D'un tratto nel folto bosco

Non c’era nessuno in tutto il paese che potesse insegnare ai bambini che la realtà non è soltanto quello che l’occhio vede e l’orecchio ode e la mano può toccare, bensì anche quel che sta nascosto alla vista e al tatto, e si svela ogni tanto, solo per un momento, a chi lo cerca con gli occhi della mente e a chi sa ascoltare e udire con le orecchie dell’animo e toccare con le dita del pensiero.
Amos Oz


martedì 2 aprile 2013

“Se le api dovessero scomparire, al genere umano resterebbero cinque anni di vita



Le api stanno scomparendo davvero, è un danno incalcolabile per l’ecosistema

“Se le api dovessero scomparire, al genere umano resterebbero cinque anni di vita“, non so se fu Einstein a dirlo ma di certo chiunque l’abbia detto sapeva molto bene quanto questo insetto sia fondamentale per l’ambiente e per l’uomo.

Sono anni che si parla di un aumento della moria di api, ma da alcuni mesi la questione è diventata drammatica, sia per le dimensioni del fenomeno che abbraccia l’intero pianeta, sia perché sarà difficilissimo se non impossibile ricuperare la situazione. Intanto non si ha alcuna certezza sulle cause, se non che con molta probabilità sia un insieme di elementi che sta favorendo la scomparsa delle api: insetticidi, fitofarmaci, ogm, inquinamento atmosferico, cambiamenti climatici repentini, scarsità d’acqua, elettromagnetismo. Tutti elementi che riconducono in gran parte al nostro scellerato modo di vivere e alla convinzione che con la parola “scienza” tutto sia giustificato, anche se questa “scienza” si è da tempo piegata ai poteri forti, alle multinazionali che dettano le vere regole sociali ed economiche.

Pensiamo ad esempio alla miriade di ripetitori, di antenne che circondano il mondo “civile”, pensiamo che abbiamo raggiunto i 4 milardi di telefonini e in pochi mesi arriveremo a cinque (ovviamente anche noi siamo sensibili a tutto questo, eccome, l’aumento di tumori è esponenziale e le indagini che da anni stanno effettuando sull’uso regolare del cellulare stanno sempre più dimostrando quanto sia pericoloso per il cervello, l’apparato uditivo, le ghiandole salivari ecc.).

La coltivazione di piante ogm fa la sua parte, tant’è che nonostante si tenti di arginarne la diffusione, è sufficiente il vento a favorirne la moltiplicazione spontanea, tanto da esserne stata scoperta la presenza persino in aree a coltivazione biolgica e nei prodotti da esse ottenuti, dal miele alla frutta, dalle verdure al grano.

Ma perché le api sono così importanti? E’ presto detto: il loro compito principale è quello di effettuare l’impollinazione passando da un fiore all’altro; senza di loro spariranno la maggior parte dei vegetali e dei frutti, necessari al sostentamento di tutti. Ma non finisce qui, lo sappiamo bene, perché senza vegetali, senza grano, avena, trifogli, erba medica si crea il problema per gli animali che se ne nutrono, che, senza fare i pessimisti, potrebbero finire col non avere più di che cibarsi, quindi problema per il latte, i formaggi, le uova, la carne. Insomma, dalla moria di api si arriva alla crisi della catena alimentare.
Allarmismo? Magari! Farebbe piacere anche a me credere che è la solita esagerazione, ma questo è il primo anno che nel mio giardino (e vivo fuori città) non ci sono api ma solo qualche occasionale calabrone. Ad aprile ero abituato a vederle gettarsi sui fiori e cercare i posti migliori dove costruire i favi, i loro nidi fatti di celle esagonali. Niente di tutto questo, i fiori ci sono ma le api no.
I dati forniti dall’APAT (Agenzia per la Protezione dell’Ambiente e i servizi Tecnici) sono desolanti: nel solo 2007 il numero di api in Italia si è dimezzato. Ma il disastro interessa tutta l’Europa, con una perdita tra il 30% e il 50%, per non parlare degli Stati Uniti, dove si arriva al 60-70%, tanto da aver definito il fenomeno da spopolamento Ccd (Colony collapse disorder), fenomeno di cui sono a conoscenza da ben 5 anni!

E credete che ci sia un solo governo così saggio da decidere una politica che tenti di porre freno ad un modello economico basato sulla iperproduttività scellerata e sull’accumulo di scorie senza alcuna lungimiranza e senzo di responsabilità verso un ambiente che non può essere piegato alla nostra bramosia cieca senza pagarne drammatiche conseguenze? Restiamo in Italia, andiamo a vedere i programmi dei due poli che continuiamo a sperare ci rappresentino, e ditemi dove al posto di produttività c’è risparmio energetico, fonti alternative, riduzione degli sprechi, investimenti cospicui nella ricerca, leggi e controlli severissimi nei confronti delle industrie chimiche ecc.

Pura fantasia, cari signori, il nostro destino sembra già segnato e le api sono solo uno dei milioni di esempi di ciò che stiamo combinando nel luogo dove dobbiamo vivere. Altro che sicurezza e immigrazione! La natura sta presentando il conto, e dovremo pagarlo tutti, senza possibilità d’appello.

Fonte: Dionidream

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