Continua la controffensiva del presidente siriano sui media Usa: "Nessuna guerra civile, ma Siria contro Al Qaeda". Il caso di Azaz. Rasmussen (Nato): "Opzione militare resti valida". Intanto la carneficina continua: bomba terrorista nell'area di Hama fa 19 morti
Roma, 19 settembre 2013 - Il governo della Siria si atterrà all'accordo raggiunto da Stati Uniti e Russia per consegnare le armi chimiche e, in base alle stime, per distruggere le scorte ci vorranno un miliardo di dollari e all'incirca un anno di tempo. Lo ha detto il presidente siriano, Bashar Assad, in un'intervista rilasciata a Fox News a Damasco realizzata dall'ex deputato democratico Dennis Kucinich, collaboratore dell'emittente, e dal corrispondente di Fox News, Greg Palkot.
Intanto il segretario di Stato Usa John Kerry ha ribadito che il rapporto dell’Onu sull’uso di armi chimiche in Siria “hareso le cose ancora più chiare. Ogni punto di quel rapporto conferma come il regime di Assad sia colpevole. La partita sulle armi chimiche in Siria è reale. E’ una partita importante per noi, per la Siria e per il mondo intero”, ha aggiunto il segretario di Stato Usa sottolineando come gli occhi di tutti la prossima settimana saranno sull’Assemblea Onu a New York.
VERSIONE DI GOVERNO - Assad è tornato anche a ribadire che la responsabilità dell'attacco chimico dello scorso 21 agosto alla periferia est di Damasco non è del governo siriano, ma dei ribelli. Secondo Assad, la conclusione della relazione degli ispettori Onu che ha trovato "prove chiare e convincenti" dell'uso di sarin in Siria ha dipinto un racconto "irrealistico". In effetti il rapporto non ha individuato responsabilità indubitabili, ma per Francia, Usa e Regno Unito gli elementi tecnici raccolti (soprattutto tipo di razzi usati, composizione del sarin e traiettoria dei missili) riconducono al regime di Assad.
CONTROINFORMAZIONE - "L'intera storia non regge", ha replicato il presidente siriano a Fox News. "Non è realistico, non abbiamo usato armi chimiche a Ghouta", ha aggiunto. Ghouta è il nome del sobborgo a est di Damasco in cui è avvenuto l'attacco chimico di agosto. Secondo Assad infatti anche le forze d'opposizione, alle quali si sono uniti i jihadisti, potrebbero avere avuto accesso al sarin. "Il sarin è chiamato gas da cucina, sa perché? - ha detto Assad nell'intervista - Perché chiunque può fare il sarin in casa sua, qualunque ribelle può farlo", ha spiegato, aggiungendo che "in secondo luogo noi sappiamo che tutti i ribelli sono sostenuti da governi, quindi ogni governo che ha queste armi può consegnarle", per confondere le responsabilità. Un quadro di parte senza dubbio, ma rilanciato dai maggiori media Usa.
'SIRIA VS AL QAEDA' - In Siria, secondo Assad, non è in corso alcuna gerra civile. "Ascolti il senso comune della gente", ha suggerito all'inviato di Fox News. "Quello che abbiamo qui non è una guerra civile. Qui abbiamo un guerra, un nuovo tipo di guerra", ha aggiunto alludendo ai guerriglieri islamisti giunti da oltre 80 Paesi per unirsi alle fila dell'opposizione siriana. "Sappiamo che qui abbiamo decine di migliaia di jihadisti" e che "l'80, alcuni dicono il 90 per cento di loro appartengono ad al-Qaeda e a sue emanazioni". Sta di fatto che dall'inizio del conflitto in Siria a marzo del 2011, le violenze hanno assunto toni sempre più marcati e i morti sono oltre 100mila.
FRONTE DI AZAZ - Il quadro disegnato da Assad ha trovato ieri un'altra parziale conferma con la conquista di Azaz, al confine con la Turchia, ad opera dei combattenti del gruppo 'Stato islamico dell'Iraq e del Levante', legato ad al-Qaeda, che armi in pugno hanno sfrattato i ribelli dell'Esercito libero siriano che avevano provato a difendere un medico tedesco, poi scappato, accusato dai jihadisti di essere una spia e di aver scattato foto che ritraevano le loro posizioni nell'area.
19 MORTI - Oggi una bomba è esplosa nel villaggio di Jbourin, nella provincia centrale di Hama, in Siria centrale, colpendo un bus e uccidendo 19 persone. Si tratta di un villaggio a maggioranza alawita(la setta minoritaria di derivazione sciita cui appartiene la famiglia del presidente Bashar al Assad) ma in cui vivono anche cristiani e sunniti. Dall'inizio del conflitto in Siria a marzo del 2011, le violenze hanno assunto toni sempre più marcatamente settari e i morti sono oltre 100mila. La maggior parte dei ribelli che combattono per cacciare Assad appartiene alla maggioranza sunnita.
OPZIONE MILITARE - Secondo il segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen (che attribuisce all'esercito regolare siriano ogmni responsabilità per la strage di Goutha) anche dopo l'accordo fra Usa e Russia "l'opzione militare deve restare sul tavolo", a tutela di un effettivo smantellamento degli arsenali vietati.
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