Ancora clamorosi sviluppi nell'indagine per il traffico di farmaci veterinari distribuiti al mercato clandestino e destinati a gonfiare i vitelli e i maiali del Nord Italia.
Nelle ultime due settimane decine di allevamenti sono stati passati al setaccio e altrettanti allevatori denunciati per possesso di medicinali acquistati in modo illecito e somministrati, senza i previsti controlli veterinari ai bovini, poi inviati i macelli. Alle denunce sono seguiti altrettanto sequestri.
«Quella carne - afferma il procuratore capo della repubblica Antonino Condorelli titolare dell’inchiesta - è finita sulla tavola degli italiani. Ciò che sconvolge è che nonostante i numerosi sequestri operati nei mesi scorsi, i fornitori, sempre gli stessi, continuano ad approvigionare gli allevatori mantovani. Stiamo correndo ai ripari per neutralizzare, una volta per tutte, questi fornitori». Sono arrivate a 262, fino ad oggi, le persone indagate. Di queste, oltre la metà, sono mantovane, in gran parte allevatori ma anche veterinari e commercianti. I farmaci incriminati girano sottotraccia. Nessuna registrazione, così gli animali, malati e sani, vengono dopati e gonfiati come palloni, aggirando i controlli sanitari. Tutto nascosto grazie ad accordi tra grossisti, veterinari liberi professionisti e allevatori compiacenti, ricettatori di medicinali rubati, farmacisti e commercianti non abilitati alla vendita. Un'organizzazione con probabili ramificazioni anche all'estero e con la testa a Pegognaga. Ora sono oltre un centinaio i mantovani finiti nei guai in seguito all'operazione denominata Muttley, messa a segno dal Corpo Forestale della Lombardia e dell'Emilia Romagna, con il contributo del comando provinciale di Mantova e sotto il coordinamento della procura di via Poma, che ha portato alla luce un traffico di farmaci veterinari distribuiti al mercato clandestino e destinati a gonfiare vitelli e maiali del Nord-Italia. Le indagini, guidate dal capo della Procura di Mantova, Condorelli, hanno scoperto una vera associazione a delinquere dedita alla distribuzione e alla vendita di farmaci veterinari da somministrare in nero agli animali e in assenza di controlli medico-veterinari.
Tra gli indagati 23 grossisti di farmaci, 10 allevatori, 12 responsabili di attività commerciali zootecniche, 2 farmacisti, 12 veterinari libero professionisti (non dell'Asl), 6 privati che facevano da tramite tra domanda e offerta. Le perquisizioni erano scattate a Pegognaga, Mantova, Suzzara, Motteggiana, Gonzaga, nel Reggiano a Reggiolo, Rubiera, Gattatico, in provincia di Padova, Brescia, Parma, Sondrio, Torino, Cuneo. I farmaci venivano somministrati sia agli animali ammalati, per curarli e spedirli agli allevatori finali, sia a quelli sani per accrescere la massa muscolare. Per i consumatori, comunque, non vi sarebbero pericoli per la salute.
http://gazzettadimantova.gelocal.it/
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