolpare quel che resta di un Paese disastrato. Ecco perché le larghe intese devono durare: il tempo necessario per liberalizzare, privatizzare, svendere. E il calo dello spread sarebbe funzionale a quest'obiettivo.
Liberalizzazioni, calo della pressione fiscale e revisione Imu. Per il Governo Letta bisogna approfittare del calo dello spread
per cercare di risollevare le sorti dell’Italia, anche se il problema
più grande è che occorre trovare risorse. Sicuramente un modo per
recuperarle potrebbe essere quello di sfruttare il patrimonio pubblico
sia immobiliare che societario, infatti Letta ha più volte ribadito che
in autunno, a tal proposito, “verrà presentato un piano dettagliato”.
Molto
probabilmente prendendo spunto dal piano già presentato dall’allora
ministro delle finanze Giulio Tremonti, il quale prevedeva inoltre il
coinvolgimento degli enti locali. Di ben invece altra entità il discorso
sulle valorizzazioni delle quote di maggioranza dei colossi pubblici,
da Eni a Finmeccanica fino alle Ferrovie dello Stato. Banchieri e mondo
della finanza hanno evitato di commentare gli attacchi alla speculazione
visto che sperano di “succhiare” altro denaro chiedendo ricche
commissioni tramite l’attività di consulenze al Governo.
Al momento l’unico ad aver rilasciato dichiarazioni è stato l’amministratore delegato di Ferrovie dello Stato, Mauro Moretti,
invitato al meeting di Rimini. “Per quanto ci riguarda siamo pronti. È
una scelta giusta: negli anni passati si è parlato molto di
liberalizzazioni, ma senza anche la parte privatizzazione,
liberalizzazione suona male”. Se non suona come una bocciatura al piano
Letta, poco ci manca. Le risorse di cui parla il Governo serviranno anche a saldare i debiti della pubblica amministrazione con le imprese,
che ammontano circa a 90 miliardi. Il piano prevede addirittura di
bruciare le tappe pagando 30 miliardi già quest’anno, di cui 5 già
rilasciati e 20 per il 2014.
Un piano alquanto ambizioso, non c’è che dire. Uno strumento attorno cui ruoterà l’economia sarà la cassa depositi e prestiti la
cui maggioranza è in mano al tesoro, il cui piano industriale per i
prossimi tre anni prevede di mobilitare fino a 80 miliardi, di cui 6 di
capitale di rischio. Venti miliardi saranno destinati al Mezzogiorno. E
la Cdp, inoltre, dovrà essere anche il perno del piano di valorizzazione
degli immobili.
Altro piano tanto caro al Governo è quello di ridurre la pressione fiscale
che è poi uno dei veri problemi del paese in ginocchio, partendo
proprio dalla revisione dell’odiato Imu, la cui riforma è stata
rimandata a fine Settembre. Tutte belle idee non c’è che dire, ma
saranno poi effettivamente messe in pratica, soprattutto senza inganno
alcuno? E inoltre, di riforma elettorale ancora nessuna traccia quindi a
quanto pare dovremo continuare a tenerci questo Governo votato da
nessuno.
fonte: www.infiltrato.it
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