D'un tratto nel folto bosco

Non c’era nessuno in tutto il paese che potesse insegnare ai bambini che la realtà non è soltanto quello che l’occhio vede e l’orecchio ode e la mano può toccare, bensì anche quel che sta nascosto alla vista e al tatto, e si svela ogni tanto, solo per un momento, a chi lo cerca con gli occhi della mente e a chi sa ascoltare e udire con le orecchie dell’animo e toccare con le dita del pensiero.
Amos Oz


venerdì 9 agosto 2013

ITALIA: CACCIABOMBARDIERI F 35 PER FARE LA GUERRA AL MONDO di Gianni Lannes




di Gianni Lannes


Ultime notizie sul fronte di guerra. F35, Palazzo Madama approva la mozione di maggioranza Il testo impegna l'esecutivo a non procedere ad alcun ulteriore acquisto di caccia senza l’approvazione preventiva del Parlamento. Bocciate le mozioni contrarie di Sel, M5S e parte del Pd. Il Senato ha approvato la mozione di maggioranza sugli aerei militari F35 con 202 voti favorevoli, 55 contrari e 15 astenuti.  Secondo il ministro della guerra Mauro “non ci sono alternative credibili agli F35”.


 Attualmente (estate 2013) l'Italia prevede di acquistare 90 caccia F35, per una spesa di 14,3 miliardi di euro in 15 anni: dei velivoli, 60 sono nella versione a decollo convenzionale (Ctol) al costo medio di 74 milioni di euro l'uno e 30 in quella a decollo verticale (Stovl), 88 milioni di euro ad esemplare. Proprio per questi ultimi è previsto l'impiego nella portaerei. La portaerei Cavour ne potrebbe ospitarne una ventina.
L'F-35 include un cannone a cinque canne GAU-22/A da 25 mm[33]. Il cannone è montato internamente con 180 colpi nella variante F-35A, mentre nelle altre varianti F-35B e C sarà sostituito da un pod esterno (stealth) con 220 colpi. Internamente saranno inseriti fino a due missili aria-aria e due armi aria-terra (fino a due bombe da 910 kg - 2 000 lb nei modelli A e C; due bombe da 450 kg - 1000 lb nel modello B). L'armamento include missili AIM-120 AMRAAM, AIM-132 ASRAAM, il Joint Direct Attack Munition (JDAM)  fino a 2 000 lb (910 kg), il Joint Standoff Weapon (JSOW), le bombe GBU-39 (un massimo di quattro in ogni stiva), i missili Brimstone, le munizioni a grappolo (WCMD) e i missili AGM-88 HARM. Il missile aria-aria MBDA Meteor è in fase di adattamento per essere alloggiato negli F-35. Il Regno Unito ha pianificato originalmente di posizionare internamente quattro missili AIM-132 ASRAAM, ma i piani sono stati modificati per caricare due missili ASRAAM internamente e altri due esternamente.

Sull'estremità delle ali possono essere inseriti solo missili di tipi AIM-9X Sidewinder, mentre i missili AIM-120 AMRAAM, Storm Shadow, AGM-158 JASSM e i serbatoi di carburante possono essere inseriti nei piloni alari. Impiegando le posizioni interne ed esterne potrebbe essere impiegata una configurazione aria-aria con oltre otto AIM-120 e due AIM-9, oppure una configurazione aria-terra con sei bombe da 2000 lb, due AIM-120 e due AIM-9. Con la sua capacità di carico, l'F-35 può trasportare più armi aria-aria e aria-terra dei suoi predecessori.

Da mesi gli F35 sono al centro di polemiche, e il ministro della guerra Mauro non perde occasione per ribadire che la partecipazione italiana nella realizzazione dei costosissimi jet della Lockheed Martin non può essere messa in discussione. Nelle ultime settimane sia al Senato che alla Camera hanno prevalso le mozioni di maggioranza, che prevedono un'indagine conoscitiva delle esigenze della Difesa e del rapporto costi-benefici, anche in vista del Consiglio europeo della Difesa che si terrà nel mese di dicembre.
La spesa per la difesa in Europa "non è né "unica", né "coordinata" fra i 27 Stati membri" e questo crea "una pluralità di eserciti nazionali più piccoli e meno capaci", ha detto oggi il ministro. "Ciascuno va sostanzialmente per la sua strada - ha sottolineato - sia in termini di sviluppi futuri, sia anche di tagli che vengono apportati alle proprie forze armate".

"La spesa per la difesa in Europa - ha aggiunto Mauro - è in leggero declino, da alcuni anni a questa parte”.  In realtà l'Europa spende più che la Russia, la Cina e il Giappone messi insieme, come riportato dall’autorevole fonte indipendente Sipri.

"Se guardiamo ai dati del 2011 - ha chiarito ancora Mauro - i Paesi europei hanno speso nel complesso 29,2 miliardi di euro nell'acquisizione di sistemi ed equipaggiamenti. Di questi solo 7,3 miliardi, pari a circa il 25%, sono andati a programmi di acquisizione condotti in cooperazione fra due o più Paesi dell'Unione. Per la restante parte, ciascuno ha fatte per sé".

"Se guardiamo alla spesa in Ricerca e Sviluppo - ha continuato il ministro citando i dati dell'Agenzia europea della Difesa - vediamo che i Paesi dell'Unione, nel complesso, hanno speso 9 miliardi di euro. Gli Stati Uniti, da soli, hanno speso sette volte quella cifra. Nel settore specifico della Ricerca Tecnologica i paesi europei hanno speso in totale 2,15 miliardi. Ciononostante, ancora una volta, lo hanno fatto essenzialmente sulla base di programmi nazionali: solo il 13,2% della spesa nei programmi di Ricerca Tecnologica è andata a progetti congiunti fra due o più Paesi".

