D'un tratto nel folto bosco

Non c’era nessuno in tutto il paese che potesse insegnare ai bambini che la realtà non è soltanto quello che l’occhio vede e l’orecchio ode e la mano può toccare, bensì anche quel che sta nascosto alla vista e al tatto, e si svela ogni tanto, solo per un momento, a chi lo cerca con gli occhi della mente e a chi sa ascoltare e udire con le orecchie dell’animo e toccare con le dita del pensiero.
Amos Oz


giovedì 11 aprile 2013

Grecia: è davvero un laboratorio, sono le cavie della crisi


greciahomeless4.jpgSeguiamo le vicende della Grecia fin dall’inizio del materializzarsi della crisi. Mentre la stampa si interessava di aspetti politici e finanziari, abbiamo cercato di mantenere accesa la luce sulle conseguenze delle dissennate scelte europee sulla vita di ogni giorno dei cittadini di quello sfortunato Paese.
fin dall’inizio, la sensazione è stata quella che si trattasse di un gigantesco esperimento di massa: forse per vedere fino a che punto si potesse deprivare di tutto, in pochi mesi, un’intera popolazione prima di vedere unareazione; oppure per realizzare concretamente uno scenario e studiarlo prima di una sua eventuale applicazione su larga scala. Fantasie complottiste, certamente, nessuno a tavolino ha deciso di usare la Grecia come cavia. Anche se, come molte fantasie complottiste, è in realtà un’ipotesi rassicurante: molto più terrorizzante sarebbe infatti l’idea che tutto ciò sia accaduto per un mix di incompetenza, avidità e menefreghismo, mix che potrebbe allora verificarsi ancora inaspettatamente in un qualsiasi altro luogo.
Appurato quindi che non si tratta di un esperiemento di massa, apprendiamo però con qualche sconcerto quel che ci racconta l’agenzia France-Presse:
Studenti di tutto il mondo si radunano ad Atene questa primavera per dedicarsi a studi sul campo organizzati dalle rispettive università, a New York e Parigi. Stanno portando avanti un’osservazione in situ della crisi economica greca, un Paese che è diventato caso di studio per l’economia, le scienze politiche e il giornalismo.
Uh oh. “Ricerche sul campo”, “osservazione partecipante”, rivango i miei studi di antropologia. Cosa dicevamo? Che non è vero che si tratta di un immenso laboratorio reale per sperimentare gli effetti, su una civiltà occidentale, di un ritorno indietro di cinquant’anni nel giro di pochi mesi? Chissà cosa scriveranno gli studenti, tornati al sicuro a casa loro, nelle tesi di laurea.
Di Debora Billi
Fonte: crisis.blogosfere.it

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