Guardare la televisione provoca ansia: lo sostiene uno studio promosso
La scelta dei temi
Il primo degli elementi sotto accusa è costituito dai temi trattati, che
sempre di più si associano al piccolo schermo, come sottolinea il 63%
degli intervistati. Scandali, efferati delitti, accuse e litigi che minano ogni fiducia
nei confronti della politica e dell'economia del paese: sono solo alcune delle
tematiche che quotidianamente vengono evidenziate in Tv.
Il tono della trattazione
Ma per l'84% degli esperti non sono solo gli argomenti di cui si parla a generare
più scottante a quello più tranquillo e leggero. Sotto accusa, infatti
l'allarmismo (58%), ormai utilizzati in ogni tipo di trasmissione, dalle news ai contenitori di costume. A questo si aggiungono poi i toni dei diversi servizi: a
qualsiasi ora del giorno, infatti, anche quelli più normali vengono annunciati
come se si stesse dando la notizia di una meteora che sta per colpire la terra. Insomma per il 51% i toni isterici che ormai dominano nel piccolo schermo rappresentano una delle maggiori cause dell'ansia che sempre più spesso
prende chi resta troppo tempo davanti alla Tv.
Sfumano le funzioni di informazione e intrattenimento
Di conseguenza, il piccolo schermo sta perdendo la funzione di intrattenere,
continuare ad utilizzare certi toni rischia di far mettere sullo stesso piano notizie
e temi di importanza diversa, causando alla lunga una sorta di atarassia dell'informazione, dove il modo in cui viene data una notizia diventa più
pregnante della notizia stessa.
Sindrome da accerchiamento
Di fatto per il 63% degli intervistati la Tv sta sempre più diventando una fonte
di stress (anche dal punto di vista acustico), genera ansia (55%) e aggressività
(49%), ma fa venire anche l'idea di essere continuamente fregati(43%), tanto
Classifica dei generatori d’ansia
Sicuramente in una sorta di classifica del grado di ansia catodica i Talk show
sono al primo posto, come sottolinea il 58% degli esperti e conferma l'analisi
dei programmi andati in onda nelle ultime 4 settimane. In media, infatti, ogni
6 minuti di messa in onda vengono utilizzati toni e termini che alzano il livello
di ansia e aggressività, oltre al fatto che gli stessi temi trattati bombardano lo spettatore con tutto ciò che di più stressante avviene quotidianamente, che si
tratti di politica, di scandali o di fatti di cronaca nera. Subito dietro ai Talk
show ci sono naturalmente i telegiornali (52%): sicuramente gli argomenti ansiogeni sono più concentrati, ma i toni e il lessico utilizzato sono più controllati
e meno allarmistici (in media si raggiungono alti livelli di stress ogni 12 minuti).
Lo stesso vale per le trasmissioni sportive, dove l'ansia catodica sembra
la costante per cercare di fidelizzare gli spettatori (45%, con i picchi di ansia
catodica che hanno una frequenza media di uno ogni 15 minuti). Seguono le trasmissioni di servizio, dove si vogliono tutelare i consumatori o
dirimere controversie (41%, con i picchi di ansia catodica che hanno una
frequenza media di uno ogni 20 minuti). Ma ad essere messe sotto accusa
i contenitori pomeridiani (38%, dove i toni e gli atteggiamenti di conduttori
e partecipanti fanno impennare il livello d'ansia in media ogni 21 minuti).
Seguono i reality (36%), che seguono lo stesso principio delle trasmissioni
sportive e dove i toni e gli atteggiamenti di conduttori e partecipanti fanno
impennare il livello d'ansia in media ogni 24 minuti.
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