A Londra, tra una settimana, un misterioso assaggiatore mangerà il primo hamburger di manzo artificiale, realizzato coltivando in laboratorio cellule staminali prelevate dal muscolo di un bovino. Le sue 3.000 strisce di carne realizzata in provetta, ciascuna delle dimensioni di un chicco di riso, valgono 380 mila dollari e, secondo i creatori, saranno la "prova" definitiva prima di dare il via al consumo pubblico.
Tra meno di 7 giorni, quindi, qualcuno sarà in grado di dire al mondo che sapore ha la carne in provetta di Mark Post, un medico fisiologo presso l'Università di Maastricht, nei Paesi Bassi, che per anni si è dedicato a questo progetto con fini davvero nobili, a suo dire. È convinto, infatti, che la carne sintetica contribuirà a salvare il mondo dalla crescente domanda dei consumatori di carne di manzo, agnello, maiale e pollo, senza la necissità degli allevamenti intensivi.
E senza allevamenti, non solo gli animali non verranno più macellati, ma le aree che occupano oggi capannoni e macelli, insieme ai pascoli, potrebbero essere riconvertite in foreste. E si potrà dire addio anche all'inquinamento. Perché le cellule staminali prelevate da un solo animale potrebbero in teoria essere usate per realizzare un milione di volte di carne in più rispetto a quella macellata da una sola mucca.
L'idea è stata finanziata da un ricco sostenitore anonimo, che rivelerà probabilmente la sua identità pubblicamente al momento dell'assaggio: secondo i media locali, sarà lui il volontariato che per primo assaggerà l'hamburger. le reazioni, ovviamente, sono contrastanti. Alcune associazioni animaliste, come la Peta, appoggiano il progetto, mentre i vegetariani intervistati da alcuni giornali fanno saper che non avrebbero problemi ad assaggiare questa carne.
La Coldiretti, invece, sulla base dell'ultima indagine Eurobarometro, rivela che tre italiani su quattro, il 73% non mangerebbero l'hamburger in provetta nemmeno se cucinato da uno chef di fama. Alle forti perplessità di natura etica si aggiungono - sottolinea la Coldiretti - quelle di carattere economico, con un costo stimato in 290mila euro. Per Coldiretti, come hanno dimostrato le esperienze del passato a partire dalla mucca pazza (Bse), le innovazioni in un settore come quello alimentare, particolarmente esposto ai rischi per la salute, devono percorrere la strada della naturalità e della sicurezza.
Roberta Ragni
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