Per il titolare bellico di via XX Settembre, in futuro "la Nato dovrà rimanere un vitale pilastro della sicurezza collettiva", ma allo stesso tempo è indispensabile che l'Europa sappia assumere "più ampie responsabilità in materia di sicurezza internazionale" e non svolgere solo un ruolo di "crocerossina" giungendo solo "a sostegno di operazioni, contribuendo sul piano umanitario o economico".

"Si dice che se ci ritiriamo dal programma degli F35 non avremo penali. Ma abbiamo già speso 3 miliardi e mezzo di euro per la portaerei Cavour che dovrebbe ospitare gli F35 a decollo verticale. Allora non capiremmo per quale ragione abbiamo speso quei soldi". Così il ministro della Difesa Mario Mauro, nel corso di una audizione al Senato davanti alle commissioni congiunte di Difesa, Esteri e Politiche europee, è tornato a difendere la partecipazione italiana al programma Joint Strike Fighter.

Le parole del ministro hanno suscitato la reazione dei parlamentari di Sinistra, Ecologia e Libertà, a cominciare dal deputato Giulio Marcon. "Oggi il ministro Mauro ha affermato che sarebbero già stati spesi alcuni miliardi di euro per adeguare la portaerei Cavour alle esigenze di decollo e atterraggio dei caccia F35. Si tratta di una notizia molto grave. Si viene a sapere, in modo estemporaneo e senza alcun dettaglio sui costi, che avremmo già speso 3,5 miliardi di euro solo per l'adeguamento della portaerei Cavour: in questo modo i costi degli F35 aumentano ancora, fino a 18 miliardi di euro".

"È molto grave - ha proseguito Marcon - che si venga a sapere una notizia così importante, senza che ci sia stata prima un'informativa dettagliata e completa: le informazioni fornite dal ministro arrivano in modo opaco e incompleto. Il Parlamento - ha continuato il deputato Sel - è tenuto all'oscuro di come sta procedendo il programma sugli F35. Mauro faccia il Ministro della Difesa e non quello della guerra".

Per Luca Berneschi, imprenditore piemontese della meccanica, agosto è un mese normale, con l'attività della sua azienda sospesa solo nel ponte di Ferragosto per poter far fronte agli impegni presi con Alenia Aermacchi. La commessa della Bortolotti è connessa alla costruzione del cacciabombardiere F35 Lockheed Martin, le cui attività di assemblaggio legate al primo velivolo italiano sono iniziate a metà luglio 2013 nel sito di Cameri (Novara), impianto che già da tempo ha avviato le prime consegne di ali negli Stati Uniti.
E proprio Cameri  è il punto focale del maxi-programma da 12,1 miliardi di euro in 15 anni (la cifra è stata riferita qualche giorno fa dal ministro Mario Mauro, durante il + alla Camera) su cui converge l'attività di decine di aziende come la Bortolotti, impegnate a completare le linee produttive con piattaforme di montaggio, macchine utensili, attrezzature logistiche e tecnologiche.

Ai 90 velivoli finora confermati dall'Aeronautica militare si aggiunge infatti una commessa più ampia per oltre 800 ali destinate all'intero programma mondiale, con ampie ricadute industriale per le nostre imprese, stimate globalmente dall'Aeronautica in 14,7 miliardi di dollari, di cui un miliardo già definito. Sono più di 500 gli addetti che ad agosto dovranno lavorare per far fronte agli impegni legati all'F35.

«Non possiamo fare diversamente – spiega il direttore generale di Bortolotti Luca Berneschi – anche perché in caso di ritardi incorreremmo nelle penali». Eventualità che l'azienda ha scongiurato ricorrendo a doppi turni e straordinari per gestire allo stesso tempo la costruzione delle piattaforme di montaggio commissionate e l'ampliamento dello stabilimento necessario per far fronte all'aumento dell'attività. Ad agosto l'azienda impegnerà direttamente nel progetto 45 addetti, altri 100 sono coinvolti nell'indotto. «Per noi si tratta di un ordine che vale il 40% dei ricavi – spiega Berneschi – e su questa commessa abbiamo già assunto 20 persone, mentre altre dieci entreranno a breve». Per Alenia-Aermacchi, committente delle commesse a Cameri e partner diretto di Lokheed Martin, l'attività dell'F35 ad oggi coinvolge nell'aeroporto militare piemontese 200 addetti, con un'attività che ad agosto proseguirà con un impiego di personale nell'ordine del 60%.  

Agosto quasi normale a Cameri anche per la veneta Maltauro, impegnata come principale contractor in una commessa da 185 milioni per la costruzione del sito, ormai quasi interamente completato. «Abbiamo in questo periodo un centinaio di persone all'opera – spiega il capo-progetto Gianfranco Vicari – e si tratta di poco meno della metà del personale che sta lavorando al completamento del sito. Per noi in Italia al momento si tratta del maggior cantiere avviato, un progetto importante a maggior ragione alla luce del momento di difficoltà che il nostro settore sta attraversando».

La mozione parlamentare che non cancella la commessa programmata di 90 velivoli, ma vincola i nuovi acquisti di caccia ad un altro voto e all'esito di un'indagine conoscitiva della durata di sei mesi.  Tradotto: una presa per i fondelli: la Costituzione che ripudia la guerra è stata stracciata dal Trattato di Lisbona entrato in vigore nel 2009, firmato da Prodi e D'Alema nel 2007, senza che il popolo sovrano (sulla carta) sia mai stato interpellato. Stentate a crederci e l'opposizione non fiata. Allora, date un'occhiata alla direttiva di guerra italiana - per conto terzi - relativa  all'anno 2013. L'Italia è una provincia USA, senza sovranità.



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