Mario Monti come Giano Bifronte. Il Premier tecnico solo qualche giorno fa aveva dichiarato, in merito alla sua politica d'austerity, che le persone che avevano avuto modo di parlargli gli avevano detto: "Presidente, quante tasse. Ma vada avanti".
Ebbene, che gli italiani siano disposti a fare sacrifici per risollevare il Paese non c'è dubbio. Cadere nel baratro non fa piacere a nessuno e la volontà di tirare la cinghia non manca. Se però i tagli vengono fatti senza usare due pesi e due misure dunque in maniera imparziale.
La reazione potrebbe essere non proprio delle migliori quando però si viene a sapere che le forbici del Governo si sono sbizzarrite sul capitolo famiglia, mentre hanno a malapena sfiorato -in alcuni casi hanno lasciato totalmente intatto- il budget previsto per i collaboratori. La spesa per le famiglie è diminuita del 36% portando i fondi destinati alle politiche in favore di questo settore da 33 milioni a 20,9. Zero tagli invece per lo staff di Palazzo Chigi.
Su una nota preliminare al Bilancio si legge: "Le risorse destinate agli uffici di diretta collaborazione delle autorità politiche sono pari a 14.717.800 euro e presentano un lieve incremento, rispetto al 2012, pari a 415 mila euro".
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