Un’altra conferma
delle conclusioni cui eravamo giunti per mezzo di analisi indipendenti
proviene da un recente studio. La ricerca riguarda lo spostamento e la
frantumazione della corrente a getto, fenomeni che avevamo già osservato soprattutto all’interno di alcuni articoli pubblicati su Tanker enemy meteo.
Ora alcuni meteorologi ratificano quanto tempo fa da noi rilevato
grazie ad un approccio empirico. Dobbiamo, però, evidenziare due difetti
dell’indagine scientifica condotta: gli esperti non ricordano che, come
è sottolineato dai matematici e fisici tedeschi, Bludorf e Grozar, la jet stream
non è solo un vento di alta quota, ma ha pure proprietà
elettromagnetiche. Sono caratteristiche che la rendono vulnerabile alle
manipolazioni con campi elettrodinamici. Inoltre non si chiarisce che la
liquefazione dei ghiacci artici non è un evento naturale, quanto la
conseguenza dei riscaldatori ionosferici e delle coltri chimiche che
intrappolano l’energia termica negli strati bassi dell’atmosfera. Il
CO2? Lasciamo la fandonia del ‘global warming’ collegato alle emissioni
di biossido di carbonio ai negazionisti ed ai deficienti.
Pallab Ghosh: "Ci dovremo abituare ad inverni in cui fenomeni meteorologici estremi potrebbero durare per settimane o addirittura mesi".
Un recente studio dimostra che la corrente a getto ha assunto in questi
ultimi tempi un percorso tortuoso. Il lavoro è stato presentato alla
riunione annuale dell'Associazione americana per l'avanzamento della
scienza (A.A.A.S.). con sede a Chicago. Il fenomeno potrebbe essere
stato causato del recente riscaldamento dell'Artico (di origine
artificiale, n.d.t.). Lì temperature le sono cresciute due o tre volte
più velocemente rispetto al resto del globo. La professoressa Jennifer
Francis della Rutgers University nel New Jersey osserva: “Questo
sembra suggerire che i modelli climatici stanno cambiando: ecco perché
le persone stanno notando che il tempo nella loro zona non è più quello
di una volta”.
La jet stream
serpeggiante è stata all’origine della forte perturbazione che si è
abbattuta sul Regno Unito e dell'inverno gelido nel New England e nel
Midwest degli Stati Uniti. "Dobbiamo aspettarci che inverni così rigidi si succedano sempre più spesso”,
osserva la professoressa Francis. La corrente a getto, come suggerisce
il nome, è un flusso d'aria ad alta velocità nell'atmosfera da cui
dipendono molti fenomeni atmosferici. In parte è alimentata dalla
differenza di temperatura tra la regione artica e la zona delle medie
latitudini. Se la differenza è notevole, la corrente a getto tende ad
accelerare: è come un fiume che scorre giù per una collina ripida e che
supera tutti gli ostacoli. Se la discrepanza di temperatura diminuisce a
causa di un riscaldamento artico, la corrente a getto si indebolisce e,
come un fiume in pianura, si snoda ogni volta che incontra un
impedimento.
Ciò si traduce in situazioni climatiche che tendono a bloccarsi per
settimane su certe aree. Si spinge anche il freddo più a sud ed il caldo
più a nord. Esempi di quest'ultimo caso sono l’Alaska e parte della
Scandinavia che hanno conosciuto condizioni eccezionalmente calde
nell’iverno 2013-2014. Regno Unito, Stati Uniti ed Australia stanno
sperimentando condizioni meteorologiche estreme. Ci si chiede se le
attuali situazioni atmosferiche siano dovute a variazioni naturali o
fattori artificiali. Secondo la professoresa Francis, è troppo presto
per dirlo. "L'Artico si è riscaldato rapidamente solo negli ultimi quindici anni”, osserva. […]
"Fondamentalmente il forte riscaldamento che potrebbe essere la
matrice di queste alterazioni è legato allo scioglimento del pack,
perché la coltre di ghiaccio agisce come un coperchio che separa
l'oceano da un clima più freddo”, ha spiegato il dottor Serreze. "Se si toglie il coperchio, il calore proveniente dal mare si sprigiona nell'atmosfera”.
Fonte: bbc.co.uk
http://www.tankerenemy.com
D'un tratto nel folto bosco
Non c’era nessuno in tutto il paese che potesse insegnare ai bambini che la realtà non è soltanto quello che l’occhio vede e l’orecchio ode e la mano può toccare, bensì anche quel che sta nascosto alla vista e al tatto, e si svela ogni tanto, solo per un momento, a chi lo cerca con gli occhi della mente e a chi sa ascoltare e udire con le orecchie dell’animo e toccare con le dita del pensiero.
Amos Oz
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