manifesto
IL SISTEMA AGROALIMENTARE CUORE
STRATEGICO DELLO SVILUPPO
Il sistema agroalimentare, nelle moderne economie post-industriali, assume
una nuova, decisiva centralità.
Non è più solo il settore destinato alla produzione di alimenti: determina
anche le condizioni che possono incidere sulla qualità della vita e la serenità
delle persone.
La produzione, la trasformazione la conservazione e la distribuzione di
alimenti sani e genuini con tecniche e metodologie improntate alla
sostenibilità, si collega strettamente alla tutela dell’ambiente e del
paesaggio, diviene dunque fattore di equilibrio progressivo fra i viventi
(umani e non) e il territorio.
Con il complesso sistema di fattori che il sistema agroalimentare può
sviluppare – rapporti interpersonali, interterritoriali, interculturali, di
produzione, trasformazione e distribuzione; riduzione dell’inquinamento;
prevenzione di malattie (non solo di origine alimentare); tutela della
biodiversità e del paesaggio; incremento del turismo; sviluppo delle
bioenergie; ecc. – esso è di fatto il volano vitale del progresso presente e
futuro.
L’Italia costituisce al riguardo un caso emblematico. Il nostro territorio
nazionale è costituito per il 76,8 per cento da aree collinari e montane in cui
le aree rurali sono più dell’80 per cento, dove la produzione alimentare,
anche quando non è in grado di svolgere un ruolo economicamente decisivo,
contribuisce, comunque, a determinare le caratteristiche sociali, ambientali e
paesaggistiche. Nel restante 25% circa di pianura, inoltre si situano molte
delle imprese di trasformazione e distribuzione dei prodotti alimentari.
Circa 5.800 comuni, sugli oltre 8.000 presenti in Italia, hanno meno di 5.000
abitanti e costituiscono la vera spina dorsale di un sistema socio-economico
che continua a essere fondato su piccole comunità e piccole-medie imprese,
le cui possibilità di sviluppo sono, indissolubilmente, legate al territorio.
Con queste caratteristiche del nostro sistema agroalimentare, l’Italia, se
accettasse di misurarsi con gli standard di competitività imposti dall’attuale
globalizzazione “unipolare” e omologante, avrebbe di fronte una sola
prospettiva: quella del sottosviluppo e dell’emarginazione.
Al contrario: facendo leva con decisione sulle peculiarità originali della
nostre produzioni agroalimentari – dunque esaltando i tratti della tipicità,
della tracciabilità, della genuinità, del legame inscindibile territorio-storiacultura (territori-storie-culture) – l’Italia è nelle condizioni non solo di
crescere, ma anche di dare un contributo creativo, specifico e ineguagliabile,
verso quella globalizzazione multipolare, multiculturale, multiproduttiva e
democratica, che è necessaria al mondo, nel confronto fra le molteplici
diversità compresenti e conviventi.
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