Nel 1992 mi davano 252 dollari al giorno per fare la guerra
Mi chiamo Sandro M. e nel 1992, dopo aver fatto il corso preparatorio prima a Pisa e poi a Livorno fra i paracadutisti, fui mandato insieme ad altri ragazzi di leva in Somalia. Ci dissero che venivamo impiegati in una missione di pace, ma allora da ragazzo non mi ponevo tutte le domande che mi pongo oggi, a 21 anni di distanza. Devo confessare che durante il mio primo lancio, per la paura e la tensione accumulate, mi feci la pipi addosso. Quello che questi nostri politici chiamano missioni di pace sono in realtà guerre inventate. Adesso lo so, e non vorrei rifare più quella esperienza, anche se ci pagarono molto profumatamente per tutti i giorni di permanenza in Somalia.
Mi chiamo Sandro M. e nel 1992, dopo aver fatto il corso preparatorio prima a Pisa e poi a Livorno fra i paracadutisti, fui mandato insieme ad altri ragazzi di leva in Somalia. Ci dissero che venivamo impiegati in una missione di pace, ma allora da ragazzo non mi ponevo tutte le domande che mi pongo oggi, a 21 anni di distanza. Devo confessare che durante il mio primo lancio, per la paura e la tensione accumulate, mi feci la pipi addosso. Quello che questi nostri politici chiamano missioni di pace sono in realtà guerre inventate. Adesso lo so, e non vorrei rifare più quella esperienza, anche se ci pagarono molto profumatamente per tutti i giorni di permanenza in Somalia.
Parlo del 1992 ed all'epoca ci davano ben 252 dollari al giorno per andare ad occupare una terra che non era nostra. Durante il mio soggiorno in Somalia notai che le pochissime strade asfaltate erano quelle costruite dagli Italiani durante il ventennio mussoliniano. Alla gente del luogo cucinavamo un pasto al giorno: un pentolone di grano lessato nell'acqua bollente. Cibo che ai Somali non piaceva affatto e che probabilmente non avrebbero neppure mangiato i maiali. Dopo qualche giorno mi accorsi anche che all'inguine ero pieno di zecche e che mi furono bruciate con un liquido, forse alcool, da un mio diretto superiore. Voglio dichiarare anche che appena atterrati ci recammo all'ambasciata americana di Mogadiscio per ricevere il 30% della somma di denaro che ci sarebbe toccata per la nostra permanenza in Africa. Cosa che feci subito insieme gli altri ragazzi di leva, che avevano fatto il volo con me. I soldati che arrivarono giorni più tardi in Somalia non ricevettero nulla, perché nessuno disse loro di presentarsi subito all'ambasciata americana, ed il denaro lo persero per sempre. Chissà in quali tasche finì quel denaro. Voglio dare questa testimonianza solo per dirvi che quando si onorano i soldati morti della strage di Nassiriya, o altri stragi, è solo la grande ipocrisia di uno Stato italiano, servo degli americani e dei poteri occulti, che gioca un ruolo ipocrita e bugiardo di "guerre inventate" che chiamano “MISSIONI DI PACE”.
Ci lavano il cervello in continuazione con queste loro maledette missioni di pace, che altro non sono che vere “guerre inventate” che vengono studiate e messe in atto per puri interessi economici e di potere. Scavavamo buche nel terreno per togliere mine e bombe nascoste. Con l'esperienza di oggi, se dovessi tornare indietro mi rifiuterei di eseguire questi ordini criminali. A scavare nel terreno, per estrarre maledetti ordigni esplosivi, ci vadano tutti coloro che preparano le guerre per mantenere il potere. Io non credo più nel nostro Stato, che dalla fine della seconda guerra mondiale è nelle mani criminale di una potenza mondiale, quella statunitense, che predica la pace ma attua la guerra costantemente.
Mi auguro che l'Italia diventi davvero un paese libero e sovrano per il bene nostro e per quello dei nostri figli. Viva il Popolo Italiano.
Sandro M.
Sandro M.
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