Entrambi siedono nell’Aspen Institute, il Bilderberg italiano. Entrambi sono inciucisti di natura. Entrambi rispondono a logiche che con la politica non c’azzeccano niente ma lisciano il pelo ai Poteri Forti dell’alta finanza internazionale (Goldman Sachs&Co.). Lo zio Gianni e il nipote Enrico, presunti “nemici” politici, visto che vivono su sponde opposte, sono invece i primattori della trattativa che si sta conducendo sottobanco e in silenzio per giungere ad un equilibrio istituzionale che metta tutti d’accordo.

Ancora nessun accordo tra le parti. Sarebbe sorprendente il contrario. Ma la trattativa sul Quirinale - e di conseguenza sul prossimo governo - è iniziata. Nei prossimi giorni i vertici di Pd e Pdl torneranno a vedersi. Oltre ai colloqui informali degli ambasciatori non è escluso che si possano organizzare incontri tra Bersani e Berlusconi. Magari a ridosso dell’elezione del presidente della Repubblica. Per ora le distanze restano evidenti. Soprattutto sul nodo dell’esecutivo. Accompagnato dal segretario Angelino Alfano, Berlusconi è ancora convinto che il Paese abbia bisogno di un governo stabile, frutto di un accordo tra le maggiori forze politiche. Il Cavaliere può contare sull’assist del Quirinale: solo 24 ore prima Giorgio Napolitano ha richiamato i partiti alla responsabilità e alla “solidarietà”.
Eppure già in mattinata, incontrando i gruppi parlamentari del Pd, Pier Luigi Bersani ribadisce che non ci saranno scambi tra Quirinale e Palazzo Chigi. Questo non vuol dire che l’intesa sul Colle non possa avvenire. Anzi, nelle dichiarazioni ufficiali l’obiettivo di tutti è trovare un nome condiviso per il successore di Napolitano. Non a caso durante il vertice pomeridiano la discussione verte quasi unicamente sul Colle. È ancora presto per i dettagli. «Al momento si è parlato solo di criteri e metodi per trovare una convergenza,
nessun nome» raccontano dal Pd. «È stato un buon incontro, siamo solo all’all’inizio» conferma il vicesegretario democrat Enrico Letta.
I profili su cui poter trovare un accordo restano quelli già al centro del dibattito politico di questi giorni. Da Franco Marini a Giuliano Amato. Il Pd è pronto ad avanzare una rosa di nomi. Con una novità. Parlando con i suoi, in mattinata Bersani anticipa alcune priorità per l’individuazione del nuovo Capo dello Stato. Una persona d’esperienza. Forse un politico. Soprattutto, «per la scelta del presidente della Repubblica si dovrà tenere conto della rappresentanza di genere» chiarisce all’assemblea dei suoi parlamentari Bersani. L’Italia è pronta per un capo dello Stato donna?

L’incontro è riservato, ma non troppo. Nessuna diretta streaming, come ultimamente va di moda. Anche se alcuni dei protagonisti - Pier Luigi Bersani su tutti - temono che all’esterno possa trasparire l’immagine di una trattativa sottobanco. Peggio, di un incontro riservato per studiare i dettagli di un prossimo inciucio. Ecco perché al Pd chiariscono subito che quello di oggi sarà il primo di una serie di incontri. Anzi, il Partito democratico ha già fissato gli appuntamenti con le altre forze politiche. Giovedì è in programma un
faccia a faccia con la delegazione leghista. A seguire un nuovo incontro con il Movimento Cinque Stelle (stavolta Bersani non dovrebbe essere presente). A scanso di equivoci, pochi minuti dopo aver saluto Berlusconi, il segretario democrat conferma su twitter: «Noi siamo a disposizione, ma no a governissimi».
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