D'un tratto nel folto bosco

Non c’era nessuno in tutto il paese che potesse insegnare ai bambini che la realtà non è soltanto quello che l’occhio vede e l’orecchio ode e la mano può toccare, bensì anche quel che sta nascosto alla vista e al tatto, e si svela ogni tanto, solo per un momento, a chi lo cerca con gli occhi della mente e a chi sa ascoltare e udire con le orecchie dell’animo e toccare con le dita del pensiero.
Amos Oz


domenica 27 gennaio 2013

SPEGNETE CORONA

di Rita Pani 

Potremmo anche fare finta che non c’è, che non esiste, e possiamo sicuramente affermare con fierezza che di Corona non ce ne frega niente, ma c’è. Ed è inutile negarlo. C’è in ogni giornale e telegiornale, il cialtrone che voleva essere un gangster, c’è con le sue dichiarazioni, con i suoi filmati, con la cronaca in tempo reale e presa diretta delle sue gesta da aspirante malavitoso, da criminale gentiluomo de noantri.
C’è nelle troupe televisive che per giorni hanno speso soldi (quando la RAI, purtroppo anche nostri) per stare accampati prima a Lisbona, poi a Milano per inquadrare il balcone della casa del fotografo cialtrone.
Ci sono le esclusive dei giornali, che non sono mai gratis, nei video infilati su Internet, dove “il messia” parla a suo figlio, con la pretesa di insegnargli.
E c’è proprio l’insegnamento che si è dato per anni alle generazioni che crescevano, e che si appostano in aeroporto o davanti al carcere che ospiterà questo nulla umano, che a tutti i costi si vuol far diventare un “paladino”, un esempio da seguire.
Ogni volta che la faccia del cretino appare su uno schermo, sempre pettinato nonostante la latitanza, con gli occhiali sempre giusti, con la maglietta falsamente sdrucita, e con un giubbotto di pelle che non basterebbe un mutuo per comprarsene uno, insegna qualcosa a chi lo guarda con la mente impoverita. Insegna che la fama è finire in un giornale o in un telegiornale. Che basta diventare qualcosa che possa essere venduto per essere “famoso” e che la fama, porterà danaro. La fama è altro.
Ha pianto, non ha pianto, non è un criminale, è solo un fotografo. Si legge tutto e il contrario di tutto a commento di questa notizia che non avrebbe nemmeno dovuto esserlo – una notizia – persino si legge lo sdegno per l’ingiustizia. E a questo punto che mi convinco che è inutile far finta che tutto questo non stia accadendo, che tutto questo disastro non sia già accaduto.
Il cialtrone è un fotografo che ha spiato e ricattato chi aveva più soldi di lui. È uno che venne preso in un distributore di benzina a spacciare banconote false, è un condannato da un tribunale italiano per un reato che evidentemente ha commesso, e per il quale deve andare in carcere. È un idiota, perché se non fosse scappato con la sua 500 (ma si può fuggire con una 500?) avrebbe presto usufruito di tutte quelle tutele legali, a cui in Italia ha diritto chi ha il danaro per pagarsi gli avvocati giusti, quelli che il loro dovere lo fanno proprio tutto e forse qualcosa in più.
Posso pure comprendere che in Italia ci sia bisogno di sviare il pensiero dalle cose importanti che ci cadranno sulla testa dopo questa farsa elettorale, ma è anche chiaro che se la stampa non avesse avuto riscontro dell’interesse malato che gente come questa – sottoprodotti di una televisione che produce mostruosità – genera nella gente quella con tre g … sapremmo di Corona lo stesso di quel poveretto che stamattina si è tolto la vita per disperazione. Nulla, nemmeno il suo nome.
 
 
Fonte: R-esistenza Infinita

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