D'un tratto nel folto bosco

Non c’era nessuno in tutto il paese che potesse insegnare ai bambini che la realtà non è soltanto quello che l’occhio vede e l’orecchio ode e la mano può toccare, bensì anche quel che sta nascosto alla vista e al tatto, e si svela ogni tanto, solo per un momento, a chi lo cerca con gli occhi della mente e a chi sa ascoltare e udire con le orecchie dell’animo e toccare con le dita del pensiero.
Amos Oz


sabato 23 novembre 2013

Tragedia Sardegna. Enrico tre anni, morto d’indifferenza e di vigliaccheria


enrico mazzoccuEnrico Mazzoccu aveva appena 3 anni. Francesco, suo padre, lo aveva chiuso nel giaccone per proteggerlo dalla furia dell’acqua che li ha uccisi entrambi.
Sono morti per la furia dell’acqua assassina, sono morti perché “ignoranti”: non avevano letto il pdf della Protezione Civile che invitava la popolazione a non avventurarsi in strada, ma sono morti soprattutto perché nessuno li ha aiutati,nessuno ha mosso un dito per salvarli.
Solo un eroe sconosciuto, un meccanico ci ha provato e ha raccontato la storia di questa tragedia a Mentana, lo ha fatto perché qualcuno si vergognasse  “Stavo portando in salvo una signora con la mia macchina – ha raccontato Pietro Mariano a La7 – quando ho sentito delle grida di aiuto. Ho visto una mano che spuntava dall’acqua, apparteneva ad un uomo che aveva con sè un bambino. Gli ho detto di stare calmi e sono andato all’Anas a chiedere soccorso, ma mi hanno detto che non potevano fare nulla. Allora sono tornato lì e con delle funi, e con il padre del ragazzo in acqua che nel frattempo era arrivato, abbiamo provato a fare qualcosa, ma non ci siamo riusciti. Ho buttato quindi giù un cancello con la mia macchina, per cercare di avvicinarmi, ma le ruote sprofondavano. Sono tornato all’Anas e questa volta mi hanno minacciato dicendomi che mi avrebbero spaccato la faccia”.

“Mi sono fermato – continua Mariano – al primo bar che ho trovato, chiedendo aiuto ai ragazzi che erano lì. Ma nessuno ha mosso un dito. Ho provato anche a fermare delle auto che passavano. Sarebbe bastato un trattore, un furgoncino per salvare quel padre e il suo bambino. Sono stati nell’acqua un’ora, e nessuno ha fatto nulla. Nessuno ha mosso un dito per un bambino di 3 anni che chiedeva aiuto”.
Una storia che in pochi hanno raccontato, men che meno i politici, impegnati a vomitarsi addosso responsabilità di tutti, tutti a parlare di cementificazione selvaggia, di gestione dissennata del territorio, senza rendersi conto dell’effetto boomerang, dell’autogol clamoroso.
Ma questo la gente lo metabolizza, ci ha fatto l’abitudine, mentre l’indifferenza no, è impossibile da digerire, la vigliaccheria degli addetti dell’Anas, ma anche dei ragazzi del bar vicino al palo cui erano aggrappati Enrico e il papà, prima che l’acqua li portasse via.
Enrico urlava terrorizzato, avvolto nel giaccone del padre Francesco, gridava “Aiuto” e qualcuno ha girato le spalle, per paura, per indifferenza.
Chissà se ai funerali, davanti a una bara bianca, allo strazio della Mamma Carolina, quel qualcuno si è vergognato.

Fonte: articolotre.com 

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