D'un tratto nel folto bosco

Non c’era nessuno in tutto il paese che potesse insegnare ai bambini che la realtà non è soltanto quello che l’occhio vede e l’orecchio ode e la mano può toccare, bensì anche quel che sta nascosto alla vista e al tatto, e si svela ogni tanto, solo per un momento, a chi lo cerca con gli occhi della mente e a chi sa ascoltare e udire con le orecchie dell’animo e toccare con le dita del pensiero.
Amos Oz


martedì 23 aprile 2013

RENZI BIG BANG/ Il Sindaco esplode: amnistie, parentopoli, nucleare e quella condanna di cui nessuno parla


di Carmine Gazzanni

Approfondiamo ulteriormente la figura del novello berlusconiano Matteo Renzi, che - nonostante si affanni a spacciarsi di “giovane e di sinistra” – presenta tutte le caratteristiche del “vecchio berlusconiano, democristiano, socialista…”, vicino a poteri forti come Massoneria e Comunione Liberazione. Il Renzi showman ha messo nell’ombra il Renzi politico. Che, probabilmente, dovrebbe essere più conosciuto prima di dare giudizi affrettati sulla sua scalata nel Pd. Anche perché tra parentopoli e amnistie, nucleare e privatizzazioni, spunta anche una condanna di cui nessuno parla…

