D'un tratto nel folto bosco
Non c’era nessuno in tutto il paese che potesse insegnare ai bambini che la realtà non è soltanto quello che l’occhio vede e l’orecchio ode e la mano può toccare, bensì anche quel che sta nascosto alla vista e al tatto, e si svela ogni tanto, solo per un momento, a chi lo cerca con gli occhi della mente e a chi sa ascoltare e udire con le orecchie dell’animo e toccare con le dita del pensiero.
Amos Ozgiovedì 6 febbraio 2014
Le Invasioni Barbaria di Marco Travaglio
La scena di Enrico Letta in missione-petrolio
negli Emirati che replica da pari a pari a Rocco
Casalino (che non è il diminutivo di Casaleggio:
è proprio quello del Grande Fratello) e parla
agli emiri di Daria Bignardi (che non è omonima
della presentatrice del Grande Fratello: è proprio
lei) resterà nelle cineteche accanto ai film dei
Monty Python, a Totò le Mokò, Totò sceicco e Totò
d’Arabia . Se il nostro valoroso premier si portava
pure Saccomanni pittato col lucido da scarpe come
Nino Taranto in Totòtruffa , magari rimediavamo
pure un ponte a gittata unica col Katonga.
Invece i titoli dedicati all’Editto di Doha dalla
stampa di regime, che traducono l’espressione
maccheronica del premier “è una barbaria, è una
barbaria” nell’italiano “barbarie”, vanno ad aggiungersi
alla lunga tradizione dell’eterno Minculpop
nazionale. Mentre proviamo a reprimere
un fastidioso rimpianto per le missioni internazionali
del Cainano, improntate a ben altra statura
e pregnanza, proviamo ad affrontare il merito
del “caso Bignardi-Casalino”, trattenendo a
stento le risa. Dunque la Daria, nel suo sempre
più clandestino presepietto televisivo, invita il
deputato M5S Alessandro Di Battista e, non trovando
di meglio, lo inchioda a una colpa gravissima,
un’onta indelebile: “Non prova imbarazzo
ad avere il padre fascista?”. Mai prima d’ora
le idee politiche dei genitori dei politici, come dei
giornalisti, come dei vigili urbani, come di chiunque
altro, avevano fatto notizia, anche perché né
colpe né meriti si trasmettono di padre in figlio.
Ma per i 5Stelle si fa volentieri un’eccezione: se
già Casaleggio è massone, satanista, esoterista,
dedito forse a sacrifici umani, e Grillo è perlomeno
nazista, che dobbiamo mai aspettarci dal
loro discepolo Di Battista che è pure figlio di un
fascio? Tout se tient. A quel punto il Casalino, che
lavora alla comunicazione del M5S, butta lì un
tweet piuttosto pertinente: ma la Bignardi non
proverà imbarazzo per il suocero Adriano Sofri,
condannato a 22 anni perché mandante del delitto
Calabresi? Il Casalino non lo sa, ma pure il
padre della Bignardi era fascista, come ha rivelato
lei stessa nella sua appassionante autobiografia
romanzata. Ergo nessuno meglio di lei può raccontare,
visto che è così interessata, cosa si prova
ad avere un fascista e un assassino in famiglia.
Dunque che le salta in mente di chiederlo ai suoi
ospiti? Anzi a uno solo, Di Battista il giochino,
esteso ad altri ospiti del presepietto ben più graditi,
potrebbe innescare scene davvero imbarazzanti,
visto che fino al 1945 gli italiani erano quasi
tutti fascisti: compresi il fondatore del giornale su
cui scrive Sofri e, absit iniuria verbis, il presidente
della Repubblica in carica e in ricarica. La polemicuzza
potrebbe finire lì, fra un Casalino e
una Bignardi, eventualmente anche un Sofri (nel
senso del padre del marito della Bignardi, il quale
comunica sul Foglio che lui è, sì, un condannato
per omicidio, ma non è un omicida: un po’ come
Berlusconi che è, sì, un pregiudicato per frode
fiscale, ma non è un frodatore fiscale). Invece, da
Doha, si fa inopinatamente vivo – si fa per dire –
il presidente del Consiglio, per stigmatizzare a
nome del governo e delle più alte cariche dello
Stato il tweet del Casalino e solidarizzare con la
famiglia Bignardi-Sofri, parlando di “frasi folli” e
di “barbaria senza fine”, poi tradotta in “barba -
rie”. Escludendo che si riferisse al programma
della Daria, Le invasioni barbariche, si apprende che
ce l’aveva proprio col tweet di Casalino. E doveva
pure essere sobrio, visto che l’uso e abuso di alcolici
nei paesi islamici è severamente vietato. Il
che spiega lo sguardo interrogativo e allarmato
degli emiri presenti alla scena. Anziché scompisciarsi,
la stampa italiana ha subito rilanciato
l’Editto di Doha a edicole unificate, con uno sdegno
mai visto neppure ai tempi dell’Editto bulgaro.
Quando non un Casalino, che non possiede
né controlla nemmeno una tv di quartiere, ma
Silvio Berlusconi attaccò da Sofia due giornalisti
e un comico, ottenendone l’immediata radiazione
da tutte le tv del Paese. A proposito: cosa prova
Letta ad avere quello zio?
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