D'un tratto nel folto bosco

Non c’era nessuno in tutto il paese che potesse insegnare ai bambini che la realtà non è soltanto quello che l’occhio vede e l’orecchio ode e la mano può toccare, bensì anche quel che sta nascosto alla vista e al tatto, e si svela ogni tanto, solo per un momento, a chi lo cerca con gli occhi della mente e a chi sa ascoltare e udire con le orecchie dell’animo e toccare con le dita del pensiero.
Amos Oz


venerdì 14 giugno 2013

MANIFESTO della Coalizione LIBERI DA OGM


manifesto 
IL SISTEMA AGROALIMENTARE CUORE 
STRATEGICO DELLO SVILUPPO 
Il sistema agroalimentare, nelle moderne economie post-industriali, assume 
una nuova, decisiva centralità. 
Non è più solo il settore destinato alla produzione di alimenti: determina 
anche le condizioni che possono incidere sulla qualità della vita e la serenità 
delle persone. 
La produzione, la trasformazione la conservazione e la distribuzione di 
alimenti sani e genuini con tecniche e metodologie improntate alla 
sostenibilità, si collega strettamente alla tutela dell’ambiente e del 
paesaggio, diviene dunque fattore di equilibrio progressivo fra i viventi 
(umani e non) e il territorio. 
Con il complesso sistema di fattori che il sistema agroalimentare può 
sviluppare – rapporti interpersonali, interterritoriali, interculturali, di 
produzione, trasformazione e distribuzione; riduzione dell’inquinamento; 
prevenzione di malattie (non solo di origine alimentare); tutela della 
biodiversità e del paesaggio; incremento del turismo; sviluppo delle 
bioenergie; ecc. – esso è di fatto il volano vitale del progresso presente e 
futuro. 
L’Italia costituisce al riguardo un caso emblematico. Il nostro territorio 
nazionale è costituito per il 76,8 per cento da aree collinari e montane in cui 
le aree rurali sono più dell’80 per cento, dove la produzione alimentare, 
anche quando non è in grado di svolgere un ruolo economicamente decisivo, 
contribuisce, comunque, a determinare le caratteristiche sociali, ambientali e 
paesaggistiche. Nel restante 25% circa di pianura, inoltre si situano molte 
delle imprese di trasformazione e distribuzione dei prodotti alimentari. 
Circa 5.800 comuni, sugli oltre 8.000 presenti in Italia, hanno meno di 5.000 
abitanti e costituiscono la vera spina dorsale di un sistema socio-economico 
che continua a essere fondato su piccole comunità e piccole-medie imprese, 
le cui possibilità di sviluppo sono, indissolubilmente, legate al territorio. 
Con queste caratteristiche del nostro sistema agroalimentare, l’Italia, se 
accettasse di misurarsi con gli standard di competitività imposti dall’attuale 
globalizzazione “unipolare” e omologante, avrebbe di fronte una sola 
prospettiva: quella del sottosviluppo e dell’emarginazione. 
Al contrario: facendo leva con decisione sulle peculiarità originali della 
nostre produzioni agroalimentari – dunque esaltando i tratti della tipicità, 
della tracciabilità, della genuinità, del legame inscindibile territorio-storiacultura (territori-storie-culture) – l’Italia è nelle condizioni non solo di 
crescere, ma anche di dare un contributo creativo, specifico e ineguagliabile, 
verso quella globalizzazione multipolare, multiculturale, multiproduttiva e 
democratica, che è necessaria al mondo, nel confronto fra le molteplici 
diversità compresenti e conviventi. 

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