Adesivi comparsi a Firenze nel Marzo 2009, quando Renzi si candidò SindacoA tenere banco, nei giorni post Leopolda, è certamente il programma presentato da Renzi. I cosiddetti 100 punti del wiki PD. Soprassediamo (sebbene interessante) su quanto “scovato” daTermometropolitico che è riuscito a dimostrare, con tanto di foto, che il programma sarebbe stato scritto se non direttamente da Gori (ex uomo di Mediaset), per lo meno sul suo computer. Cerchiamo, invece, di concentrarci su un altro aspetto. Diversi giornalisti hanno analizzato il programma, punto per punto. Chi elogiava la svolta renziana, chi invece la condannava perché Renzi sarebbe reo di aver presentato come nuovo un programma scritto in politichese e che non va al di là di promesse vecchie, reiterate, rispolverate sempre in campagna elettorale. Nonostante questo, però, è indubbio che alcune proposte sono più che lodevoli, come il punto 17 (“fuori i partiti dalla Rai”) o l’8 (“azzerare i contributi alla stampa di partito”).
C’è un punto del programma, però, su cui nessun organo di informazione si è soffermato e che meriterebbe più attenzione. È il numero 13. Il titolo sembra più che auspicabile: “Eliminiamo la classe politica corrotta”. Ma quanto si dice poi nel corpo della proposta lascia a dir poco sgomenti: “Lo strumento è una amnistia condizionata. Al rispetto di 5 punti: ammissione della colpa, indicazione di tutti i complici, restituzione del maltolto, impegno a non fare più politica. In caso di nuovo reato, la pena si somma a quella del reato oggetto dell’amnistia”. In pratica se un politico commette reato basta che confessi e lui rimarrà bello tranquillo in Parlamento con tanto di amnistia. In altre parole: per eliminare “la classe politica corrotta”, eliminiamo la pena per il politico. A dir poco incredibile.
Probabilmente anche in forza di questi punti del programma Renzi ha ricevuto il plauso della maggioranza. Su tutti di Cicchitto, secondo cui “ora per la prima volta emerge dall'interno del Pd un progetto politico e programmatico che cerca di andare davvero oltre il Novecento,oltre alle culture comuniste e post comuniste e a quelle post democristiane”. In pratica Renzi “va oltre l’antiberlusconismo”. Ma forse, chissà, perché sposa il berlusconismo.
A dirlo certamente non siamo noi, ma sono i fatti, la sua gestione del potere, e da Presidente di Provincia e da sindaco. La gestio della cosa pubblica con Renzi, in effetti, è sempre stata distinta da una visione personalistica del potere. Non sono pochi, del resto, quelli che parlano di una vera e propria parentopoli nel fiorentino. Esagerazione? Probabilmente no, se si pensa che il 5 agosto 2011 è stato condannato, con altre venti persone, dalla Corte dei Conti della Toscana per un danno erariale di 2 milioni e 155 mila euro. Il motivo? Assunzioni non proprio regolari: alcuni dei fortunati vincitoridell’impiego pubblico non avrebbero avuto le carte in regola per quell’incarico. Alcuni, addirittura, senza nemmeno titolo di laurea (necessario per tali incarichi). Si legge nella sentenza, infatti, che il Collegio ritene “illegittime” le assunzione perché “trattasi di soggetti all’epoca privo di titolo di laurea” (addirittura anche Giovanni Palumbo, assunto come capo gabinetto) o comunque “non in possesso di un curriculum congruo”rispetto alle mansioni a cui sono state preposte. Dove? Alla segreteria del Presidente. Invece di neolaureati, ad esempio, a lavorare alla segreteria di Presidenza c’era Eleonora Chierichetti il cui curriculum, come si evince dalla sentenza, “espone le seguenti esperienze professionali”: hostess alla reception di un hotel, barista, commessa di un outlet.
Passano gli anni, ma sembrerebbe che l’atteggiamento di Renzi non sia cambiato affatto. Da quando Renzi è sindaco, dicono i consiglieri comunali del centrodestra che trovano appoggio anche però in diversi partiti di sinistra, avrebbe già speso 10 milioni di euro con assunzioni mirate negli uffici della giunta. Nonostante il comune conti già più di 5 mila dipendenti interni. Le assunzioni che hanno fatto e fanno discutere sono, su tutte, due: la figlia direttore del Corriere fiorentino, Ilaria Ermini, candidata del Pd non eletta, e soprattutto l’ex portavoce di Lapo Pistelli. Sarà semplicemente un caso, ma Renzo e Lapo sono amici di diversa data e,sebbene abbiano corso contro alle primarie, hanno collaborato anche alla stesura e pubblicazione di due libri.
Ma Matteo Renzi, pare, non è solo questo. Alcune sue dichiarazioni hanno lasciato sbigottiti e aiutano a capire poi a cosa guardi la politica renziana. Dicembre 2007: referendum consultivo sull’inceneritore nella Piana fiorentina, impianto voluto da Renzi allora presidente della Provincia. Vinsero i no con il 90% dei voti. Ma Renzi statuario: “Avevo detto che si trattava di un referendum inutile. Confermo che andremo avanti sulla realizzazione”. Insomma, non sono ammesse critiche per il sindaco fiorentino. Quando l’oncologa Patrizia Gentilini si oppose al progetto perché, dati alla mano, dichiarò che l’inceneritore avrebbe aumentato la possibilità di contrarre tumoriRenzi la definì ”aspirante alchimista” affermando che la dottoressa stava facendo “terrorismo” (vi ricorda qualcun’altro?).
Né è stata questa la prima volta che Renzi dà prova di cesarismo. Nell’estate 2006, nel pieno del Piano Rifiuti, spinse letteralmente fuori dalla maggioranza i Verdi, cacciando il loro assessore di giunta e riassestando la maggioranza con l’appoggio di un consigliere ex Forza Italia. Le ragioni? Presto detto: nel programma elettorale, riguardo i rifiuti, c’era scritto che sarebbe stata data priorità all’incremento della raccolta differenziata e soltanto dopo ci si sarebbe dedicati agli impianti. Ma le cose non sono andate così: Renzi annullò gli stanziamenti previsti dalla Giunta precedente per la differenziata (furono ripristinati solo a seguito dell’opposizione dei Verdi).
Ma il Renzi pro inceneritore fa eco anche al Renzi pro nulceare. Del futuro del nucleare in Italia è “sbagliato parlarne adesso”, diceva all’indomani della strage in Giappone. Insomma non chiude la strada la nucleare (Infiltrato.it ha chiarito i limiti strutturali del nucleare, da ogni punto di vista): “Dobbiamo parlare del nucleare in modo serio – ha continuato – e poi bisogna capire che tipo di nucleare vogliamo fare. Non pieghiamo tutto alle esigenze di politica interna nostrana”. E ancora. Renzi ha appoggiato la politica di Marchionne per l’accordo di Mirafiori. Ricordiamoci alcuni punti salienti di quel programma: in sintesi più straordinari, più turni di notte, pause più corte e meno giorni pagati di malattia. In effetti nulla di sorprendente se poi si va a vedere la politica attuata a Firenze.
Denunciano i grillini gigliati riguardo la vicenda Ataf (trasporto pubblico): “lo schema, ormai scontato, si ispira in buona parte al metodo Marchionne. Sono i lavoratori e in particolare gli autisti a dover pagare. O si fa come dice il duo Renzi-Bonaccorsi (presidente Ataf, ndr) - aumento del carico lavorativo, taglio del personale, il tutto rigorosamente senza la presentazione di un piano di sviluppo del trasporto pubblico - o Ataf viene venduta ai privati. E’ questo in sintesi, il contenuto della lettera che i lavoratori Ataf si sono visti recapitare a mezzo stampa il 18 ottobre scorso su iniziativa di Renzi. Un ricatto, insomma”. E infine la TAV: i comitati contro l’alta velocità, infatti, sono attivi anche nel capoluogo toscano perché ad agosto è stato firmato a Roma, alla presenza del Ministro dei Trasporti Altero Matteoli e di Renzi, un progetto riguardante un sottoattraversamento lungo otto chilometri.
Ma i rischi, secondo il comitato notav Firenze, sono decisamente molti: da rischi idrogeologici (il terreno sotto Firenze, come dice la dottoressa dell’Università di Firenze Teresa Crespellani, è decisamente “eterogeneo e ricco di argilla plastica” e “dove c’è eterogeneità c’è anche imprevedibilità”. Certamente, dunque, il treno ad alta velocità metterà a dura prova il terreno) fino alla possibilità di cedimento di edifici (il treno passerebbe solo a dodici metri di profondità e, dunque, a lungo andare, non è da escludere che gli edifici in superficie più prossimi alla linea ne risentano). Il tutto, chiaramente, tramite un progetto che durerà, se tutto andrà bene, dagli otto ai dieci anni e una spesa che, ad oggi (ma non possiamo escludere possa lievitare), gravita attorno ai tre miliardi di euro.
Insomma, ognuno è libero di trarre le sue conclusioni. Ma quello su cui tutti saranno d’accordo è che il Renzi showman ha messo nell’ombra il Renzi politico. Che, probabilmente, dovrebbe essere più conosciuto prima di dare giudizi affrettati sulla sua scalata nel Pd.
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